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SPECIALE ACQUA
ACQUA > SPECIALE ACQUA > I NUMERI DELL'ACQUA > IL BILANCIO IDRICO IN ITALIA

Indice dei contenuti
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I numeri dell'acqua

Bilancio idrico in Italia

Il nostro è un Paese tra i più ricchi d'acqua del mondo
Ha una elevata capacità idrica

  • 155 mld di mc disponibilità annua teorica d'acqua per usi civili e produttivi;
  • 2700 mc quota pro-capite per abitante;
  • Il 97% dell'acqua dolce in Italia è nelle falde acquifere;
  • Irregolarità dei de flussi e inefficienze riducono questa disponibilità a 110 mld di mc e a 2000 mc. pro-capite;
  • L'acqua effettivamente utilizzabile per tutti gli usi scende a 42 miliardi di mc. ossia a 764 mc. a persona equivalenti a 764 mila litri a persona l'anno a poco più di 2000 litri a persona al giorno;
  • Un italiano su due beve solo acqua minerale perché non si fida dell'acqua del rubinetto, l'Italia è prima in assoluto nel consumo pro-capite d'acqua minerale;
  • La disponibilità d'acqua diminuisce ogni anno, le località in emergenza idrica crescono di numero, i costi ed i prezzi dell'acqua sono in rapido aumento;
  • Il 15% della popolazione italiana, ossia circa otto milioni di persone per quattro mesi l'anno (giugno settembre) è sotto la soglia del fabbisogno idrico minimo di 50 litri di acqua al giorno a persona;
  • L'acqua erogata ogni anno in Italia, nel recente passato da 7 mila enti e soggetti diversi, (ancora esistenti, nonostante la riforma del sistema idrico approvata dal Parlamento nel 1994), attraverso 13 mila acquedotti, è pari a 8 miliardi di metri cubi;
  • Un terzo dell'acqua disponibile in Italia (2 milioni di mc) si disperde dunque lungo le reti fatiscenti e corrose degli acquedotti. Ed è questo un problema tipicamente di programmazione e di gestione alla portata di una pubblica amministrazione che operi per risultati e non più per atti. Il 30% dell'acqua che entra nelle condotte idriche si perde per strada e non arriva nelle case;
  • Anche il 40% dell'acqua per irrigazione (pari al 70% medio dei consumi totali) si perde lungo le tubazioni dalle sorgenti, dagli invasi alle prese e agli idranti;
  • L'inquinamento costituisce il maggior pericolo per le riserve idriche;
  • L'Italia è il Paese che consuma più acqua in Europa, il terzo al mondo dopo Canada e Stati Uniti;
  • Il riciclo e il riutilizzo dell'acqua in Italia non esistono, non sono praticati.


Un bacino idrico artificiale

Scompensi idrici sul territorio nazionale
L'acqua non è disponibile nella stessa quantità in tutte le parti d'Italia. L'interazione fra caratteristiche climatiche, idrologiche ed orografiche e gli insediamenti umani determina una grande variabilità di situazioni. Mentre le regioni del Nord possono godere di risorse abbondanti e regolarmente disponibili, al Sud tale disponibilità è ridotta: sia in termini di precipitazioni (Puglia, Sicilia e Sardegna ricevono il 40-50% in meno delle precipitazioni delle regioni più piovose), sia in termini di risorse disponibili.

Le regioni del Nord ne hanno in abbondanza e con regolarità, il doppio di quanto serva.
Il Sud ne ha metà di quanto gliene occorra; Puglia, Sicilia e Sardegna registrano una piovosità che è meno della metà della quantità annua di pioggia che cade in Veneto e in Lombardia.
Il Nord utilizza solo il 50% delle sue disponibilità idriche.

Sicilia e Sardegna e Puglie coprono appena il 10/20% del proprio fabbisogno d'acqua.
Per ciò che concerne l'uso delle risorse idriche in Italia, al Nord la domanda è maggiore (66%) a causa di una prevalente attività agricola e zootecnica a carattere intensivo e di un'accentuata concentrazione industriale, mentre nel Sud si riscontra una cronica carenza d'acqua per tutti gli usi.

Un acquedotto in Italia

L'acqua e gli enti locali
Tra le città italiane Torino conserva la palma del maggior consumo d'acqua e Firenze è quella che ne consuma meno. Se l'acqua di scarico per usi domestici venisse riciclata per l'agricoltura si avrebbe un risparmio di 1.500 milioni di metri cubi, ossia una quantità di acqua pari a quanta è raccolta negli invasi in Puglia e in Basilicata, utile a fare della Capitanata l'orto di eccellenza dell'Europa. Sotto la Pianura padana abbiamo un grande deposito di acqua, ma è un giacimento di acqua malata, contaminata tutta da depurare a costi alquanto elevati. Questi fattori hanno reso necessari imponenti investimenti per realizzare trasferimenti idrici interregionali e invasi artificiali.

Da un lato quindi aumentano i bisogni di acqua, dall'altro si riduce progressivamente anche in Italia la quantità e peggiora la qualità delle nostre riserve. Siamo vicini al limite dello sfruttamento dell'oro blu.

Negli ultimi decenni si è registrata un'alternanza più accentuata di precipitazioni intense e di periodi di siccità. Il trend osservato contribuisce all'acuirsi dei problemi legati al controllo delle piene e alla difesa idrogeologica e incide significativamente sulla disponibilità di risorse, facendo registrare, soprattutto al Sud e nelle Isole, restrizioni nelle erogazioni sia irrigue che idropotabili.

Quanto alla destinazione d'uso delle risorse a livello nazionale, il settore agricolo assorbe il 60% dell'intera domanda di acqua del Paese, seguito dal settore energetico e industriale con il 25% e dagli usi civili per il 15%.
In un prossimo futuro c'è da attendersi, anche per effetto di una politica tariffaria che trasferirà quasi per intero il costo dell'acqua sul consumatore, che si giunga ad un uso più razionale delle risorse e quindi ad una conseguente riduzione dei consumi.

Nel settore agricolo esigenze di mercato e una rinnovata concezione dell'agricoltura stanno portando ad una riduzione nell'utilizzazione delle risorse. Una evoluzione che sembra incoraggiare la specializzazione dell'agricoltura nazionale che sta puntando al ridimensionamento quantitativo delle produzioni a vantaggio di una più elevata qualità. In questo contesto l'uso di tecniche risparmiatrici di acqua tende a diffondersi, specialmente nel Mezzogiorno, dove senza acqua non è possibile un'agricoltura competitiva.

 

 
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