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SPECIALE ACQUA
ACQUA > SPECIALE ACQUA > I NUMERI DELL'ACQUA > IL BILANCIO IDRICO NEL MEDITERRANEO

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L'acqua nel Mediterraneo

L'acqua nei Paesi mediterranei è scarsa e ripartita in modo molto irregolare sia nel tempo che nello spazio. E' quindi sottoposta a pressioni crescenti, legate alla crescita demografica, allo sviluppo e all'aumento dell'irrigazione.

Nel complesso:

  • sui 12 Paesi del Sud e dell'Est del Mediterraneo, 8 Paesi sfruttano già oggi ogni anno più del 50% delle loro risorse idriche rinnovabili.

  • 2 Paesi sfruttano già più della loro disponibilità di risorse rinnovabili (Autorità Palestinese e Libia).

  • Nel 2025, secondo uno scenario tendenziale, 10 Paesi su 12 consumeranno più del 50% delle risorse idriche rinnovabili e tra essi 8 più del 100% delle risorse rinnovabili.
    In questa situazione di limitata disponibilità, alcuni Paesi hanno fatto ricorso allo sfruttamento di falde fossili non rinnovabili. Il degrado talvolta irreversibile degli ecosistemi, degli acquiferi e le infiltrazioni di acqua salata diventano sempre più frequenti. Di conseguenza l'opinione pubblica si sensibilizza sempre di più e in alcune aree, i rischi di conflitto aumentano.


Trasporto dell'acqua nel Sahara occidentale

La popolazione del Mediterraneo
Nonostante il recente rallentamento nella crescita la popolazione del Mediterraneo in un secolo si è praticamente triplicata a ragione in particolare dell'aumento demografico nel Sud e nell'Est della Regione.

Mondo rurale e sviluppo urbano
Numerosi Paesi del Sud e dell'Est sono ancora a carattere tipicamente rurale. Il 26% della popolazione attiva in Tunisia, il 35% di quella egiziana e il 48% della popolazione turca vivono sul settore agricolo. L'acqua è per loro una risorsa naturale ed economica vitale. L'esodo rurale verso le città genera dei costi che possono essere considerevoli in un contesto economico e sociale instabile e caratterizzato da elevata inflazione.

Contrasti economici
Su un PIL complessivo del Mediterraneo dell'ordine di 4.000 miliardi di dollari, la quota dei cinque Paesi dell'Unione Europea è di circa il 90%. Il rapporto nel PIL pro-capite va da 1 a 30 tra il Paese più ricco e il Paese più povero.

Risorse idriche
Le fonti naturali di acqua sono ripartite molto irregolarmente tra Paesi: 72% della disponibilità si trova nei Paesi del Nord Mediterraneo, il 23% all'Est e solamente il 5% al Sud. Alcuni Paesi o territori, Siria, Israele, Palestina, Egitto si trovano in una situazione di forte dipendenza rispetto ad altri Paesi che si trovano a monte nei bacini idrici di pertinenza.

Tendenze osservate
Al giorno d'oggi nel Mediterraneo sono utilizzati circa 300 miliardi di metri cubi d'acqua dolce. Questa domanda di risorse idriche, composta dal consumo più le perdite degli acquedotti e dei sistemi di distribuzione, è raddoppiata in un secolo ed è aumentata del 60% negli ultimi 25 anni. Vi è anche una forte differenziazione tra Paesi con varie azioni da 100 metri cubi per abitante per anno a oltre 1.000.

Una situazione non sostenibile
Il super sfruttamento delle falde idriche sotterranee e il ricorso a risorse idriche fossili (non rialimentate nel ciclo idrologico) portano ad una situazione non sostenibile nel tempo. Inoltre l'insabbiamento dei serbatoi e bacini artificiali è un'altra causa di una crescente riduzione delle riserve idriche con delle perdite annuali di capacità utile tra il 2 e il 3%.

L'impatto sull'ambiente, la società e l'economia
L'ipersfruttamento degli acquiferi costieri ha già provocato delle numerose infiltrazioni di acqua salata spesso irreversibili. Più della metà delle zone umide mediterranee sono scomparse con un forte impatto sugli ecosistemi. L'inquinamento crescente conduce al degrado delle fonti idriche e provoca costi crescenti per assicurare la produzione di acqua potabile e il costo della gestione delle risorse idriche aumenta.
La limitatezza delle risorse idriche non permette più di assicurare la sicurezza alimentare della regione nonostante una crescita sostenuta della produzione cerealicola.

 

 
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