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SPECIALE ACQUA
ACQUA > SPECIALE ACQUA > LA POLITICA DELL'ACQUA > LA GESTIONE DEI SERVIZI IDRICI
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La politica dell'acqua

La gestione dei servizi idrici


L'acqua e il territorio

La tutela e la gestione delle acque assume un ruolo sempre più rilevante nell'azione delle Amministrazioni centrali e periferiche dello Stato.
Risale al 1933 il testo unico delle acque pubbliche, considerato il primo esempio di armonizzazione delle disposizioni legislative in materia: l'acqua viene vista come risorsa, ne viene regolamentato l'uso e la possibilità di dichiararla pubblica.

Nel 1976 la Legge Merli ha introdotto la prima normativa a tutela delle acque dall'inquinamento. Gli aspetti innovativi sono:

  • la disciplina unica degli scarichi di tutte le acque e l'obbligo di autorizzazione per qualsiasi nuovo scarico;
  • l'organizzazione di pubblici servizi di acquedotto, fognatura e depurazione;
  • la redazione di Piani regionali di risanamento delle acque;
  • il rilevamento, da parte delle Regioni, delle caratteristiche qualitative e quantitative dei corpi idrici.


Queste disposizioni, tra l'altro, hanno costituito la piattaforma per la Legge n. 183 del 18 maggio 1989 "Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo". La Legge ha lo scopo di "assicurare la difesa del suolo, il risanamento delle acque, la fruizione e la gestione del patrimonio idrico per gli usi di razionale sviluppo economico e sociale, la tutela degli aspetti ambientali ad essi connessi". La normativa individua una serie di strumenti per il conseguimento dei seguenti obiettivi: l'identificazione dei bacini idrografici (considerati come ecosistema unitario), l'istituzione delle Autorità di Bacino (preposte alla gestione dei bacini e alla predisposizione di piani di settore), l'avvio dei Piani di Bacino (strumento principale per acquisire la conoscenza delle situazioni in atto, individuare i fattori critici e gli interventi necessari, programmare l'utilizzo delle risorse idriche e pianificare gli interventi da attuare su base triennale).
Si affiancano alla normativa nazionale le leggi di recepimento delle Direttive Comunitarie, tra cui il già richiamato ultimo decreto legislativo n. 152/9), che introduce gli obiettivi di qualità dei corpi idrici, il monitoraggio e la classificazione dello stato delle acque, la predisposizione dei piani di tutela.

Rilevi cartografici dei bacini idrici

La legge di riforma dei servizi idrici
La legge n. 36 del 5 gennaio 1994 "Disposizioni in materia di risorse idriche" (nota come Legge Galli) sancisce che "tutte le acque superficiali e sotterranee, ancorché non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa che è salvaguardata ed utilizzata secondo criteri di solidarietà". Tale Legge, oltre ad affermare la priorità dell'uso dell'acqua per il consumo umano, getta le basi per il passaggio da un sistema frazionato delle gestioni ad un organico sistema imprenditoriale, delineando un processo di trasformazione del settore idrico di grande importanza e complessità, il cui obiettivo finale è la gestione integrata dell'intero ciclo dell'acqua, i cui costi siano interamente coperti dalla tariffa.
La Legge mira a risolvere tre problemi fondamentali: la molteplicità delle gestioni, la frammentazione del ciclo tecnologico, lo scompenso tra le tariffe attuali ed il costo del servizio.
Il ciclo integrato (captazione, trattamento, distribuzione, servizi di fognatura e di depurazione) deve essere accentrato in un unico soggetto capace di garantire una gestione razionale delle risorse, riducendo gli sprechi e favorendo il risparmio e il riuso.
La ridefinizione degli aspetti economico-tariffari deve consentire ai nuovi soggetti gestori la possibilità di agire secondo principi di natura imprenditoriale. Sotto questo profilo la Legge stabilisce un importante principio, e cioè che l'onere della gestione deve ricadere sulla tariffa, elemento regolatore del sistema, in quanto il costo del servizio deve essere sopportato dagli utenti e non dalla intera collettività nazionale.
La Legge prevede inoltre che, per la migliore programmazione ed utilizzazione delle risorse idriche, le Autorità di Bacino predispongano il bilancio idrico diretto ad assicurare l'equilibrio tra le disponibilità ed i fabbisogni di acqua per i diversi usi.
La riorganizzazione del settore idrico costituisce un obiettivo concreto e prioritario per la finanza pubblica, per migliorare la qualità della vita in ampie zone del Paese e per favorire l'insediamento di nuove attività economiche, in particolare turistiche. La possibilità di sviluppare aziende fornitrici di servizi e di introdurre e promuovere nuove tecnologie dipendono dal successo della riforma, che sembra poter costituire concreta occasione per rimuovere alcuni degli ostacoli strutturali alla piena integrazione del Mezzogiorno.

Il quadro attuale

In attesa della piena attuazione della riforma gli acquedotti e le reti di distribuzione sono gestiti con diverse forme organizzative che vanno dall'esercizio diretto alla concessione a terzi (in genere privati, imprese o società) o ancora all'azienda municipalizzata (organo strumentale del Comune), all'azienda consortile (Consorzio di Comuni o di aziende municipalizzate) e agli enti di diritto pubblico.
L'83,3% degli acquedotti è gestito direttamente dai Comuni che tuttavia distribuiscono solo il 34,4% dell'acqua, mentre le municipalizzate assicurano il 24% dell'erogazione idrica e servono il 62% della popolazione nazionale. I privati svolgono un ruolo marginale gestendo appena il 5% dell'acqua erogata.

Aziende e associazioni d'imprese
Le imprese pubbliche operanti nel settore dei servizi idrici sono associate a Federgasacqua, mentre quelle private fanno riferimento a tre associazioni di categoria, ANIDA, ANFIDA e IRSI.
La Federgasacqua è l'associazione delle aziende pubbliche che gestiscono i servizi relativi al ciclo integrale dell'acqua e la fornitura di gas per gli usi civili. Aderiscono a Federgasacqua 394 aziende.
All'ANFIDA e all'ANIDA sono associate rispettivamente le aziende private operanti prevalentemente nel settore dei servizi d'acquedotto e nel settore dei servizi di depurazione.
L'IRSI è l'associazione delle imprese operanti nel settore delle costruzioni idrauliche nonché delle società di progettazione e gestione interessate al ciclo integrale dell'acqua.
Le più importanti aziende pubbliche, parallelamente al processo di riforma in atto, si stanno trasformando in Società per Azioni ed alcune di esse sono già quotate in borsa, come l'AMGA di Genova.
L'ACEA S.p.A. è una tra le prime aziende multiservizi italiane. Le sue attività vanno dalla distribuzione di energia elettrica al settore idrico-potabile e della depurazione, dalla protezione ambientale alla telefonia. L'azienda gestisce il sistema idrico di Roma e di altri 60 Comuni.


 
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