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Energie
di Pace > Risparmio ed efficienza > Settori
d'intervento |
Speciale
"Energie
di Pace"
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RISPARMIO
ED EFFICENZA ENERGETICA |
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Settori d'intervento
Settori in cui si può
intervenire
per razionalizzare e ridurre i consumi energetici
sono:
Edilizia
Trasporti
Rete
elettrica
Servizi
Pubblici
Le centrali
Il
teleriscaldamento
Trasporto
aereo
Industria
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Edilizia
A
livello europeo sono di imminente approvazione
una serie di direttive tutte inquadrate nella
direzione della riduzione della domanda energetica.
La direttiva 2002/91/CE, sull'efficienza energetica
degli edifici, è stata recentemente
recepita dall'Italia con il Dlgs 192/2005
che fissa standard minimi accettabili
ma in caso di inottemperanza sono previste
solo inadeguate sanzioni amministrative.
Il 31% dell'energia elettrica e il 44% dell'energia
termica (combustibili) vengono utilizzati
in ambito residenziale, in uffici e aree commerciali,
buona parte di queste fonti energetiche sono
destinate alla climatizzazione dei locali
(riscaldamento invernale e raffrescamento
estivo), altra voce importante di spesa energetica
è rappresentata dagli elettrodomestici
ed apparati elettrici ed elettronici come
tv radio, computer ecc. Anche i sistemi frigo
hanno una considerevole necessità di
energia mentre l'illuminazione rappresenta
una piccola quota dei consumi totali (circa
il 2%) ma non irrilevante, visto che riguarda
il 15% dei costi dell'energia elettrica mediamente
consumata in interni civili.
Attualmente
in Italia il fabbisogno energetico negli
edifici è quantificabile mediamente
in 300 kWh/m2/anno, come già detto
buona parte di questa energia è termica
per cui buona parte è destinata a dispersioni
termiche.
Basta fare un confronto tra i consumi energetici
degli edifici in Italia, Svezia e Germania.
In Svezia lo standard per l'isolamento termico
degli edifici non autorizza perdite di calore
superiori a 60 kWh al metro quadro all'anno.
In Germania le perdite sono mediamente di
200 kWh al metro quadro all'anno. In Italia
si raggiungono punte di 500 kWh/m2/anno! Se
ci allineassimo agli standard svedesi il riscaldamento
degli ambienti nel nostro paese scenderebbe
dal 30 al 4 per cento dei consumi energetici.
Se ci limitassimo agli standard tedeschi si
ridurrebbe a circa il 12 per cento, notare
che la Germania e ancor più la Svezia
sono molto più a nord!
Il settore residenziale in Italia mostra
potenziali di risparmio energetico fino al
50% con notevoli benefici ambientali ed
economici. I principali ambiti di intervento
sono
- razionalizzazione e incremento dell'efficienza
negli impianti esistenti, definendo obiettivi
di risparmio negli usi finali e di recupero
termico per altri usi
- architettura bioecologica e solare passivo
- interventi sulla coibentazione dell'involucro
che riducano il carico del condizionamento
estivo
- uso di materiali ecocompatibili a bassa
energia inglobata
- esposizione obbligatoria del certificato
energetico per edifici pubblici
- pianificazione urbanistica sostenibile
- la promozione di elettrodomestici efficienti
(rottamazione di quelli inefficienti)
- micro-cogenerazione e trigenerazione
In base a quanto stabilito nel "Libro
Verde" elaborato dalla Commissione
Europea, tra il 2006 e il 2020 si potranno
risparmiare 40Mtep, ossia l'equivaente di
40 milioni di tonnellate di petrolio, soltanto
con il miglioramento dei consumi negli edifici,
sia le abitazioni che i luoghi di lavoro.
Metà dei risparmi potranno essere
ottenuti tramite il miglioramento dell'illuminazione
con l'uso delle "lampade intelligenti".
Infine l'Unione Europea stima che la trasfomazione
degli edifici creerà 250 mila posti
di lavoro.
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Trasporti
Nell'Unione
Europea automobili e moto private nel
2005 hanno bruciato 170 milioni di tonnellate
di petrolio, il 10% di tutti i consumi
energetici. Per questo si vuole stimolare
le aziende produttrici in modo da arrivare
ad avere macchine con un consumo di 5,8
litri di benzine (5,25 di gasolio) ogni
100 chilometri: significerebbe risparmiare
un quarto del carburante rispetto al 1998.
Il fabbisogno energetico per i trasporti
in Italia è attualmente circa il
30% del fabbisogno totale di fonti energetiche
primarie.
Gli interventi possibili per ridurre i
consumi in tale settore sono molti e di
diversa natura, si va dall'uso di auto
con minori consumi per chilometro all'utilizzo
dei servizi pubblici quando possibile,
un tragitto in autobus consuma 50 volte
meno energia dello stesso percorso in
auto, anche l'utilizzo di ciclomotori
e biciclette quando vi siano le condizioni
e le possibilità sono dei concreti
sistemi di risparmio energetico
Nuovi servizi pubblici di iniziativa privata
come il Car sharing e il Car pooling possono
anch'essi contribuire al risparmio energetico
e di conseguenza ad una minore immissione
di sostanze nocive in atmosfera nei centri
urbani.
Accanto a queste
politiche si deve assolutamente promuovere
un mercato parallelo delle cosi dette
auto verdi attraverso diversi interventi
che sono: incentivi fiscali per le auto
ecologiche, obbligo di acquisto per
le pubbliche amministrazioni di mezzi
elettrici, sbarramenti che riducano
la presenza di vetture non ecolgiche
nei centri urbani, ecc.
Anche uno stile di guida appropriato
permette un risparmio di carburante
molto più concreto di quanto
comunemente si possa pensare. Si può
risparmiare dal 5 al 25% di carburante
migliorandolo (far lavorare il motore
a bassi giri, dandogli più sprint)
e facendo attenzione a tanti piccoli
particolari (spegnere il motore ai semafori
o lunghe file, evitare portapacchi,
ruote mezze sgonfie, compiere regolarmente
le manutenzioni essenziali dell'auto,
ecc.).
Un ampio capitolo potrebbe riguardare
i carburanti ottenibili dalle biomasse,
sopratutto il bioetanolo ha nel breve
periodo la potenzialità sia quantitative
che economiche di poter sostituire carburanti
convenzionali. Per quanto riguarda il
trasporto pesante si dovrebbero migliorare
i servizi di scalo merci ferroviari
e navali, questo permetterebbe una maggiore
fluidità del traffico il che
comporta un ulteriore minor consumo
generale.
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La
rete elettrica
Il trasporto
dell'energia elettrica dalle centrali
ai consumatori comporta uno spreco del
10%, gran parte dovuto alla pessima
distribuzione. Infatti, in base ai dati
del GRTN (Gestore Sistema Elettrico)
nel corso del 2004 sono stati dispersi
4nella fse di distribuzione 20.867,6
GWh, su un totale di 303.321,2 quindi
il 6,9% del totale dell'energia prodotta.
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Servizi
pubblici
I
dati dei consumi energetici degli enti
pubblici come ospedali, amministrazioni,
scuole, ecc; non sono di facile accesso
per cui non si possono fare valutazioni
generali o specifiche. Quando però
si va ad esaminare un settore o un servizio
del quale esistano dei dati risalta
subito la tendenza delle amministrazioni
pubbliche ad emarginare la questione
del risparmio energetico a fattore secondario,
è il caso dell'illuminazione
pubblica.
Ogni anno
si consumano circa 5000 GWh di energia
elettrica per la sola illuminazione
pubblica, per lo più si tratta
di impianti obsoleti dove in molti casi
buona parte della luce è diretta/dispersa
verso il cielo, il margine di risparmio
energetico è di almeno il 30-35%.
Non è poi da trascurare il fatto
che il restante quantitativo è
spesso utilizzato in eccesso rispetto
alle reali esigenze della collettività.
Numerosi sono gli esempi di spreco energetico
per l'illuminazione pubblica, tra questi:
- Impianti
sovradimensionati in relazione alle
necessità (es. strade di campagna
o periferiche illuminate con lampade
normalmente utilizzate per centri
cittadini, superstrade, grandi viali,
o, comunque, eccedenti rispetto alle
reali esigenze).
- Impianti
funzionanti a pieno regime per tutto
il corso della notte senza possibilità
di ridurre il flusso luminoso durante
le ore di minor traffico (es. dalle
23 alle 6).
- Monumenti
con illuminazione eccessiva e/o con
diffusione di luce al di fuori della
sagoma e non soggetti a spegnimento
programmato o ridotto.
- Erronea,
eccessiva e inutile illuminazione
di facciate di edifici di nessun pregio
architettonico (come fabbriche, capannoni,
abitazioni private, attività
commerciali) utilizzata, per fini
pubblicitari o di presunta sicurezza
senza alcun controllo.
- Impianti
con corpi illuminanti non idonei al
fine per cui sono utilizzati, inclinati
in modo tale da disperdere il flusso
luminoso e spesso pericolosamente
abbaglianti.
- Impianti
realizzati in zone poco urbanizzate
(o senza una reale necessità
di esistenza) oppure funzionanti contemporaneamente
ad altri precedenti di bassa efficienza.
Tutto ciò in spregio alle più
elementari norme di buon senso, con
enormi danni e sprechi per la Collettività
e le risorse ambientali. Tale situazione
si pone in palese violazione delle
norme che impongono metodi idonei
ed opportuni per contenere il consumo
energetico entro limiti accettabili
che siano unicamente dettati dal criterio
della reale e congrua esigenza (Legge
n° 10/1991
- Norme per
l'attuazione del Piano Energetico
Nazionale in materia di uso razionale
dell'energia, di risparmio energetico
e sviluppo delle fonti rinnovabili
di energia").
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Le centrali
I vecchi termogeneratori
trasformano in corrente elettrica solo
una quota compresa tra il 25 e il 60
per cento del combustibile. Quindi,
oltre a puntare sullo sviluppo delle
fonti rinnovabili, bisogna migliorare
la qualità degli impianti e
in particolar modo delle turbine. Introducendo
il modello Ccgt, cioè le turbine
a ciclo combinato d'ultima generazione.
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Il teleriscaldamento
Gran parte
delle centrali elettriche spreca enormi
quantità di calore: sistemi di
teleriscaldamento possono portarlo nelle
case o negli uffici facendoci risparmiare
sulle spese di riscaldamento e risparmiando
all'ambiente ulteriori immissioni atmosferiche
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Industria
Esistono oramai
diverse procedure collaudate per ridurre
i consumi e di conseguenza i costi energetici
per le aziende. A questo punto bisogna
intevenire a livello politico per promuovere
e diffondere queste buone pratiche.
Sopratutto a livello industriale si
parla generalmente di uso razionale
dell'energia in quanto ogni settore
produttivo, commerciale e di servizi
necessita di diverse forme di energia
per diversi processi di produzione o
prestazione
Nelle piccole e medie industrie si può
arrivare a risparmiare il 20% del consumo
energetico, mentre il 75-80% dei costi
è incomprimibile.
Le possibili forme di intervento sono
rimaste fondamentalmente le stesse nel
tempo e sono:
- la razionalizzazione
degli usi finali
- i miglioramenti
tecnologici
- i recuperi
e risparmi energetici
- la diversificazione
energetica.
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