PROGRAMMI
CARTA DELLA TERRA
EDUCAZIONE
ACQUA
ENERGIE
GUERRE

trova

INVIA UN COMMENTO
SEGNALA LA PAGINA
STAMPA LA PAGINA
GREEN CROSS.NET
INDIETRO
La Newsletter












Links sponsorizzati
Materiali per il Concorso
Energie di Pace > CherNObyl > I rischi e il Piano d'emergenza
Speciale
"Energie di Pace"
 CHERNOBYL
Che cos'e' l'energia
Risparmio ed Efficienza
Protocollo di Kyoto
Le energie rinnovabili
Le energie fossili
CherNObyl e il nucleare
 
Cronaca del disastro
L'energia nucleare
La radioattività
I rifiuti radioattivi
Il nucleare in Italia
La mappa delle scorie in Italia
I rischi e
il Piano d'emergenza
I nostri articoli
Rapporto EGE
Alcuni approfondimenti
Per i più piccoli
Glossario
Link utili
I rischi e il Piano d'emergenza


Contrariamente all'opinione più diffusa il rischio nucleare in Italia non è scomparso con la chiusura delle centrali nucleari sul territorio nazionale.

L'incidente di Chernobyl ha infatti messo in evidenza come, in condizioni di diffusione atmosferica sfavorevole, incidenti ad impianti nucleari lontani dal territorio nazionale possano determinare contaminazioni radioattive di acqua, aria e suolo anche a lunghe distanze.

Le prefetture competenti hanno elaborato appositi piani locali di emergenza, riguardo la possibilità che si verifichi un incidente in un impianto nucleare posto in territorio estero, specialmente se l'impianto è ubicato a meno di 200 km dal confine nazionale.






Fonte protezione civile italiana

Nella cartina sono evidenziate tutte le centrali al confine italiano che possono fonti di un possibile inquinamento nucleare per l'Italia.
Sono ben 13 le centrali nucleari a distanza minore di 200 km dal confine italiano (6 in Francia, 4 in Svizzera, 2 in Germania ed 1 in Slovenia).


Fonte protezione civile italiana

Un incidente ad una delle centrali menzionate rappresenta lo scenario di riferimento del "Piano nazionale delle misure protettive contro le emergenze radiologiche", elaborato nel 1996 e attualmente in fase di revisione, nel quale sono riportate le azioni che le Autorità statali e locali devono intraprendere al fine di limitare gli effetti della diffusione di una eventuale nube radioattiva proveniente dall'estero

L'Italia si è dotata a partire dagli anni '80 di una rete nazionale automatica di allarme (la rete REMRAD) e di una rete nazionale complementare (la rete GAMMA), entrambe gestite dall'Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e per i servizi Tecnici (APAT) , affiancate dalla rete del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.


Progetto SocMEd
Indietro
Torna su

home