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SPECIALE ACQUA
ACQUA > SPECIALE ACQUA > LA SCIENZA PER L'ACQUA > IL NUOVO CORSO DELL'IDROGEOLOGIA
Indice dei contenuti
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La scienza per l'acqua
 
Il nuovo corso dell'idrogeologia
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Rapporto IWMI 2025 PDF
Il ruolo dell'Italia nella lotta alla desertificazione PDF
Primo Rapporto SINAnet sulle acque PDF
Dossier di Legambiente sul rischio idrogeologico 2002 PDF
L'acqua che non c'è
 
Hanno detto dell'acqua
La cultura dell'acqua
Le dighe e l'acqua
  


La scienza per l'acqua


Il nuovo corso dell'idrogeologia

Negli anni '70 e '80, la raccolta dei dati idrologici mirava soprattutto a ottenere le informazioni di base necessarie allo sfruttamento delle risorse d'acqua per soddisfare i bisogni e alla riduzione delle perdite umane e materiali imputabili alle inondazioni. I dieci anni successivi sono stati maggiormente imperniati sulla gestione delle risorse, nell'ottica dello sviluppo durevole.

Se si è passati, in materia di applicazione dei dati idrologici, dalla valorizzazione all'utilizzazione durevole delle risorse, lo scopo primario della riduzione (gestione) dei rischi non è cambiato. Nello sfruttamento delle risorse idriche, si è cercato di attenuare la minaccia di interruzioni dell'approvvigionamento o i danni di eventi estremi, siccità e inondazioni, per le persone e i beni. L'obiettivo era che le risorse fossero disponibili nel luogo e al momento voluto per il rifornimento delle città, per l'agricoltura, la navigazione o altri usi. I dati idrologici sono stati sempre considerati utili alla protezione dell'ambiente, ma non sono sempre stati una priorità. Fra i rischi ai quali dobbiamo fare fronte oggi figurano la proliferazione delle alghe, la salinizzazione, la distruzione degli habitat naturali e l'aumento del numero di specie minacciate.

La chiave della riduzione dei rischi risiede nella conoscenza delle risorse d'acqua nella loro variabilità naturale. Gli archivi a lungo termine costituiscono la migliore risorsa di sapere in materia. Tuttavia, mentre ci occupiamo oggi di aspetti diversi di queste risorse, abbiamo bisogno di altre informazioni e manchiamo di dati integrati, soprattutto sulla qualità, sul consumo e sulla domanda.

Per una gestione durevole dell'ambiente

I dati idrologici negli anni '70 e '80 erano finalizzati allo sfruttamento delle risorse e alla riduzione delle perdite umane e materiali.
Negli ultimi anni la loro utilizzazione e applicazione sono invece state indirizzate alla gestione delle risorse stesse, nell'ottica dello sviluppo sostenibile

Nuove applicazioni dei dati idrologici e connessi

Come abbiamo visto sopra, i principi legati alla gestione delle risorse d'acqua sono profondamente cambiati negli anni '90. Sono stati precisati e studiati in occasione di numerosi incontri internazionali, quali la Conferenza internazionale sull'acqua e l'ambiente a Dublino nel 1992 (Acc/Isgwr, 1992) e la Conferenza delle Nazioni Unite per l'ambiente e lo sviluppo che ha definito il programma Azione 21 (Cnued, 1992). Essi sono:
- la visione dell'acqua come bene economico al quale è attribuito un valore, in tutte le sue utilizzazioni;
- l'importanza dell'acqua per lo sviluppo durevole;
- la natura multidisciplinare della gestione delle risorse d'acqua;
- il riconoscimento che l'acqua dolce è una risorsa rara e fragile, indispensabile a tutte le forme di vita.
Questi sono tutti principi fondamentali per l'ambiente, ma il secondo e il quarto, insistendo sull'importanza dell'acqua per lo sviluppo durevole e per il mantenimento della vita, rappresentano una netta evoluzione della prospettiva. Si è sentita più forte la necessità di ottenere informazioni che facilitino la gestione delle risorse d'acqua nell'ottica dello sviluppo durevole. Invece, l'applicazione di regole di redditività, derivanti dalla visione dell'acqua come bene economico, ha gravemente pesato sui budget destinati ai gruppi incaricati di raccogliere dati a lungo termine a sostegno dei processi decisionali. Credo sia tempo di tornare all'essenziale e di valutare i dati sull'idrologia e le risorse d'acqua che accumuliamo. Dobbiamo ridefinire le nostre necessità alla luce di numerosi criteri: tipi di dati ottenuti, attendibilità e classe di qualità secondo le applicazioni (compresa l'integrazione delle reti di raccolta). Nei termini della Guida delle pratiche idrologiche (Omm, 1994), dobbiamo rivedere la raccolta, il trattamento e la diffusione dei dati.

Tipi di dati raccolti
È fondamentale, per lo sviluppo durevole presente e futuro, avere informazioni esatte sulla quantità, la variabilità e la qualità delle risorse d'acqua di ogni nazione. La piovosità e, di conseguenza, il flusso variabile nella maggior parte delle regioni, alcune sottoposte a lunghi periodi di siccità, altre a inondazioni devastanti. La domanda cresce praticamente ovunque, inasprendo la competizione fra gli utilizzi. La qualità e la quantità tendono a variare, le precipitazioni sono difficili da prevedere e le fonti di approvvigionamento sono spesso lontane dai grandi centri di consumo.
Come abbiamo visto, oggi si mette di più l'accento sulla gestione durevole che sullo sfruttamento delle risorse idriche. Si deve quindi allargare il ventaglio dei dati raccolti e riconoscere che siamo passati dalla semplice raccolta alla creazione di sistemi di informazione integrati (nel riquadro alla pagina successiva si trovano i tipi di dati idrologici necessari, fra gli altri, per una gestione durevole delle risorse idriche).
La natura dei dati non è il solo aspetto importante; le informazioni raccolte devono avere caratteristiche particolari secondo i nuovi bisogni o l'evoluzione dei bisogni attuali. Queste caratteristiche comprendono:
- la copertura spaziale (punto, zona, ecc.);
- la copertura temporale (secondo, giorno, mese, ecc.);
- la raccolta regolare o intermittente;
- la disponibilità (tempo reale o differito);
- l'accessibilità (data base o copie cartacee);
- l'affidabilità/l'esattezza;
- le informazioni descrittive (metadati).




Esempi concreti di utilizzazione nell'ottica dell'ambiente

Desertificazione della savana

Variabilità e evoluzione del clima
Il Gruppo intergovernativo di esperti sull'evoluzione del clima (Giec, 1995) ha pubblicato un rapporto, dal titolo Analisi tecnico-scientifiche di impatti, adattamenti e mitigazioni del cambiamento climatico, dove si sottolinea ciò che segue relativamente alle modifiche dell'ambiente (precipitazioni) legate all'evoluzione del clima: "Globalmente, l'evoluzione del clima potrà tradursi in un aumento dell'umidità. Secondo gli attuali modelli climatici, le precipitazioni medie dovrebbero aumentare dal 3 al 15 per cento nel mondo, per un aumento della temperatura da 1,5 a 4,5° C. Se è probabile che la piovosità aumenti in alcune regioni e diminuisca in altre, i risultati non concordano per quanto riguarda il volume o la distribuzione delle precipitazioni".
Più di recente, la seconda Conferenza internazionale sul clima e l'acqua (Espoo, Finlandia, agosto 1998; Omm/Unesco, in stampa) ha concluso, per quanto concerne l'incidenza dell'evoluzione del clima sul genio idraulico: "...questo insieme di lavori soffre di una carenza evidente di armonizzazione scientifica, ciò che rende per il momento difficile la valutazione obiettiva della sua utilità globale per i decisori".
È chiaro che occorre interrogarsi sull'ipotesi attuale di "stazionarietà" delle serie cronologiche. Si devono dunque assolutamente mantenere siti di misura del flusso a lungo termine nelle aree poco toccate dalle attività umane. Inoltre, questi siti permetteranno di condurre progetti mondiali sul clima, quali il Sistema mondiale di osservazione sul clima (Smoc) e il Sistema mondiale di osservazione dell'ambiente terrestre (Gtos).

Flusso negli ambienti naturali
La costruzione di un serbatoio ha ripercussioni sul regime dei fiumi. Ogni opera attuale o futura deve permettere il flusso d'acqua negli ambienti naturali. Si deve anche determinare l'apporto necessario agli ecosistemi fluviali come pure alle zone umide. Se si vogliono assicurare questi flussi e sfruttare le riserve in maniera efficace, è necessario disporre di informazioni sui flussi di entrata e sul consumo e la domanda di acqua per altri usi. C'è sempre più bisogno di sistemi di sorveglianza in tempo reale al fine di stabilire piani di stoccaggio e di irrigazione. Il flusso negli ambienti naturali e il riconoscimento del valore economico dell'acqua sollevano ugualmente la questione dei diritti scambiabili. Il commercio di acqua sembra un modo equo di giungere ad aggiustamenti strutturali nelle zone irrigue e di passare da un consumo debole o marginale a usi di più grande valore, quali il flusso nell'ambiente per le zone umide, i corsi d'acqua, ecc.

Gestione delle pianure alluvionali e delle zone umide
Le pianure alluvionali e le zone umide sono indispensabili all'equilibrio ambientale. Purtroppo, le prime sono ambite per l'agricoltura e come zone di edificazione di città, mentre le seconde sono sacrificate in gran numero alle costruzioni residenziali e ad altre destinazioni urbane. C'è bisogno di informazioni idrologiche per lottare contro le inondazioni e trarre profitto dalle zone umide al fine di garantire la quantità e la qualità delle risorse, stabilendo diverse condizioni naturali e ecologiche. È necessario conoscere i livelli di crescita, la configurazione del flusso, i flussi passati, le caratteristiche idrauliche delle zone umide e delle pianure alluvionali, ecc. per condurre al meglio questi cambiamenti di modo sano e durevole.

Gestione dei corsi d'acqua

Una foresta primigenia

Queste misure mirano a proteggere i corsi d'acqua da attività che nuocciono alla loro struttura e agli habitat naturali. Per esempio, l'estrazione di sabbia e ghiaia dal letto o dalle sponde di un fiume può avere effetti nefasti sull'equilibrio ecologico. Nell'ambiente fragile e dinamico che lo costituisce, i lavori di escavazione rischiano di accelerare l'erosione, di modificare il corso del fiume o di deteriorare poco a poco gli ecosistemi. Lo sradicamento degli alberi, dei cespugli, ecc. ha le stesse conseguenze. I dati utilizzati in questo caso comprendono l'idraulica del fiume, la qualità dell'acqua, la sedimentazione, l'utilizzazione delle terre, i bisogni della fauna e della flora che vivono in questo ambiente.

Indicatori dello stato dell'ambiente
Gli Stati esigono sempre più che i progetti che beneficiano di finanziamenti pubblici si traducano in un miglioramento considerevole dell'ambiente naturale. È dunque importante poter seguire lo stato dell'ambiente e valutare così i programmi di ripristino e le politiche adottate. Molti indicatori integrano i dati idrologici, fra cui l'altezza della falda freatica, lo scambio di sostanze nutritive, la presenza di pesticidi, le tendenze della salinità nei corsi d'acqua, le risorse e la domanda, i regimi di flusso e il disboscamento dei bacini scolanti.

Conclusioni e raccomandazioni
Il bisogno fondamentale di dati idrologici e connessi per diversi usi resta inalterato. Ma molte cose si sono evolute:

- l'importanza accordata allo sviluppo durevole e all'ambiente;

- l'evoluzione delle caratteristiche dei dati raccolti, grazie alle capacità di modellizzazione e ai progressi tecnici;

- la visione globale adottata per la raccolta di informazioni, tenendo conto delle interazioni fra il ciclo idrologico e la terra;

- il bisogno di dati quali le caratteristiche (qualità, rapidità, ecc.) varia in funzione della loro destinazione.


Di conseguenza, i Paesi dovrebbero:

- riconoscere il ruolo determinante dei dati idrologici e connessi con la gestione delle risorse idriche secondo il principio dello sviluppo durevole;

- rivedere i loro bisogni in funzione dei tipi di dati raccolti, della precisione richiesta e della classe di qualità secondo le applicazioni e gli usi;

- creare e adottare costantemente le reti integrate che corrispondono ai bisogni attuali e futuri di informazione;

- vigilare affinché la sorveglianza dei dati idrologici e connessi prosegua nei vecchi siti al fine di misurare l'incidenza della variabilità e dell'evoluzione del clima;

- contribuire agli studi idrologici mondiali trasmettendo i dati idrologici e connessi si cui si dispone;

- integrare nelle attività di valutazione, di uso e di gestione delle risorse d'acqua i progressi compiuti in materia di raccolta dei dati e di modellizzazione idrologica;

- percepire la natura multidisciplinare di valutazione, di valorizzazione e di gestione delle risorse d'acqua e tenerne conto nella raccolta dei dati idrologici e connessi;

- conservare le loro reti in modo da utilizzare al meglio le risorse allocate per farlo, raccogliendo dati e informazioni utili a diversi usi, consapevoli che le caratteristiche che dovranno presentare questi ultimi potranno variare in funzione della loro destinazione.




B.J. Steward

Capo dell'Idrologia all'Ufficio meteorologico
di Melbourne, Australia
Presidente del gruppo di lavoro dei sistemi di
base della Commissione di idrologia dell'Omm

Tratto da Bulletin (Bollettino dell'Organizzazione meteorologica mondiale), volume 49, n. 3, luglio 2000, pgg. 248-253

L'Omm ha sede a Ginevra, cp 2300, CH-211 Genève 2, Suisse

 
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