PROGRAMMI
CARTA DELLA TERRA
EDUCAZIONE
ACQUA
Petizione
Progetti
 
Water for Peace
 
Speciale acqua
ENERGIE
GUERRE
INVIA UN COMMENTO
SEGNALA LA PAGINA
STAMPA LA PAGINA
SCARICA IN RTF -->
GREEN CROSS.NET
INDIETRO

Links sponsorizzati

 

SPECIALE ACQUA
ACQUA > SPECIALE ACQUA > LA SCIENZA PER L'ACQUA > IL PATRIMONIO SOTTERRANEO
Indice dei contenuti
L'acqua da Johannesburg a Kyoto
La desertificazione
I numeri dell'acqua
Gli accordi per l'acqua
Acqua per la pace
A scuola di acqua
I links dell'acqua
La politica dell'acqua
Le notizie dell'acqua
La scienza per l'acqua
 
Il nuovo corso dell'idrogeologia
Il patrimonio sotteraneo
Rapporto IWMI 2025 PDF
Il ruolo dell'Italia nella lotta alla desertificazione PDF
Primo Rapporto SINAnet sulle acque PDF
Dossier di Legambiente sul rischio idrogeologico 2002 PDF
L'acqua che non c'è
 
Hanno detto dell'acqua
La cultura dell'acqua
Le dighe e l'acqua
  


La scienza per l'acqua


Il patrimonio sotteraneo

Una evidente tendenza di aumento dello squilibrio tra la disponibilità delle risorse idriche e il fabbisogno complessivo è presente anche in Italia, seppure in forma più attenuata rispetto all'andamento mondiale. La precipitazione media nel nostro Paese è circa di 1.000 millimetri all'anno, pari quindi a un afflusso medio di 296 miliardi di metri cubi/anno, con zone che presentano una piovosità molto elevata, con valori che possono superare anche i 2.500 millimetri/anno, e zone (prevalentemente alcune aree del Sud d'Italia) in cui la precipitazione non raggiunge i 500 millimetri/anno. A questa difforme distribuzione geografica si aggiunge una diversificata distribuzione delle piogge nell'arco dell'anno, caratterizzata da forte stagionalità, fattore questo sfavorevole per la maggior parte delle utilizzazioni poiché si riflette direttamente sul ciclo idrologico e quindi sui deflussi superficiali.

Appena il 37 per cento, pari a 110 miliardi di metri cubi/anno, del ricordato quantitativo di risorse sarebbe realmente disponibile; ma di tale volume la parte effettivamente utilizzabile dipende in effetti dalla capacità di invaso dell'insieme dei serbatoi esistenti in Italia. Senza alcun serbatoio, come accadeva fino a un secolo fa, erano disponibili solamente 18 miliardi di metri cubi all'anno. Ai nostri giorni, con un insieme di serbatoi che invasano complessivamente circa 8,5 miliardi di metri cubi, è possibile utilizzare realmente circa 40 miliardi di metri cubi all'anno (è stato calcolato che, per portare l'utilizzazione delle risorse dagli attuali 40 miliardi a 55 miliardi, occorrerebbe quasi triplicare la capacità di invaso esistente; per poter utilizzare teoricamente tutti i 110 miliardi di metri cubi/anno, si dovrebbero decuplicare gli invasi fino a oltre 80 miliardi di metri cubi di invaso). Aggiungendo il contributo delle risorse idriche sotterranee, di difficile valutazione, ma stimabili in circa 12 miliardi di metri cubi all'anno, si può affermare che la disponibilità idrica totale dell'Italia, con i serbatoi di cui oggi si può disporre, è di circa 52 miliardi di metri cubi all'anno.

Per quanto riguarda la stima dei fabbisogni, a prescindere dall'oggettiva difficoltà di provvedere, in forma unitaria, a raccogliere dati sistematici o saltuari sulle utilizzazioni delle acque in Italia, oltre agli usi tradizionali (civili, agricoli e industriali), si sono aggiunti ulteriori fabbisogni di tipo ambientale. Si è infatti consolidato il concetto del minimo deflusso vitale, portata che deve essere garantita per permettere la sopravvivenza della biocenosi acquatica e la fruibilità del paesaggio.

I fabbisogni idrici per usi civili sono stati stimati in 8 miliardi di metri cubi all'anno, intesi come volume totale immesso nelle reti, quantità questa superiore a quella erogata alle utenze finali, a ragione delle rilevanti dispersioni e perdite.

Risorse idricheFabbisogni idrici
Precipitazioni
296
Usi civili
8 (7)*
Risorse naturali
155
Usi agricoli
32 (26)*
(teoricamente disponibili)
  Usi industriali
13 (20)*
Risorse potenziali
110
  
(realmente disponibili)  
Risorse utilizzabili
40
  
(con capacità di invaso
di 8,4 mil. di mc)
  
Risorse sotterranee
12
  
    
Disponibilità totale
52
Fabbisogno totale
53

Confronto tra risorse idriche e fabbisogni idrici (in miliardi di metri cubi/anno) in Italia secondo la Conferenza nazionale delle acque (1971) e successivi aggiornamenti del Ministero Agricoltura e foreste (1989)
(*) Le quantità tra parentsi si riferiscono alle proiezioni del 2000/2015 formulate dall'aggiornamento del Cna

Fonte: Rusconi A., 1995: Acqua. Conoscenze su risorsa e utilizzo. Editoriale Verde Ambiente, Roma

I fabbisogni idrici dell'agricoltura assorbono circa quattro volte il volume dei fabbisogni civili, raggiungendo circa 32 miliardi di metri cubi/anno, impiegati per l'irrigazione di circa 4 milioni di ettari di terreni agricoli. Gli attuali indirizzi della politica agricola sono oggetto di discussioni e dibattiti, anche a livello europeo, al fine di un ripensamento sulla distribuzione delle considerevoli risorse idriche fino a oggi destinate a tale utilizzo.

Tenendo conto che i fabbisogni industriali ammontano a circa 13 miliardi di metri cubi/anno, si può affermare che i fabbisogni idrici totali del nostro Paese ammontano a circa 53 miliardi di metri cubi all'anno.

Facendo quindi un bilancio tra risorse e fabbisogni, risulta subito evidente un'apparente coincidenza tra risorse disponibili e fabbisogni idrici, che si può pensare in circa 50 miliardi di metri cubi all'anno. Ma si tratta di un valore medio, che non tiene conto durante l'anno delle diversità stagionali di fabbisogno, né tiene conto delle annate siccitose, né infine considera le diversità di distribuzione delle risorse nello spazio, tra regione e regione, tra nord e sud, tra zone pluviometriche a diversa piovosità. La difforme distribuzione nel tempo e nello spazio della risorsa, spesso concentrata quando e dove non si manifesta maggiore bisogno, ha portato a trasportare l'acqua nel tempo (mediante la costruzione di serbatoi) e nello spazio (mediante la realizzazione di lunghe condotte). Nonostante ciò, le crisi idriche ricorrenti sono sempre più acute e sempre maggiore è la necessità di trasferire rilevanti volumi idrici alla stagione estiva e nelle aree di maggiore fabbisogno in quei mesi.

Una grotta: spesso ingenti quantità d'acqua si trovano nel sottosuolo

Il dibattito su questo argomento è molto acceso e coinvolge i più diversi aspetti della questione. Dall'impatto ambientale dei serbatoi a una diversa ripartizione dell'acqua, togliendone un po' all'agricoltura per darla agli altri usi prioritari, dalla drastica riduzione delle perdite delle reti, al riciclaggio delle acque reflue depurate. Ma, nella sostanza, se si vogliono nei periodi asciutti le acque cadute nei mesi piovosi precedenti, occorrono opere di accumulo; altrimenti si deve fare a meno di queste acque.

A tale proposito, un cenno particolare merita la lotta contro la desertificazione. Anche l'Italia è interessata dai processi premonitori di tale gravissimo fenomeno determinato dal concorso di fattori climatici e antropici. Sono state individuate nel Sud dell'Italia aree con indice di aridità (rapporto tra la piovosità e l'evapotraspirazione potenziale) inferiore a 0,5 (arido-semiarido), mentre il resto del Paese ha un indice compreso tra 0,5 e 0,6 (secco-sub-umido).

Infine, il problema della gestione e della tutela delle acque dall'inquinamento ha assunto una particolare importanza in questi ultimi decenni in Italia. Mentre un tempo questo aspetto non faceva parte del settore della difesa del suolo, ai giorni nostri ne costituisce uno degli aspetti più importanti. Infatti, le stime riportate circa le disponibilità idriche si riferiscono a risorse idriche effettivamente utilizzabili sotto il profilo della qualità, ma ovviamente, laddove i limiti di accettabilità sono superati, ogni stima sulla reale disponibilità viene alterata e le fasi di crisi diventano pericolosamente più acute.

Sulla base dei dati del monitoraggio dei corpi idrici, è stato rilevato che oltre il 70 per cento delle acque superficiali è interessato da fenomeni di inquinamento sia da nitrati e ammoniaca sia microbiologico. Allo stesso modo, in molte acque di falda usate per l'approvvigionamento idropotabile, sono rilevati valori prossimi alle concentrazioni massime ammissibili di inquinanti di origine civile, agricola e industriale.

Attualmente, anche l'Italia sta tentando di organizzare una moderna riforma del sistema di regole miranti a tutelare le acque dall'inquinamento, anche in linea con il recepimento di apposite direttive della Comunità europea.

La nuova norma in materia, il decreto n. 152/99, oltre a recepire le direttive, a avviato l'ammodernamento e l'armonizzazione dell'intera normativa di settore. Alcune importanti innovazioni riguardano:

- il risanamento dei corpi idrici basato sull'individuazione di specifici obiettivi di qualità ambientale;
- la tutela integrata degli aspetti quantitativi e qualitativi nell'ambito di ciascun bacino idrografico;
- l'impostazione di un adeguato sistema di monitoraggio e di classificazione dei corpi idrici come base dell'attività di pianificazione e risanamento.

Viene così previsto il piano di tutela delle acque, che, dovendo comunque assicurare l'equilibrio del bilancio idrico, costituisce a tutti gli effetti un piano stralcio di bacino.


Antonio Rusconi
Segretario generale
dell'Autorità di bacino dei fiumi
Isonzo, Tagliamento, Livenza, Piave,
Brenta-Bacchiglione

 
Indietro
Torna su