ACQUA
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HANNO DETTO DELL'ACQUA
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Hanno detto dell'acqua
Bere gratis?
di Ismail Serageldin
Presidente
della Commissione mondiale per l'acqua nel
XXI secolo
L'acqua
è un diritto umano? Naturalmente
sì: senz'acqua la gente muore. Questo
significa forse che i governi dovrebbero
metterla a disposizione di tutti, sempre
e gratuitamente? No. Il dibattito non verte
sulla mercificazione dell'acqua, ma sul
modo in cui realizzare quel mondo senza
più problemi di risorse idriche che
ci siamo prefissi come meta, una meta sulla
quale siamo tutti d'accordo.
L'acqua è un diritto umano, proprio
come il cibo. Quest'ultimo, però,
non viene distribuito gratuitamente: i contadini
sono pagati per produrlo, il settore privato
è coinvolto nella sua distribuzione,
il governo fissa parametri sanitari ed elabora
politiche finalizzate a garantire la sicurezza
degli alimenti. Per le persone troppo povere
per procurarsi il cibo, promuoviamo piani
di trasferimento del reddito, come i buoni
viveri e altri sussidi; non distruggiamo
l'intero sistema produttivo alimentare.
Soltanto nell'ex-Unione Sovietica il governo
fece un serio tentativo di nazionalizzare
la produzione alimentare e la sua distribuzione:
questo distrusse l'agricoltura, promosse
pratiche insostenibili e fu causa di enormi
privazioni per i cittadini. Nella Cina comunista,
le riforme che portarono a un grande miglioramento
nella qualità della vita della classe
povera iniziarono con la liberalizzazione
della produzione agricola e delle politiche
dei prezzi.
Ecco le premesse alla base dell'opportunità
di determinare i prezzi dei servizi idrici
adottando e applicando sistematicamente
i principi "paga chi inquina"
e "paga chi usa":
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Il
trasporto dell'acqua nel terzo mondo
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Aspetti ambientali. Per preservare
l'ambiente è impossibile parlare
di gestione delle risorse idriche dal punto
di vista della domanda se l'uso e l'abuso
dell'acqua vengono considerati privi di
costo.
Aspetti finanziari. I governi non
hanno i mezzi necessari a estendere i servizi
a tutte le popolazioni, attuali e previste,
al livello odierno delle sovvenzioni. Saranno
necessari imponenti investimenti per tutti
gli aspetti inerenti all'acqua: dalla conservazione
dei terreni paludosi all'eliminazione dell'inquinamento,
dall'uso più efficiente di acqua
per l'irrigazione in agricoltura alla garanzia
di sicurezza delle misure igieniche e dell'acqua
per tutti. Una tariffazione adeguata permetterà
la mobilitazione del capitale necessario,
che noi stimiamo più del doppio dell'attuale
spesa mondiale (tra i 70 e i 180 miliardi
di dollari l'anno).
Aspetti economici. La fornitura gratuita
di acqua e la non applicazione dei principi
"paga chi inquina" e "paga
chi usa" comportano distorsioni che
promuovono cattivi investimenti e impediscono
l'adozione di tecnologie efficienti e ecocompatibili.
Aspetti politici. Sostenere le comunità
con aiuti diretti, promuovere un processo
decisionale aperto alla partecipazione,
disporre di fornitori di servizi che debbano
rispondere del proprio operato a utenti
paganti, sono tutti aspetti del medesimo
approccio, che intende sostituire la visione
paternalistica con quella che vede le persone
artefici del proprio benessere, con governi
e istituzioni che devono rendere conto al
popolo del proprio operato.
Aspetti etici. Il sistema attuale
è ingiusto. E le vittime di questa
ingiustizia sono i poveri e l'ambiente:
circa un miliardo di persone non ha accesso
ad acque sicure; abbiamo già perso
il cinquanta per cento dei terreni paludosi,
le falde freatiche sono in rapidissima diminuzione,
l'erosione e la saturazione acquosa del
suolo sono in aumento e entro il 2025 occorrerà
fare fronte alle necessità di altri
2,3 miliardi di persone.
Il fallimento delle politiche attuali risulta
evidente anche dalla perversità insita
nel difendere i prezzi dell'acqua fornita
alle città, in nome di quei poveri
che non hanno alcun accesso ai sistemi idrici
in acquedotto e ovunque, da Lima a Lagos,
finiscono col pagare 10-20 volte gli stessi
prezzi per unità a venditori non
soggetti a regole e per acque di dubbia
qualità! Le alternative, dall'irrigazione
a goccia alla raccolta di acqua piovana,
sono ben note, ma non verranno adottate,
perché i sussidi governativi portano
a un uso sbagliato ed eccessivo, insomma
all'abuso.
Le politiche attuali non sono solo insostenibili,
sono ingiuste. Per assicurare a tutti un
mondo privo di problemi idrici, dobbiamo
abbandonare le politiche fallimentari del
passato e non dobbiamo permettere che slogan
ben formulati possano ottenebrare la nostra
capacità di giudizio. Come abbiamo
già dichiarato nel rapporto della
Commissione mondiale per l'acqua nel XXI
secolo, questo richiederà una volontà
politica che, in ultima analisi, deriva
da un pubblico attivista e informato, che
voglia veramente servire tutti e proteggere
l'ambiente.