1.
Aspetti progettuali generali
1.1 Introduzione
L'idea
base del progetto risiede nella valorizzazione
della filiera bosco/legno/energia. Tale scelta
tiene conto della coesistenza di una serie
di potenzialità:
- la
riduzione delle emissioni in atmosfera tramite
la sostituzione di fonti energetiche fossili
con biomasse forestali (scarti, residui,
colture energetiche ligno-cellulosiche,
ecc.)
- l'assorbimento
di CO2 e l'immagazzinamento della stessa
in manufatti legnosi di lunga durata;
-
il
contributo ad un eventuale sviluppo (sia
quantitativo che, soprattutto, qualitativo)
di una industria locale del legno che
porti a positive ricadute occupazionali
ed economiche, in una regione pilota della
Repubblica Argentina.
Lo
sviluppo di queste potenzialità avviene
attraverso una razionalizzazione dell'intero
ciclo della filiera foresta/legno, ossia tramite
un percorso che consenta di ottenere sia un'adeguata
gestione in loco delle risorse forestali,
finalizzata al consumo finale dei prodotti
legnosi, sia una produzione di energia a partire
da residui forestali e da coltivazioni ligno-cellulosiche
a rapida crescita. La produzione di energia
(sia termica che elettrica) a partire da biomasse
ligno-cellulosiche costituisce, infatti, l'ulteriore
e complementare obiettivo del progetto; tale
produzione è considerata uno degli
elementi chiave per ridurre l'impiego di combustibili
fossili i quali, a differenza dei prodotti
vegetali, alterano l'equilibrio della CO2
in atmosfera.
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La zona tra le province
di Corrientes e Misiones
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Il
primo importante passo è, quindi, rappresentato
dall'introduzione di miglioramenti gestionali
nella foresta, al fine di ottimizzare la capacità
di assorbimento di CO2 da parte delle piante,
e di consentire un maggiore utilizzo del legno
come materia prima nella quale è stata
immobilizzata CO2. A fianco di questo obiettivo
si pone la necessità di interventi
di afforestazione o di riforestazione che
vanno indirizzati, compatibilmente con le
locali condizioni ambientali e strutturali,
verso criteri tradizionali oppure verso l'introduzione
di Short Rotation Forestry.
Un secondo elemento è costituito dalla
localizzazione della lavorazione del legno
quanto più vicino possibile al luogo
di origine, per via di effetti positivi che
si possono così riassumere:
In
sintesi gli elementi chiave del progetto sono
così esprimibili:
- aumento della superficie
forestale produttiva, tramite la valorizzazione
di terreni non forestati e/o scarsamente
utilizzabili per altre destinazioni - anche
per fenomeni di abbandono - con conseguenze
positive sulla protezione del suolo e sull'assorbimento
di CO2;
- miglioramento della
gestione delle foreste produttive esistenti,
tramite l'introduzione o il miglioramento
di metodi ambientalmente compatibili, per
assicurare la conservazione del patrimonio
forestale, la protezione del suolo e della
sua fertilità, la prevenzione dagli
incendi, la rinnovabilità della biomassa
legnosa;
- introduzione di nuovi
metodi di manutenzione della forestazione,
tendenti sia al miglioramento qualitativo
della produzione legnosa (diradamenti, potature,
ecc.) che alla successiva migliore valorizzazione
economica;
- introduzione, ove
fattibile ed opportuno, di Short Rotation
Forestry, da localizzare in terreni scarsamente
adatti alla forestazione tradizionale, ed
in contesti socio-economici adeguati a questa
tipologia di utilizzazione del terreno;
la produzione derivante da queste coltivazioni
è tradizionalmente destinata alla
conversione in energia rinnovabile;
- miglioramento qualitativo
del prodotto forestale da avviare all'esportazione
(anche verso l'Italia);
- miglioramento o sviluppo
dell'industria locale di prima lavorazione
del legno, con significativi vantaggi, quali
la produzione di semi-lavorati di migliore
fattura e più facilmente trasportabili,
con conseguente incremento di competitività
sul mercato;
- ottimizzazione del
ciclo dei trasporti per l'intera filiera
- attraverso interventi sui sistemi strutturali
destinati alla movimentazione a media-lunga
distanza del legname sia grezzo che lavorato
- al fine di minimizzarne i costi derivanti
sia dalla volumetria del materiale, che
dai mezzi stessi di trasporto;
- produzione di energia
(termica ed elettrica) tramite combustione
(o gasificazione) di biomassa legnosa, derivante
dalle fasi di abbattimento, esbosco, e lavorazione
del legno; parte della biomassa può
derivare dalle Short Rotation Forestry ed
anche dal recupero di altre frazioni di
materiale vegetale residuo che non presenta
sbocchi di impiego più convenienti
sotto un profilo sia economico che ambientale;
- utilizzazione di energia
sia all'interno del ciclo produttivo, sia
all'esterno (ad es. immissione in reti,
anche locali, di energia elettrica), con
conseguente riduzione di emissioni di CO2
in atmosfera, quale effetto della sostituzione
di fonti energetiche fossili;
- promozione dell'impiego
di legno e derivati (provenienti da coltivazioni
e cicli di lavorazione ambientalmente compatibili)
come materiali per costruzione, opera e
altri manufatti, con il principale obiettivo
di allungare il periodo di sequestrazione
della CO2 assorbita prima del suo rilascio
in atmosfera;
- riduzione di emissioni
di gas serra, lungo tutta la filiera, con
un effetto derivato di non secondaria importanza.
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Gli scarti del legno
sono una grande fonte di biomassa
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Nel
seguito della trattazione verranno approfondite
le due parti di cui è costituito il
progetto:
- una parte strettamente
agronomica, che prende in esame la produzione
di biomassa produttiva, nelle varie fasi
a partire dalla ricerca di terreni disponibili
all'impianto e dalla scelta delle specie
più idonee, fino alla preparazione
ed allo stoccaggio della biomassa stessa;
- una parte impiantistica
di conversione della biomassa in energia
elettrica e calore, attraverso il sistema
generatore di vapore a recupero da combustore
per biomassa - turbina - generatore elettrico
- scambiatore di calore.
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