ACQUA
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LA POLITICA DELL'ACQUA
La politica dell'acqua
Le istituzioni
Le attività istituzionali in materia
di acqua sono affidate in Italia a diversi
soggetti: Presidenza del Consiglio dei Ministri,
Comitato Interministeriale per la Programmazione
Economica, Comitato di Vigilanza sull'Uso
delle Risorse Idriche, Consiglio Superiore
dei Lavori Pubblici, Ministero dei Lavori
Pubblici, Ministero dell'Ambiente, Ministero
per le Politiche Agricole e Forestali, Ministero
della Sanità; inoltre: Regioni, Province
e Comuni.
Ministero dei Lavori Pubblici
Espleta un'azione di indirizzo e coordinamento
nella gestione della risorsa idrica attraverso
la Direzione Generale della Difesa del Suolo,
che si occupa dell'attuazione delle norme
in materia di utilizzazione delle acque
e difesa dalle piene, dall'inquinamento,
gestione del servizio idrico integrato,
programmazione delle relative risorse finanziarie.
La Direzione è inoltre l'organo che
provvede al rilascio delle concessioni di
grandi derivazioni di acqua e coordina le
assegnazioni di fondi agli uffici periferici
del Ministero per le opere e le manutenzioni
idrauliche. Questi ultimi si occupano delle
istruttorie, delle domande di concessione
di grandi derivazioni di acqua e provvedono
alla esecuzione delle opere idrauliche nelle
aree principali dei bacini di rilievo nazionale
del centro meridione: Arno, Tevere, Liri
- Garigliano e Volturno.
Nei bacini di rilievo nazionale del nord,
le opere idrauliche nelle aste principali
dei fiumi (Po, Adige, Brenta - Bacchiglione,
Piave, Tagliamento, Livenza, Isonzo) sono
gestite dal Magistrato alle acque di Venezia
e dal Magistrato per il Po di Parma. Questi
due Uffici decentrati del Ministero dei
Lavori Pubblici vennero istituiti rispettivamente
negli anni 1907 e 1956: il primo per la
gestione delle opere idrauliche nella complessa
rete idrografica dei fiumi ricadenti nei
territori del nord - est, dall'Adige fino
all'Isonzo; il secondo per la sistemazione
idraulica e la gestione dell'asta del Po,
dei suoi affluenti e del suo delta.
La riforma delle competenze amministrative
delineata dal DL.gs n.112/98 prevede che
le attività dello Stato, ora esercitate
attraverso i propri Uffici decentrati, vengano
idoneamente trasferite ad organismi, regionali
o interregionali, da disegnare in funzione
delle caratteristiche dei bacini idrografici.
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Cosrtuzione
di un moderno acquedotto
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Ministero delle Politiche Agricole e
Forestali
Ai sensi del DL.gs n. 300, del 30/7/1999,
ha competenze di disciplina generale e coordinamento
nazionale in materia di grandi reti infrastrutturali
di irrigazioni dichiarate di rilevanza nazionale,
nonché in materia di intervento straordinario
nel Mezzogiorno e dell'Agenzia per la promozione
dello sviluppo del Mezzogiorno (ex Agensud).
Anche gli istituti di ricerca e sperimentazione
del Ministero hanno competenze tecnico-scientifiche
nel settore delle risorse idriche.
Ministero dell'Ambiente
Le competenze in materia di risorse idriche
sono attribuite al Servizio per la Tutela
delle Acque, la Disciplina dei Rifiuti,
il Risanamento del Suolo e la Prevenzione
dell'Inquinamento di Natura Fisica. Il Ministero
predispone e promuove studi e rilevamenti,
ed ogni due anni è tenuto a presentare
al Parlamento una "relazione sullo
stato dell'ambiente".
Per la programmazione degli interventi viene
predisposto, d'intesa con le Regioni, un
apposito piano triennale per la tutela ambientale.
Sotto la vigilanza del Ministero opera l'Agenzia
Nazionale per la Protezione dell'Ambiente
(ANPA), la cui articolazione operativa a
livello periferico è assicurata da
agenzie regionali, istituite autonomamente
dalle singole Regioni; essa si avvale, per
le informazioni sullo stato qualitativo
dei corpi idrici, della rete SINA (Sistema
Informativo Nazionale di monitoraggio Ambientale),
costituita da circa 400 punti di osservazione
dislocati sul territorio nazionale.
Il Comitato di Vigilanza sull'Uso delle
Risorse Idriche
È stato istituito dalla Legge 5.1.1994
n. 36 al fine di garantire l'osservanza
dei principi normativi che regolano il servizio
idrico integrato e la determinazione delle
tariffe, attraverso una metodologia normalizzata.
È organo istituzionale di riferimento
degli utenti e riferisce al Parlamento con
una relazione annuale. Per la sua operatività
il Comitato si avvale di una Segreteria
Tecnica e di un Osservatorio che svolge
funzioni di raccolta, elaborazione e restituzione
di dati statistici e conoscitivi.
Il Servizio Idrografico e Mareografico
Nazionale
Fa parte del Dipartimento per i Servizi
Tecnici Nazionali, posto alle dipendenze
della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Le principali attività sono: l'acquisizione,
l'analisi e la pubblicazione di dati idrologici
e oceanografici; il servizio gestisce inoltre
una rete di monitoraggio in tempo reale
per la previsione e il preannuncio delle
piene fluviali costituita da oltre 1.000
sensori.
Il Servizio è attualmente organizzato
in 10 aree idrologiche corrispondenti ai
maggiori bacini idrografici italiani e 10
uffici tematici presso la sede di Roma.
Le Autorità di Bacino
Sono state istituite nel 1989 a seguito
dell'entrata in vigore della Legge 183 sulla
difesa del suolo e sono: Po, Adige, Alto
Adriatico, Arno, Tevere e Liri-Garigliano-Volturno.
L'Autorità è un organismo
misto, costituito da Stato e Regioni, operante
sui bacini idrografici considerati come
sistemi unitari. Essa è l'ente istituito
per consentire interventi di pianificazione
integrata a scala di bacino.
L'organo decisionale dell'Autorità
di Bacino è il Comitato Istituzionale,
il cui organo di consulenza e supporto è
il Comitato Tecnico.
Per i restanti bacini idrografici sono state
successivamente costituite le Autorità
di Bacino di rilievo interregionale e regionale,
dove le Regioni interessate coordinano le
azioni della difesa del suolo di intesa
tra loro.
La finalità generale dell'Autorità
è la tutela ambientale dell'intero
bacino idrografico, secondo i seguenti obiettivi:
difesa idrologica e della rete idrografica,
tutela della qualità dei corpi idrici,
razionalizzazione dell'uso delle acque e
regolamentazione dell'uso del territorio.
L'Autorità di Bacino costituisce
l'organo principale della programmazione
in materia di difesa del suolo, redige il
Piano di Bacino e ne controlla l'attuazione.
I Consorzi di Bonifica
Hanno la competenza di realizzare e gestire
le reti per il risanamento idraulico del
territorio e quelle a prevalente scopo irriguo;
inoltre hanno facoltà di gestire
gli impianti per l'utilizzazione delle acque
reflue depurate. Nell'Italia meridionale
hanno operato per le dotazioni territoriali
in materia di viabilità, acquedotti
rurali, elettrificazioni ed insediamenti
civili.
Essi sono di norma titolari della concessione
di derivazione delle acque e, a seguito
delle richieste degli utenti e delle esigenze
derivanti dalle diverse colture, realizzano
il coordinamento dell'uso delle acque.
I Consorzi, presenti in tutte le Regioni
italiane, sono 156: 64 al Nord, 29 al Centro,
34 al Sud e 19 nelle Isole.
Il Comitato Nazionale per la lotta alla
siccità e alla desertificazione
È stato istituito con DPCM 26-9-1997
presso il Ministero dell'Ambiente, coordina
l'attuazione della Convenzione delle Nazioni
Unite sulla lotta alla siccità e/o
desertificazione (UNCCD) nei Paesi gravemente
colpiti, in particolare in Africa.
L'Italia, ed i Paesi del nord del Mediterraneo
costituiscono all'interno della UNCCD un
gruppo regionale (annesso IV) che si prefigge
di individuare e attuare politiche comuni
di lotta alla desertificazione, nel contesto
delle politiche dell'Unione Europea. All'Italia
è stata assegnata la Presidenza dell'annesso
IV, con il compito di coordinare la predisposizione
del Piano regionale in vista della IV conferenza
delle parti prevista nell'anno 2000.
Il Comitato Nazionale, nella seduta del
22 luglio 1999, ha approvato le linee guida
del piano d'azione nazionale per la lotta
alla desertificazione, ove la gestione sostenibile
delle risorse idriche costituisce uno dei
quattro settori rilevanti di intervento,
indirizzato principalmente verso la tutela
delle acque, il controllo della domanda
idrica, dei prelievi e degli scarichi, la
riduzione degli sprechi e delle perdite,
la razionalizzazione delle attività
irrigue, l'incentivazione della ricerca
sugli usi multipli dell'acqua, lo sviluppo
e il riutilizzo delle acque reflue in agricoltura,
lo sviluppo di piani di prevenzione, mitigazione
ed adattamento degli effetti di eventi di
siccità.
La Commissione Interministeriale per
la Politica dell'Acqua nel Mediterraneo
E' stata istituita con D.P.C.M. del 24/3/77.
Alla Commissione, della quale fanno parte
rappresentanti dei Ministeri dei Lavori
Pubblici, Ambiente, Politiche Agricole e
Forestali, Affari Esteri e Dipartimento
dei Servizi Tecnici nazionali della Presidenza
del Consiglio dei Ministri, è affidato
il compito di istituire il Punto Focale
Nazionale per l'acqua nell'ambito del sistema
euro-mediterraneo per lo scambio delle informazioni
nel settore dell'acqua (SEMIDE) e di seguire
gli sviluppi della politica dell'acqua nonché
di proporre iniziative dirette.
La Commissione rimette semestralmente una
relazione sull'attività svolta al
Presidente del Consiglio dei Ministri.