ACQUA
> SPECIALE ACQUA >
HANNO DETTO DELL'ACQUA
Hanno detto dell'acqua
La pace nell'acqua
di Mikhail Gorbaciov
L'acqua, come la religione e l'ideologia,
ha il potere di muovere milioni di persone.
Sin dalla nascita della civiltà umana,
i popoli si sono trasferiti in prossimità
dell'acqua.
I popoli si spostano quando l'acqua è
troppo scarsa e quando ce n'è troppa.
I popoli viaggiano sull'acqua. I popoli
scrivono, cantano, danzano e sognano l'acqua.
I popoli combattono per l'acqua e tutti,
in ogni luogo e ogni giorno, ne hanno bisogno.
Ne abbiamo bisogno per bere, per cucinare,
per lavare, per l'agricoltura, per le industrie,
per l'energia, per i trasporti, per i riti,
per il divertimento, per la vita. E non
siamo soltanto noi esseri umani ad averne
bisogno: ogni forma di vita dipende dall'acqua
per la propria sopravvivenza.
Ma oggi siamo sull'orlo di una crisi idrica
mondiale. Le due più significative
eredità lasciateci dal XX secolo
(l'esplosione demografica e quella tecnologica)
hanno preteso un tributo in termini di risorse
idriche. Oggi molte più persone soffrono
per la carenza di acqua potabile rispetto
a venti anni fa; stiamo esaurendo e inquinando
un numero sempre maggiore di sorgenti d'acqua
dolce. Le moderne tecnologie ci hanno permesso
di sfruttare una gran quantità dell'acqua
mondiale per usi energetici, industriali
e agricoli, ma spesso a un terribile prezzo
per la società e per l'ambiente,
e molte pratiche tradizionali per la salvaguardia
delle acque sono state abbandonate lungo
la strada. La maggior parte delle soluzioni
della crisi deve essere elaborata e attuata
a livello locale, sempre tenendo presente
che l'acqua non deve essere data per scontata,
né diventare proprietà di
gruppi particolari per esigenze particolari.
 |
Mikhail
Gorbaciov
|
 |
L'acqua
è il più importante elemento
necessario affinché a ognuno sia
assicurato il diritto umano universale "a
un tenore di vita sufficiente a garantire
la salute e il benessere proprio e della
sua famiglia" (articolo 25, Dichiarazione
universale dei diritti dell'uomo).
Senza la possibilità di utilizzare
acqua pulita, la salute e il benessere non
solo sono seriamente messi in pericolo,
ma diventano impossibili: le persone che
non dispongono di rifornimenti idrici di
base vivono nel degrado e nell'impoverimento,
con scarse possibilità di creare
un futuro migliore per i loro figli.
Dobbiamo riconoscere che l'acqua pulita
è un diritto umano e così
facendo accetteremo la nostra responsabilità
a livello mondiale per far sì che
la previsione di un mondo in cui, entro
25 anni, due persone su tre dovranno affrontare
problemi idrici, si dimostri errata. A questo
proposito, il segretario generale delle
Nazioni Unite, Kofi Annan, ci chiede di
affrontare la minaccia di una catastrofica
crisi idrica e di contrastare tali fosche
previsioni adottando un nuovo spirito di
condotta. Fare altrimenti significherebbe
un vero crimine e per questo la storia giustamente
giudicherà con asprezza le attuali
generazioni.
La crescita della popolazione mondiale deve
essere considerata non solo come una delle
cause della crisi idrica, ma anche come
la fonte della sua soluzione, come evidenziato
dall'ex presidente delle Filippine, Fidel
Ramos, portando l'esempio dell'enorme potenziale
di energia umana dell'Asia sud-orientale.
La solidarietà umana è l'unica
forza in grado di affrontare un compito
di questa entità. Deve esserci solidarietà
a livello di governo internazionale e regionale,
deve esserci solidarietà tra i vari
settori e i partecipanti; e deve esserci
la volontà politica tra i governi
di lavorare in buona fede sia con le nazioni
confinanti sia con il proprio popolo. A
queste persone, compresi i gruppi spesso
emarginati come le donne e i minori, bisogna
dare voce e anche le informazioni e i mezzi
necessari per farsi sentire.
Senza la sicurezza idrica, la stabilità
sociale, economica e nazionale è
messa in pericolo. Questo assume aspetti
più drammatici nei luoghi in cui
l'acqua scorre attraversando i confini e
diviene cruciale nelle regioni di tensione
religiosa, territoriale o etnica. In alcuni
casi, come tra India e Pakistan a proposito
del fiume Indo, la riuscita cooperazione
in materia di risorse idriche può
essere citata come prova che anche gli Stati
con relazioni difficili possono lavorare
insieme. In altri casi, non sono ancora
state colte le opportunità di miglioramento
delle relazioni regionali offerte dalla
presenza di un corso d'acqua in comune.
La valle del Giordano, condivisa dalle popolazioni
di Israele, Palestina, Giordania, Siria
e Libano, ne è un esempio.
Sono
261 i bacini idrografici internazionali
|
Questo
articolo è l'introduzione
di Gorbaciov al numero
speciale Water: the
globe's most precious
resource che Civilization,
il magazine della Libreria
del Congresso Usa, ha
dedicato all'acqua e
alla crisi idrica mondiale.
L'edizione, realizzata
in collaborazione con
Green Cross International,
comprende i contributi
di personalità
di fama mondiale che
il presidente Gorbaciov
cita nel suo articolo.
|
|
|
Sin
dall'antichità, l'acqua ha rappresentato
un problema fondamentale di sicurezza nelle
aride terre del Medio Oriente. La distribuzione,
l'uso e i diritti sulle sempre più
scarse risorse idriche di questa instabile
regione restano questioni delicate e potenzialmente
esplosive. Inoltre, la questione dell'acqua
è fondamentalmente messa in disparte
o occultata nei convenzionali negoziati
di pace. Hanan Sher del Jerusalem Post fa
luce sui travagli e sulle tribolazioni incontrati
sulla strada per la conquista dell'acqua
per la pace nel Medio Oriente, una strada
che io stesso ho recentemente rivisitato.
All'inizio di quest'anno mi sono incontrato
con il primo ministro Barak, il presidente
Arafat e il re Abdullah di Giordania, e
ho ottenuto il loro impegno a collaborare
con la mia organizzazione, Green Cross
International e i nostri partner, il
Centre for Middle East Peace e Economic
Cooperation (Centro per la cooperazione
economica e la pace in Medio Oriente), per
trovare soluzioni alla crescente crisi idrica
della regione.
I tre leader hanno esplicitamente riconosciuto
che non possono esserci soluzioni unilaterali
ai loro problemi per le acque transfrontaliere.
Questo vale per il Medio Oriente come per
i corsi d'acqua condivisi da Stati Uniti
e nazioni confinanti. In tutti i 261 bacini
idrografici internazionali del mondo, la
gestione congiunta deve basarsi su un sistema
di effettiva interdipendenza; una condivisione
piuttosto che una limitazione della sovranità
di ciascuna nazione.
Anche se i conflitti armati tra gli stati
a causa dell'acqua sono improbabili, bisogna
ricordare che questi non sono gli unici
tipi di conflitti che le società
con carenze idriche devono affrontare. I
conflitti interni tra gruppi etnici, regioni,
utenti e piccole comunità possono
effettivamente insorgere per motivi legati
all'acqua. La cooperazione tra stati è
fondamentale per la ricerca di soluzioni
idriche a livello regionale. Quando tali
soluzioni non sono facilmente raggiungibili,
devono essere disponibili la mediazione
e il supporto internazionale. A tal fine
è stato avviato un movimento dal
sottosegretario di Stato Madaleine Albright
con l'istituzione di una Global Alliance
for Water Security (Alleanza mondiale per
la sicurezza idrica).
Nella maggioranza dei casi, tuttavia, le
soluzioni pratiche necessarie sono a livello
locale, per riflettere la specifica natura
geografica e culturale dell'impiego delle
acque. È ormai finito il periodo
della Guerra fredda, quando il principio
"quanto più è grande,
tanto è meglio" sollecitava
la costruzione di 45.000 grosse dighe in
tutto il mondo. Questa sconsiderata interferenza
nella natura ha lasciato una terribile eredità,
non ultima nella mia terra dove migliaia
di acri di terra fertile sono andati perduti,
e le catastrofi prodotte dall'uomo come
nella regione del lago d'Aral causano sofferenze
incalcolabili.
Gli articoli forniti da Kader Asmal della
World Commission on Dams (Commissione mondiale
per le dighe) e dall'esperto di problemi
idrici Anil Agaewal vanno alla ricerca di
una via verso una nuova era in cui le considerazioni
sociali e ambientali abbiano la precedenza
e in cui i vantaggi delle grosse costruzioni
come le dighe siano messi in discussione.
Gli Stati Uniti, la seconda nazione con
il maggior numero di dighe dopo la Cina,
ne stanno già abbattendo molte; altrove,
in particolare nei paesi in via di sviluppo,
la domanda che si pone riguarda il modo
in cui offrire i vantaggi forniti dalle
dighe attraverso altre iniziative, come
la raccolta dell'acqua piovana e la gestione
della domanda.
 |
In
molte zone del mondo questa è
l'unica acqua disponibile
|
 |
Al centro del problema c'è il valore
che attribuiamo ai diversi impieghi dell'acqua.
Ancora una volta, non esiste un progetto
valido a livello universale, ma è
chiaro che non è auspicabile nessuna
delle due posizioni estreme, l'una che sostiene
che l'acqua deve essere gratuita per tutti
e l'altra che spinge per la determinazione
del prezzo in base al costo pieno per tutte
le forniture idriche. Dobbiamo ricordare
che il valore e il prezzo dell'acqua sono
due cose assai differenti; è un elemento
che deve essere usato in modo efficiente,
ma deve essere disponibile per il sostentamento
di tutti, compresi gli ecosistemi naturali.
Questo rende la determinazione del prezzo
dell'acqua una questione complessa, come
desumiamo dalle opinioni sull'argomento
di Ismail Serageldin, presidente della World
Commission on Water (Commissione mondiale
per l'acqua), e di Douglas B. MacDonald.
Dobbiamo quindi affrontare un'enorme sfida.
Fortunatamente abbiamo un passato di grandi
sfide risolte usando l'immaginazione e la
nostra incontenibile capacità di
adattamento. Per essere certi di muoverci
nella giusta direzione, dobbiamo permettere
alle nostre conoscenze, alle nostre esperienze
e alle nostre istituzioni di metterci in
pari con il travolgente progresso della
scienza e della tecnologia e imparare come
diventare buoni vicini l'uno per l'altro
e buoni ospiti dell'ambiente naturale.
Proprio così come siamo mossi dall'acqua,
dobbiamo muoverci rapidamente per salvarla.