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ROMANO PRODI (PRESIDENTE DEL CONSIGLIO): "I CAMBIAMENTI CLIMATICI SONO UN DATO DI FATTO"

“Il nostro pianeta è a rischio e la colpa è dell’uomo, non sono più in tanti a dubitarne. La Comunità scientifica ha espresso la convinzione che i cambiamenti climatici sono ormai un dato di fatto”. Il Presidente del Consiglio Romano Prodi, intervenuto a concludere la Conferenza Nazionale sui Cambiamenti Climatici, ha sottolineato come occorra da parte nostra “maggiore consapevolezza e attenzione, concretizzabili in due azioni prioritarie: contenimento o mitigazione e adattamento, ossia ricercare le misure necessarie per vivere nel miglior modo possibile la situazione climatica”. Entrambe le direzioni, ha sottolineato Prodi, richiedono estrema attenzione nell’uso delle risorse ma anche nell’atteggiamento mentale di grande rispetto verso tutto ciò che ci circonda: “Serve una nuova alleanza con la natura, anche perché essa rappresenta un fattore di sviluppo eliminando il preconcetto che l’ambiente rappresenti soltanto un costo e serve ripensare – non abbandonare – la produzione di energia e i trasporti, in funzione del rispetto del nostro pianeta e il più possibile condivisi nel mondo”.
Occorre inoltre, ha proseguito Prodi, un nuovo impulso alle politiche locali come impulso a quelle nazionali e mondiale. Le iniziative comunitarie sono pesanti, impongono un cambiamento della politica interna molto più rilevante di quanto non si pensi, ingenti investimenti da fare subito con ritorni non sempre immediati e a volte non facili da quantificare. “C’è bisogno di uno sforzo di persuasione ma anche il coraggio di prendere decisioni che possono portare divisioni nella società, ma dobbiamo convincerci che partire ora garantisce competitività dopo”.
“Bisogna tradurre in azione i 13 punti del manifesto”, ha concluso Prodi, “la Conferenza e i workshop preparatori hanno fornito tutto il materiale necessario su cui pensare”. (Fonte: sito della Conferenza Nazionale sui Cambiamenti Climatici 2007)


STEINER (DIRETTORE ESECUTIVO DELL'UNEP): "L'ITALIA PUO' DETTARE STRATEGIE SUL CLIMA"

“Questa Conferenza ha un’importanza enorme in quanto l’Italia fa parte del G8, è un paese industrializzato, ha firmato il Protocollo di Kyoto e la Convenzione quadro sui cambiamenti climatici: per questo può dare importanti indicazioni sulle strategie da intraprendere”. E’ quanto ha dichiarato il Direttore esecutivo dell’UNEP Achim Steiner, intervenendo alla Conferenza Nazionale sui Cambiamenti Climatici svoltasi a Roma. “Il 2007 ha segnato un punto di svolta sui cambiamenti climatici in quanto sono divenuti un argomento di pubblico dominio e non più ristretti alle agenzie o agli esperti del settore. In molti paesi la gente si domanda cosa stanno facendo gli Stati per arginare gli effetti del climate change”. Le proiezioni dell’IPCC si sono dimostrate vere e il prezzo dell’inazione è troppo alto per non essere considerato: “Pensiamo al costo dell’uragano Katrina, 81 miliardi di dollari, oppure ai 6 miliardi di danni provocati in Gran Bretagna in 24 ore dalle precipitazioni”. Il direttore dell’UNEP ha poi annunciato ufficialmente la prossima conferenza delle Nazioni Unite a New York il 24 settembre. In quella sede il Segretario Bank-Ki-Moon vuole lanciare una nuova concertazione fra tutti i governi – ha dichiarato Steiner – per far sì che l’incontro di Bali per il post-Kyoto sia proficuo e dia risultati attesi. All’incontro dell’Onu seguirà poi a Washington un meeting organizzato dall’amministrazione Bush fra i paesi più inquinanti del mondo. “C’è da sottolineare un nuovo atteggiamento da parte degli Stati Uniti: per esempio 300 città americane si sono impegnate a ridurre le emissioni di carbonio in misura maggiore rispetto ai limiti di Kyoto. E lo stesso ha deciso di fare anche la California”. Sono tre settori nei quali l’UNEP consiglia di intervenire per ridurre le emissioni: “Aumentare l’efficienza energetica, migliorare il settore dei trasporti e quello dell’energia”. (Fonte: sito della Conferenza Nazionale sui Cambiamenti Climatici 2007)


VIGLIONE (COMMISSARIO STRAORDINARIO DELL'APAT): "ADATTAMENTO NON SIGNIFICA ARRENDERSI"

I cambiamenti climatici, oltre ad essere un rischio, possono diventare “un’opportunità da cogliere con rapidità”, specialmente per quanto riguarda l’adattamento, “che non significa arrendersi, come lascerebbe intendere il termine inglese, e tanto meno limitarsi a minimizzare gli effetti”. Lo ha detto, aprendo i lavori della Conferenza Nazionale sui Cambiamenti Climatici alla FAO il Commissario Straordinario dell’APAT, Giancarlo Viglione.
Nonostante si veda già qualche segnale positivo, ha continuato il Commissario, la Prima Conferenza Nazionale sul Clima, dovrà servire per colmare il gap esistente tra l’Italia e altri Paesi, per quanto riguarda le politiche ambientali, creando gli elementi guida per una strategia di adattamento. Altrettanto importante è anche “la nascita di una consapevolezza nuova nei giovani”, che l’APAT cerca di favorire attraverso una Conferenza Junior che, ha concluso Viglione, “ospiterà domani sempre alla FAO 100 giovani delle scuole superiori italiane, che con giochi di simulazione si rendano conto dell’impatto del cambio di clima”. (Fonte: sito della Conferenza Nazionale sui Cambiamenti Climatici 2007)


FERRARA (CONSIGLIERE DEL MINISTRO DELL'AMBIENTE): "CAMBIAMENTI SEMPRE PIU' VISIBILI"

“Quello che ancora manca è un criterio di equità in grado di soddisfare tutte le esigenze”. Intanto però i cambiamenti climatici esistono e i loro effetti sono sempre più visibili. A parlare Vincenzo Ferrara, dirigente dell’Enea e consigliere del Ministro dell’Ambiente per il clima.
“Il Mediterraneo è sempre più caldo e mentre in alcuni punti il suo livello aumenta, in altri diminuisce. In pratica tutta l’Italia è a rischio erosione, gli oceani emettono anidride carbonica anziché assorbirla e l’urbanizzazione è aumentata del 60% in soli 10 anni. La disponibilità di acqua si sta riducendo al contrario dei prelievi in continua crescita. L’Italia va incontro sempre più velocemente a tali scenari che causano i danni maggiori al turismo e all’agricoltura. Dobbiamo adattarci a questi mutamenti mettendo in atto strategie realmente efficaci. Per costruire le basi su cui ottenere risultati concreti – spiega – prima di tutto occorre razionalizzare il territorio e adottare diversi piani nazionali come quello sulla ricerca sul clima e sulla difesa del suolo. Ancora oggi non esiste un piano nazionale sulla tutela delle coste e quello sul turismo diventa sempre più urgente. Le procedure di rilascio di VIA e VAS - spiega – devono essere in grado di valutare non solo l’impatto attualmente provocato, ma anche quello che comporterà o potrebbe comportare nei prossimi venti – trent’anni”.
Ferrara non manca infine di sottolineare l’importanza della formazione e dell’informazione che, abbandonata al sensazionalismo, attualmente non diffonde la reale consapevolezza sugli effetti dei cambiamenti climatici. (Fonte: sito della Conferenza Nazionale sui Cambiamenti Climatici 2007)


REALACCI (PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE AMBIENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI): "POLITICA UTILE SE RISOLVE PROBLEMI DEL FUTURO"

“La politica deve indicare una strada praticabile per risolvere problemi come quello dei cambiamenti climatici, altrimenti avrà fallito il suo compito”. Lo ha detto nel moderare la sessione ‘Gli strumenti di adattamento’ della Conferenza Nazionale sui Cambiamenti Climatici in corso alla FAO, Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati.
Realacci ha anche ricordato che martedì 18 settembre si terrà una sessione straordinaria a Montecitorio, dedicata proprio ai temi della Conferenza. Realacci ha aggiunto che i leader del mondo, di sinistra come di destra, hanno compreso il ruolo e l’utilità del loro lavoro, che deve essere di affrontare le sfide del futuro e dare sicurezza ai cittadini, e “bisogna arrivare a questo livello di condivisione anche in Italia”.
Il problema è, infatti, che i cambiamenti climatici, ha ribadito il presidente della Commissione di Montecitorio, “sono un fattore oggettivo e un problema di oggi, per quanto si possano dare diverse valutazioni”, quindi, pur rifiutando i catastrofismi, “occorre fare qualcosa da subito”. La sfida dell’ambiente, ha detto Realacci, può essere un grande terreno di innovazione e competizione economica, tanto è vero che paesi come Germania e Inghilterra spingono per adeguarsi al più presto ai cambiamenti climatici, sapendo che chi arriva per primo avrà anche importanti vantaggi economici. Sanno, ha concluso, che “quando comincia una cena è meglio essere tra gli invitati che non tra le pietanze”. (Fonte: sito della Conferenza Nazionale sui Cambiamenti Climatici 2007)


BERSANI (MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO):
"AMBIENTE ED ECONOMIA, USARE IL VINCOLO DELLA RAZIONALITA' "


“Chiedo che la Ue, mantenendo gli obiettivi di riduzione dei gas serra, ne riveda i meccanismi”. Lo annuncia il ministro dello Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, intervenendo alla Conferenza Nazionale sui Cambiamenti Climatici. Il ministro rileva, di fronte all’assemblea, che “abbiamo problemi su cui confrontarci” e chiede che la cultura della protezione dell’ambiente “cominci da criteri di razionalità”.
“I gas serra – continua Bersani bisogna assolutamente ridurli”, ma occorre rimanere con i piedi per terra. Ed elenca il carbone: “Della Germania vediamo la parte verde, ma fa ricorso al carbone per il triplo della produzione”, per quanto riguarda le rinnovabili, sottolinea, “si tratta di un mercato da incentivare”. Ma – insiste – “il concetto del tema ambientale è il clou su cui insistere con un sistema basato sul vincolo dei criteri di razionalità”. “Diamoci una mano – conclude Bersani a mettere dentro razionalità nella priorità di svolta delle azioni politiche”. (Fonte: sito della Conferenza Nazionale sui Cambiamenti Climatici 2007)

   

 A cura di Fabio Bruno

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