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Trasporto
dell'acqua nel Sahara occidentale |
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La
popolazione del Mediterraneo
Nonostante il recente rallentamento nella
crescita la popolazione del Mediterraneo in un secolo si è praticamente
triplicata a ragione in particolare dell'aumento demografico nel Sud e nell'Est
della Regione.
Mondo
rurale e sviluppo urbano
Numerosi Paesi del Sud e dell'Est sono ancora
a carattere tipicamente rurale. Il 26% della popolazione attiva in Tunisia, il
35% di quella egiziana e il 48% della popolazione turca vivono sul settore agricolo.
L'acqua è per loro una risorsa naturale ed economica vitale. L'esodo rurale
verso le città genera dei costi che possono essere considerevoli in un
contesto economico e sociale instabile e caratterizzato da elevata inflazione.
Contrasti
economici
Su un PIL complessivo del Mediterraneo dell'ordine di 4.000
miliardi di dollari, la quota dei cinque Paesi dell'Unione Europea è di
circa il 90%. Il rapporto nel PIL pro-capite va da 1 a 30 tra il Paese più
ricco e il Paese più povero.
Risorse
idriche
Le fonti naturali di acqua sono ripartite molto irregolarmente
tra Paesi: 72% della disponibilità si trova nei Paesi del Nord Mediterraneo,
il 23% all'Est e solamente il 5% al Sud. Alcuni Paesi o territori, Siria, Israele,
Palestina, Egitto si trovano in una situazione di forte dipendenza rispetto ad
altri Paesi che si trovano a monte nei bacini idrici di pertinenza.
Tendenze
osservate
Al giorno d'oggi nel Mediterraneo sono utilizzati circa 300
miliardi di metri cubi d'acqua dolce. Questa domanda di risorse idriche, composta
dal consumo più le perdite degli acquedotti e dei sistemi di distribuzione,
è raddoppiata in un secolo ed è aumentata del 60% negli ultimi 25
anni. Vi è anche una forte differenziazione tra Paesi con varie azioni
da 100 metri cubi per abitante per anno a oltre 1.000.
Una situazione non sostenibile
Il super sfruttamento delle falde idriche
sotterranee e il ricorso a risorse idriche fossili (non rialimentate nel ciclo
idrologico) portano ad una situazione non sostenibile nel tempo. Inoltre l'insabbiamento
dei serbatoi e bacini artificiali è un'altra causa di una crescente riduzione
delle riserve idriche con delle perdite annuali di capacità utile tra il
2 e il 3%.
L'impatto
sull'ambiente, la società e l'economia
L'ipersfruttamento degli
acquiferi costieri ha già provocato delle numerose infiltrazioni di acqua
salata spesso irreversibili. Più della metà delle zone umide mediterranee
sono scomparse con un forte impatto sugli ecosistemi. L'inquinamento crescente
conduce al degrado delle fonti idriche e provoca costi crescenti per assicurare
la produzione di acqua potabile e il costo della gestione delle risorse idriche
aumenta.
La limitatezza delle risorse idriche non permette più di
assicurare la sicurezza alimentare della regione nonostante una crescita sostenuta
della produzione cerealicola.