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CARACCIOLO (APAT): "TUTELA DEI DIRITTI DELL'AMBIENTE VUOL DIRE ANCHE TUTELA DEI DIRITTI DEI LAVORATORI"

“L’iniziativa di oggi si inserisce perfettamente nel percorso verso la Conferenza Nazionale Cambiamenti Climatici 2007, che si terrà a Roma il 12 e 13 settembre prossimi e ne sottolinea la convergenza di intenti e di obiettivi e la condivisione di tutte le indicazioni finora emerse dai workshop preparatori alla Conferenza stessa.” A dichiararlo il responsabile del dipartimento Ambiente e metrologia Ambientale dell’APAT, presente all’incontro della CGIL. “E’ evidente - afferma - lo spirito di collaborazione e l’obiettivo comune alle varie Istituzioni per la buona riuscita di questa importante iniziativa, volta a definire una strategia di adattamento per fronteggiare i cambiamenti climatici ed è altrettanto evidente come i diritti dell’ambiente e i diritti dei lavoratori non possano essere considerati separatamente. Pertanto entrambi devono essere difesi con il medesimo impegno”. (Fonte: sito internet Conferenza Nazionale sui Cambiamenti Climatici 2007)


DELLA SETA (LEGAMBIENTE): "ITALIA ANCORA INDIETRO RISPETTO ALL'EUROPA"

Il presidente di Legambiente, Roberto Della Seta, pur avendo attribuito i ritardi nell’attuazione di una politica ambientale credibile all’immobilismo del governo Berlusconi, non ha risparmiato critiche alla coalizione di centrosinistra, citando  ad esempio l’allegato al Dpef sulle infrastrutture predisposto dal ministro competente, Antonio Di Pietro, che sarebbe in tutto e per tutto la fotocopia di quelli presentati sotto il precedente Governo, con investimenti scarsi per quanto riguarda il trasporto su ferrovie locali, il trasporto pubblico urbano e le infrastrutture nel mezzogiorno. “E’ difficile - ha affermato - che il governo Prodi possa pensare di caratterizzarsi positivamente sul tema dei mutamenti climatici, se un pezzo tanto importante della sua politica è in totale continuità col passato”. Stesso discorso per Confindustria che da una parte apre sulla lotta alle conseguenze dei cambiamenti climatici, ma che poi in concreto pensa che la politica delle infrastrutture, in Italia, debba essere basata sulla costruzione di autostrade. “Ci vuole coerenza - ha concluso - anche da parte degli stessi ambientalisti, la cui cultura porta spesso a sostenere tesi come quella che l’eolico sia la bestia nera dell’ambiente. Finora, in Italia politica e impresa hanno capito meno che nel resto d’Europa l’importanza di queste tematiche, e spero che nel tentare di convincerle si possa usare la forza di un grande soggetto democratico come la Cgil”. (Fonte: sito internet Conferenza Nazionale sui Cambiamenti Climatici 2007)


LETIZIA MORATTI (SINDACO DI MILANO): “IL RUOLO DELLE CITTA' E' STRATEGICO PER AFFRONTARE LE SFIDE GLOBALI”

“Le Città giocano un ruolo strategico nell’affrontare sfide globali come i cambiamenti climatici e tutti i temi legati alla salute, all’energia eall’ambiente. Molti colleghi di altre città, piccole, grandi, provenienti da Paesi già industrializzati o in via di sviluppo, condividono questa stessa visione e la stessa responsabilità”. Così è intervenuta, a Roma, il Sindaco Letizia Moratti alla prima delle due giornate del ‘Feeding the Planet in an Era of Climate Change:the Challenge for 2015’, un forum internazionale sul tema dei cambiamenti climatici.
“La tutela e salvaguardia dell’ambiente – ha osservato il Sindaco Morattinon riguarda solo i Governi nazionali o le organizzazioni internazionali ma anche scelte più ‘locali’ fatte a livello di Comuni come anche di singoli individui: dalle decisioni riguardo agli spostamenti all’interno delle nostre città, alle scelte di riscaldare case e uffici utilizzando energie rinnovabili o meno, fino al modo in cui scegliamo il cibo che mangiamo”.
“Anche per questo – ha ricordato Letizia Moratti  – Milano ha già adottato i parametri europei per contenere il consumo di energia, per produrre almeno il 20% dell’energia da fonti rinnovabili e per ridurre almeno del 20% le emissioni inquinanti che contribuiscono all’effetto serra”. “Siamo convinti – è la conclusione del Sindaco – che questo approccio dal basso verso l’alto offra un metodo concreto per affrontare e vincere la sfida del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici. Siamo, infatti, di fronte a una sfida la cui portata non consente a nessun Governo, a nessun Paese, a nessuna organizzazione multilaterale di dare singolarmente risposte efficaci. Se, invece, iniziamo davvero a lavorare assieme – nazioni, amministrazioni locali, organizzazioni non governative, fondazioni e altri soggetti pubblici e privati – siamo sulla strada giusta per raggiungere la soluzione”. (Fonte: sito internet  Milanoexpo 2015)



PECORARO SCANIO (MINISTRO DELL'AMBIENTE): “SERVE UN COLLEGATO A LEGGE FINANZIARIA”


“Gli interventi di contrasto al cambiamento climatico in atto sono sempre più urgenti, come dimostra anche il documento approvato dal Senato. E’ necessario che la prossima legge Finanziaria contenga un vero e proprio collegato ambientale, che incentivi in maniera forte e diffusa le fonti rinnovabili e pulite, l’efficienza energetica e l’edilizia e la mobilità sostenibili”. Lo ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Alfonso Pecoraro Scanio, commentando il documento sui cambiamenti climatici approvato dalla Commissione Ambiente del Senato. Il ministro sottolinea come “i tempi per una nuova economia basata sul risparmio e sull’efficienza energetica e sulle fonti rinnovabili, che possono dare nuovo slancio sia alla competitività delle nostre aziende che all’occupazione, siano ormai maturi. Lo testimonia il vero e proprio boom del solare nell’ultimo anno, grazie agli incentivi del Nuovo Conto Energia”. Passi in avanti ai quali, per il ministro, deve seguire un’accelerazione “sulla strada dell’innovazione tecnologica, per uscire dall’era dei combustibili fossili e puntare su fonti energetiche pulite e sostenibili per il nostro Pianeta”. (Fonte: AGI)




IAN ANDERSON (JETHRO TULL): "SONO MOLTO PREOCCUPATO, SOPRATTUTTO PER I MIEI NIPOTI E PRONIPOTI, PER I CAMBIAMENTI CLIMATICI"

“Al momento sono preoccupato soprattutto di tre questioni, che nei prossimi vent’anni potrebbero diventare anche molto interconnesse tra loro. Sono molto, molto preoccupato dagli estremisti religiosi militanti, nello specifico quelli islamici, sono molto preoccupato – soprattutto per i miei nipoti e pronipoti – per i cambiamenti climatici e per l’impatto che questi avranno su di loro, non tanto in termini di estati un paio di gradi più calde della media, ma per tutte le implicazioni sociali, economiche e politiche, che lo scenario futuro porta con sé. Sono, infine, molto preoccupato della possibilità – nei prossimi 50 o 100 anni – che il pianeta non sia in grado di sopportate la sovrappopolazione che sembra prospettarsi. Potrebbe addirittura succedere che le cose vadano così male in termini di cambiamenti climatici, che milioni di persone sul pianeta muoiano prematuramente a causa della mancanza di cibo, guerre, malattie, emigrazioni di massa. Questo può succedere ovunque, ad esempio qui in Italia, dove un giorno potrebbero sbarcare milioni di africani. Lo scenario è dunque decisamente oscuro, e la gente non sembra nemmeno pronta a parlarne. Il problema della sovrappopolazione non viene mai toccato, è qualcosa di oltre, qualcosa che viene per ora considerato politicamente scorretto da affrontare. Nessun politico avrà mai il coraggio di trattare il tema del controllo delle nascite. Anche prospettare alla gente una riduzione delle loro aspettative di consumo e di disponibilità energetiche sembra impossibile, e così la gente non ci pensa proprio. Basta vedere come la gente se ne va in giro su enormi macchine a quattro ruote motrici o come d’estate si tenga l’aria condizionata sempre accesa, o come ancora sia diventato facilissimo prendere un aereo per andare ovunque. Tutto ciò mi preoccupa. Ricordo che la prima questione che mi diede preoccupazione arrivò nel 1974, quando scrissi il pezzo ‘Skating away on the thin ice of the new day’, canzone scritta perché avevo letto della crescita a dismisura dell’anidride carbonica e degli effetti che avrebbe avuto sul pianeta. Alcuni scienziati che si occupavano allora della questione conclusero che a lungo andare ci sarebbe stata una sorta di nuova glaciazione globale. Si sbagliavano, si sbagliavano completamente, ma almeno si rendevano conto che stava succedendo qualcosa e che il clima stava cambiando. Allora scrissi quella canzone nel 1974, una canzone proprio sui cambiamenti climatici, e da allora ho continuato ad interessarmi su ciò che veniva scoperto al riguardo in tutto il mondo, e la ragione per cui sono così interessato a questi temi e perché faccio parte di quella generazione che, insieme a quella precedente, quella dei miei genitori, è più responsabile per i danni ambientali e climatici del pianeta, soprattutto causati dal ricco mondo occidentale. E così mi sento molto coinvolto, e anche se negli ultimi anni mi sono impegnato in prima persona a piantare decine di migliaia di alberi, ciò non mi fa sentire meglio, e solo uno scusarsi per una colpa, ma non è una soluzione. In definitiva, se uniamo le preoccupazioni dell’estremismo religioso che sfocia in atti di terrorismo, dei cambiamenti climatici (e di tutti i cambiamenti geopolitici che questi comportano), più l’aumento della popolazione, credo che il pianeta Terra potrebbe non essere più la nostra prima scelta se dovessimo scegliere dove vivere nell’universo. La situazione non appare affatto bella per i nostri figli, i nipoti o i pronipoti, che sono quelli che cominceranno a rendersi conto che il mondo non è quello che abbiamo conosciuto noi. Certo, tutto questo non è facile da mettere nei testi delle canzoni, perché non è ciò che la gente si aspetta di sentire quando si diverte nel bel mezzo di un concerto, ma rimane comunque un argomento che sento molto vicino”. (Fonte: sito internet del Ravenna Festival 2007- estratto dell’intervista ad Ian Anderson)


CIA (CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI): IL DECALOGO DELL'AGRICOLTORE DAVANTI AI CAMBIAMENTI CLIMATICI

La Cia ha fornito alcune regole preziose affinché, anche, l’agricoltura contribuisca alla lotta contro le emissioni di CO2:

  1. Razionalizzare la risorsa acqua (anche attraverso l’utilizzo di nuovi impianti irrigui).
  2. Creare piccoli e medi invasi locali per uso plurimo.
  3. Riforestare e rimboschire.
  4. Diffondere maggiormente l’agricoltura biologica.
  5. Utilizzare i fitofarmaci in maniera ponderata.
  6. Sviluppare le fonti di energie alternative (biomasse, eolico, fotovoltaico).
  7. Produrre più colture perenni di copertura e a radice profonda, eseguire rotazioni colturali appropriate.
  8. Recuperare antiche varietà per l’“aridocoltura” e sperimentare nuove colture resistenti alla siccità.
  9. Rinnovare le tecnologie e gli strumenti per il lavoro aziendale.
  10. Impiegare le nuove tecniche di allevamento e di alimentazione del bestiame.
    (Fonte: Comunicato Stampa Cia – estratto)    


 A cura di Fabio Bruno

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