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SPECIALE ACQUA
ACQUA > SPECIALE ACQUA > LE NOTIZIE DELL'ACQUA > DOMANDA E CONSUMO DI ACQUA
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Le notizie dell'acqua

Domanda e consumo di acqua

La risposta tecnica data al divario fra la domanda futura di acqua e l'offerta disponibile oggi è aumentare l'offerta lanciando nuovi progetti di sfruttamento razionale. Questa ottica, che si limita a prevedere i bisogni da colmare, è da poco sostituita nel Regno Unito da un approccio che accorda un posto assolutamente importante alla gestione della domanda. Esamineremo qui le ragioni di questo cambiamento e ciò che implica in materia di controllo, di gestione dei dati e di analisi.

Il doppio approccio della gestione delle risorse idriche
L'approccio classico presenta alcuni inconvenienti nel mondo. Fondato sul sovradimensionamento, impegna le risorse e i capitali molto prima della comparsa dei bisogni. I grandi progetti sono sottoposti a un lungo processo di analisi e di valutazione prima di essere accolti, ciò che comporta ingenti spese quando l'approvazione è lontana dall'essere certa. Se questi sfruttamenti razionali possono essere l'occasione per dei miglioramenti e per creare nuovi impianti ricreativi, essi disturbano inevitabilmente l'ambiente naturale. Molti dei siti tecnicamente adatti a un ampio sfruttamento delle risorse ospitano paesaggi fragili. È il caso dei parchi nazionali o degli habitat protetti che fanno parte delle zone speciali di conservazione così come definite dalla Direttiva sugli habitat naturali. Inoltre, è sempre più importante ottenere l'appoggio pubblico, ma più il progetto è vasto e complesso più i rischi di opposizione sono grandi.

Quale altra soluzione considerare? I gestori delle risorse idriche hanno cominciato a considerare la possibilità di agire sulla domanda prima di pensare a estendere l'offerta. Se è possibile ridurre i bisogni o rallentarne l'aumento, non si devono più trovare nuove risorse di approvvigionamento, o almeno non immediatamente. In questo doppio approccio, non si rigetta l'idea di accrescere l'offerta, ma si tenta prima di gestire la domanda. Bisogna studiare accuratamente la scala temporale, poiché le due opzioni presentano termini diversi di messa in opera. Un altro elemento di difficoltà nella gestione della domanda è il carattere aleatorio delle economie realizzate, che dipendono dal comportamento di diverse organizzazioni e, soprattutto, della popolazione. Mostreremo più avanti che è possibile ridurre questi rischi e che i vantaggi potenziali per l'ambiente superano di gran lunga gli inconvenienti.

Acquisto d'acqua minerale in Africa

Le principali organizzazioni nel Regno Unito e in Galles
Il settore dell'acqua è stato privatizzato. Ecco i principali attori:

- lo Stato, ministero dell'Ambiente, dei trasporti e delle regioni;
- l'Agenzia dell'ambiente, organo di regolamentazione e gestione delle risorse idriche;
- l'Esattoria delle acque (Ofwat), organo di regolamentazione economica dell'acqua;
- le società private di distribuzione e di produzione di acqua, in numero di 28.

L'insieme di numerosi fattori ha indotto la politica pubblica a privilegiare la gestione della domanda piuttosto che la valorizzazione di nuove risorse: le gravi siccità degli anni '90, i numerosi esempi di danni inflitti all'ambiente dai prelievi eccessivi, l'impossibilità per le compagnie delle acque di limitare l'irrigazione libera senza contatore, i ritardi di molte aziende nel ridurre sensibilmente le perdite, il pesante costo finanziario e ecologico dei nuovi sfruttamenti. Questo approccio, favorito dal Governo laburista dal 1997, è sostenuto dalle associazioni ambientaliste e dalla maggior parte dei consumatori. Le compagnie delle acque, più reticenti, sono state vivamente incoraggiate ad adottare la gestione della domanda, tanto da parte del Governo che degli organi di regolamentazione. Dieci anni dopo la privatizzazione, cominciano a ridurre nettamente le perdite, offrono opzioni di conteggio e a lungo termine non prevedono che poco o nessun aumento dell'approvvigionamento della rete pubblica.

Gli altri paesi non hanno seguito l'esempio dell'Inghilterra e del Galles. Privatizzare il settore dell'acqua vendendo beni pubblici a società che detengono il monopolio di un servizio essenziale per la salute e il benessere della popolazione è oggetto di controversia. Si potrà affermare che l'equilibrio fra il bene pubblico e il profitto privato è garantito grazie a una stretta regolamentazione. Nondimeno, il processo regolamentare, che deve essere trasparente e può essere contestato da meccanismi di appello e di inchiesta, ci insegna molto sul modo di gestire bene le risorse idriche. È molto utile agli altri gestori di acqua poter comparare dettagliatamente le prestazioni e i costi di 28 compagnie molto diverse fra loro. Di fatto, il quadro regolamentare di indirizzo, di controllo e di resoconto rappresenta un riferimento sempre più utilizzato dalle compagnie del resto del mondo.

A questi attori chiave si aggiunge un gran numero di associazioni ecologiste e di gruppi di pressione, così come il grande pubblico, le cui aspettative aumentano con innalzamento del livello di vita. Non bisogna sottovalutare neppure il ruolo dei media, nell'era delle comunicazioni e delle notizie in tempo reale.

È chiaro che la gestione della domanda incontra difficoltà dovute alla struttura del settore idrico: "L'utilizzo razionale dell'acqua è reso difficile dall'esistenza di numerose istituzioni frammentate le cui competenze si sovrappongono. Gli organismi responsabili dovrebbero, almeno, adottare una visione più ampia e cercare di coordinare le loro azioni" (James Winpenny, Banca europea dello sviluppo).
Per essere efficace, la gestione della domanda deve essere integrata a tutti i livelli dell'elaborazione delle politiche, della pianificazione a lungo termine, dell'amministrazione e dell'esercizio a breve termine. Questo deve essere l'orientamento di fondo, non un'azione occasionale.



L'autolavaggio, uno dei maggiori responsabili del consumo d'acqua nei centri urbani

I campi di applicazione
La gestione della domanda si applica a tutti i settori, dal prelievo al consumo passando per la distribuzione. Le misure da adottare coprono dunque tre campi (Ukwir/Ea, 1996):

- gestione delle risorse e della produzione;
- gestione della distribuzione;
- gestione del consumo.

Tutte le opzioni di gestione sono confrontate alle stesso modo: economie di profitto possibili in materia di risorse, immobilizzazione e spese di esercizio, fatturato della compagnia, costo per l'ambiente e la società, termini di esecuzione e ripercussioni sulla strategia a lungo termine.

L'economia dell'ambiente è al suo debutto, è ancora difficile giungere a valori assoluti, ma la possibilità di raffrontare le opzioni è già un grande progresso.
La gestione delle risorse include il tradizionale miglioramento dei punti di approvvigionamento ma, anche là, una maggiore efficacia è possibile combinando, per esempio, i prelievi fluviali, i serbatoi e le acque sotterranee. In tempi normali, la flessibilità permette di ridurre il pompaggio e, dunque, le spese di esercizio. Le compagnie conducono la maggior parte di queste attività ma, in qualità di organo di regolamentazione, l'Agenzia dell'ambiente gioca un ruolo di primo piano. Essa valuta e rivede i bisogni di permessi di prelievo, determina se le risorse e le politiche di esercizio sono adeguate e esige l'adozione di piani per fronteggiare la siccità. Ugualmente, essa gestisce i piani di regolamentazione per alcuni fiumi, come la Severn e la Dee.

La gestione della produzione mira a ridurre le perdite di acqua greggia, a limitare le perdite negli impianti di trattamento, per esempio riciclando l'acqua di lavaggio, e a rilevare efficacemente le perdite nelle condotte. I volumi in gioco sono generalmente bassi in rapporto all'approvvigionamento.

La gestione della distribuzione cerca di diminuire le perdite d'acqua nelle condotte maestre, nelle condotte principali, nelle condotte di adduzione e dei serbatoi di servizio. È un elemento importante dei programmi di gestione della domanda delle aziende, che ha permesso riduzioni ragguardevoli negli ultimi anni. Così, le perdite del Nord West Water si sono ridotte del 40 per cento, passando da 937 a 579 milioni di megalitri(*) al giorno fra il 1992-1993 e il 1997-1998 (Nww, 1999). Il Governo ha chiesto all'Esattoria delle acque di prendere in mano la situazione e imporre a tutte le compagnie obiettivi che riducano le perdite d'acqua a livelli "economici". L'Agenzia dell'ambiente e il mondo industriale hanno collaborato alla formulazione di un metodo per stabilire il livello di perdita economico (Ukwir, 1997).

L'efficacia dei programmi di riduzione delle perdite di acqua poggia su diverse misure. Una è il controllo continuo, ripartito e in tempo reale, con l'obiettivo di rilevare e localizzare le perdite. Numerose società hanno anche un numero di chiamata gratuito perché il pubblico possa segnalare le rotture. La riduzione delle zone permette il funzionamento a pressione ridotta, il che limita le rotture. Quando un troncone invecchia, si può considerare il rivestimento delle condotte o la loro sostituzione. Il perseguimento dei progressi in materia di riduzione delle perdite esigerà l'applicazione diffusa di tecniche sempre più elaborate di localizzazione e di controllo, insieme all'intervento rapido di squadre di riparazione.

Infine, la gestione del consumo comporta diverse opzioni adottate dalle compagnie:

- la posa dei contatori;
- l'ammodernamento degli accessori sanitari e degli apparecchi domestici;
- le verifiche;
- la sovvenzione dell'acquisto di cisterne per raccogliere l'acqua piovana destinata all'irrigazione;
- il riciclaggio delle acque.

Resta ancora molto da fare nel campo del conteggio del consumo, anche se la percentuale dei clienti privati è nettamente aumentata (3 per cento di case a livello nazionale nel 1992-1993, 11 per cento nel 1997-1998 e 18 per cento a marzo 2000; fonte Ofwat). Uno dei grandi obiettivi è limitare l'irrigazione ai periodi aridi al fine di abbassare i picchi di consumo.
Ancora, l'Agenzia dell'ambiente assolve una missione importante effettuando saggi e ricerche, pubblicando le informazioni (Environment Agency, 1996, 2000) e diffondendo metodi e tecniche, spesso in collaborazione con altre organizzazioni. Molte di queste opzioni sono relativamente onerose ma il loro largo impiego dovrebbe abbassarne i costi e contribuire sensibilmente a una gestione durevole.


La strategia adottata dall'Agenzia dell'ambiente per l'Inghilterra e il Galles

La pianificazione strategica può favorire molto la gestione della domanda definendo un quadro a lungo termine basato sul nuovo approccio.

L'Agenzia sta preparando una strategia nazionale per i prossimi 25 anni (Environment Agency, 2000), arricchita da otto strategie regionali più dettagliate che saranno riesaminate e attualizzate alla fine di cinque anni. L'obiettivo è stabilire le sfide e le scelte che riguardano tutte le parti interessate alle risorse idriche, alla luce dei cambiamenti profondi attesi nella società, nell'economia e, ovviamente, nel clima. Queste strategie si fondano su diversi scenari di domanda, elaborati secondo un quadro di previsione uniforme. Esse costituiscono un insieme solido e valido di opzioni di gestione globale che garantiranno l'approvvigionamento d'acqua per tutta la gamma degli scenari, senza nuocere all'ambiente. Le azioni e le sfide che interessano diverse organizzazioni, i poteri pubblici, l'industria, l'agricoltura e i singoli sono precisate, in modo da coprire l'approvvigionamento pubblico e i prelievi privati. Un'analisi più precisa per bacino sarà condotta dalla cattedra di Strategie di gestione dei prelievi nei bacini versanti (Cams), una iniziativa con un programma di sei anni, immediatamente aggiornato, che inizierà nel 2001.

Queste misure aiutano l'Agenzia ad assolvere la sua missione di regolamentazione dell'ambiente. Per quanto riguarda gli aspetti economici, l'Esattoria delle acque adotta piani strategici per controllare i prezzi al consumo, i piani d'investimento delle compagnie e l'efficacia operativa nei cinque anni.


Il piano strategico dell'Esattoria delle acque e i rapporti delle imprese
Grazie ai piani strategici delle compagnie delle acque, detti Piani di gestione degli attivi (Amp), l'Esattoria delle acque stabilisce per i prossimi cinque anni il prezzo dell'acqua al consumo come fattore "k" superiore o inferiore alla crescita generale dovuta all'inflazione:

- i piani di razionalizzazione dell'acqua.
Precisano anche le immobilizzazioni e le spese di esercizio annuali corrispondenti ai cinque anni del piano e, a titolo indicativo, per i successivi 15 anni. L'Agenzia dell'ambiente e l'Esattoria delle acque concordano insieme le informazioni relative alla pianificazione delle risorse idriche.
Oltre ai piani quinquennali, le compagnie presentano a luglio rapporti che permettono di seguire le loro prestazioni in materia di gestione delle risorse e dell'offerta. Questi documenti forniscono dati verificati sui rendimenti e sui costi.

I piani elaborati dalle compagnie
Dopo la lunga e grave siccità del 1995-1996, il Governo ha richiesto che le compagnie delle acque predisponessero piani finalizzati a garantire la sicurezza degli approvvigionamenti. Questi piani comprendono tutti gli elementi di una gestione globale sopra descritta, come anche le migliori stime possibili della domanda.
L'Agenzia dell'ambiente ha pubblicato una Guida alla pianificazione delle risorse idriche affinché tutti i documenti da ricevere nel marzo 1999 fossero chiari e uniformi. Vi si insiste sulla necessità di favorire la gestione della domanda. Le società sono di dimensioni molto variabili, ma l'Esattoria ha bisogno del contenuto del loro piano strategico alla scala dell'impresa. In vista di assicurare una copertura geografica più uniforme, si invitano le grandi compagnie a presentare i dati della pianificazione sulle piccole zone che stabiliscono, una volta combinati, il livello di impresa utilizzato dall'Agenzia e dall'Esattoria.
La guida, che riflette l'orientamento e la politica del Governo, ha ricevuto il consenso dell'Esattoria delle acque. I documenti allegati non sono pubblicati interamente ma un estratto è trasmesso al Governo che emette a sua volta pareri alle imprese e agli organi di regolamentazione. La guida comprende essenzialmente:
- un lessico del settore dell'acqua;
- i metodi accettati dal settore per prevedere la domanda, effettuare le analisi economiche e stabilire il margine di sicurezza;
- un insieme di ipotesi e di scenari di pianificazione;
- un format di fogli di calcolo per il trasferimento elettronico.
Le compagnie possono utilizzare quattro scenari di domanda, corrispondenti a diverse condizioni meteorologiche. Devono tutte prendere lo stesso anno di riferimento (1997-1998) ma possono scegliere la gravità della siccità e la durata del periodo critico per offrire ai loro clienti il livello di servizio indicato (per esempio, un divieto di irrigare per 20 anni almeno) in seno al loro contesto idrologico (acque di superficie, acque sotterranee, regione secca o umida).

L'Agenzia ha raccolto i dati in modo da poter misurare le prestazioni nel corso dei prossimi cinque anni. Può così anche raffrontare i dati a quelli trasmessi all'Esattoria. La guida è stata revisionata presto nell'anno e le compagnie hanno prodotto il primo aggiornamento annuale dei loro piani nel settembre 2000.
Alcuni pensano che questo meccanismo di pianificazione sia esageratamente costoso, ma oggi si sa che la conoscenza minuziosa, dalla fonte al consumo, è un buon mezzo per individuare le perdite, gli sprechi e la mancanza di efficienza. Senza questo, si potrebbe a torto stimare di aver bisogno di nuove risorse, in ambienti già disturbati.

Il controllo: un'opportunità e una sfida
L'adozione di questo nuovo approccio per la pianificazione e la gestione delle risorse idriche è un grande passo in avanti, che potrà favorire una crescita economica durevole riducendo gli impatti sull'ambiente.
La presentazione dei piani delle compagnie nel 1999 e nel 2000 ha evidenziato l'immenso volume di dati utili e necessari a questo compito. Un esame accurato ha mostrato che i grandi progetti di pianificazione delle risorse proposte all'inizio degli anni '90 non saranno senza dubbio necessari prima di diversi decenni. È evidente che molti dei dati presentano lacune. Ma un approccio fondato sulle componenti permette di rivedere le previsioni ogni volta che si dispone di nuovi dati e di procedere a prove di sensibilità per sapere in quali settori sarebbero altamente vantaggiosi nuovi sforzi.
Se si vuole che siano redditive per le compagnie come per i clienti, le misure di protezione delle risorse idriche e di gestione della domanda devono essere integrate nei piani di investimento e di gestione a lungo termine. È necessario seguire e pubblicare regolarmente le differenze fra i risultati e gli obiettivi. Le politiche del Governo e degli organi di regolamentazione devono essere chiare e riviste in modo consistente sui lunghi periodi. In questo modo, i servizi delle acque potranno diventare più redditivi e avere minore impatto sull'ambiente.

di Hilary Smithers - Gestore dei sistemi idrologici, Agenzia
dell'ambiente, Warrington, Regno Unito

Peter Herbertson - Capo del Centro nazionale
di gestione della domanda d'acqua, Agenzia dell'ambiente, Warrington, Regno Unito



Tratto da Bulletin (Bollettino dell'Organizzazione meteorologica mondiale), volume 50, n.1 - gennaio 2001, pgg 27-32

 
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