ACQUA
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A
scuola di acqua
Gli usi dell'acqua
A fronte dei 42 miliardi di m3 di risorse idriche utilizzabili, i prelievi
ammontano a circa 40 miliardi di m3.
Per ciò che concerne l'uso delle
risorse idriche in Italia, al nord la domanda è maggiore (66%) a causa
di una prevalente attività agricola e zootecnica a carattere intensivo
e di un'accentuata concentrazione industriale, mentre nel sud si riscontra una
cronica carenza di acqua per tutti gli usi.
Quanto alla destinazione
d'uso delle risorse a livello nazionale, il settore agricolo assorbe il 60% dell'intera
domanda di acqua del paese, seguito dal settore energetico e industriale con il
25% e dagli usi civili per il 15%.
In un prossimo futuro c'è da
attendersi, anche per effetto di una politica tariffaria che trasferirà
quasi per intero il costo dell'acqua sul consumatore, che si giunga ad un uso
più razionale delle risorse e quindi ad una conseguente riduzione dei consumi.
Nel settore agricolo esigenze di mercato e una rinnovata concezione dell'agricoltura
stanno portando ad una riduzione nell'utilizzazione delle risorse. Una evoluzione
che sembra incoraggiare la specializzazione dell'agricoltura nazionale che sta
puntando al ridimensionamento quantitativo delle produzioni a vantaggio di una
più elevata qualità. In questo contesto l'uso di tecniche risparmiatrici
di acqua tende a diffondersi, specialmente nel Mezzogiorno, dove senza acqua non
è possibile un'agricoltura competitiva.
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Uno
scarico industriale |
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Idropotabile
I prelievi ammontano a circa 8 miliardi di m3 annui e
rappresentano il fabbisogno lordo delle reti acquedottistiche. Fra il 1975 ed
il 1987 si è verificato un aumento significativo dei prelievi (+ 35%),
che si sono stabilizzati nel decennio successivo. Gli usi idropotabili gravitano
soprattutto sulle risorse sotterranee (nel Nord il 90% del fabbisogno viene soddisfatto
dalle falde o dalle sorgenti).
Energia
Si stima un fabbisogno
intorno ai 4 miliardi di m3 annui, considerando i soli impianti termoelettrici
collocati nell'entroterra, che utilizzano acqua dolce per il raffreddamento. Gli
impianti idroelettrici non vengono considerati in quanto non determinano un vero
e proprio consumo.
Industria
L'industria italiana utilizza
annualmente un quantitativo di acqua stimato in 8 miliardi di m3. Per valutarli
ci si avvale di metodologie basate sulla stima di coefficienti di consumo caratteristici
per le diverse attività industriali. La gran parte delle industrie si approvvigiona
direttamente dai corsi d'acqua e dalle falde.
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Agricoltura
Recenti stime indicano in 20 miliardi di m3 i prelievi
annui per uso irriguo. I volumi annui effettivamente utilizzati (in massima parte
da fonti superficiali) variano in funzione dell'andamento climatico, delle disponibilità
e delle colture praticate. In base alle rilevazioni ISTAT, nel 1990 in Italia
la superficie effettivamente irrigata rappresentava il 70% della superficie irrigabile
e circa il 18% della Superficie Agricola Utilizzata. I dati evidenziano significative
differenze a livello territoriale: nel Nord Italia l'irrigazione riguarda oltre
il 30% della superficie agricola utilizzata, nel Centro circa il 9% e nel Mezzogiorno
tra il 10 e 11%.
Effetti antropici
L'azione dell'uomo sul territorio, conseguente ai
processi di sviluppo economico e di espansione insediativa, non determina soltanto
il tipo di paesaggio ma influenza anche le aree interessate dal deflusso delle
acque. La costruzione di dighe per realizzare invasi, l'innalzamento degli argini,
le opere destinate a trattenere le piene, la progressiva occupazione degli alvei
dei corsi d'acqua non solo con coltivazioni ma anche con infrastrutture stradali
e/o insediamenti urbani ed industriali, hanno pesantemente modificato i processi
di deflusso superficiale, con conseguenze spesso rovinose.
A questo si aggiunge
il continuo processo di inquinamento delle acque, sia superficiali che profonde,
anche se il carico inquinante complessivo - stimato tra 100 e 145 milioni di abitanti
equivalenti negli anni '70 - sembra essere in diminuzione, anche per il declino
delle industrie pesanti ed il diffondersi dell'impiego di tecnologie più
pulite o che consentono la depurazione ed il recupero degli effluenti.