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editoriale

UNIONE EUROPEA: MENO GAS SERRA, MA KYOTO E' LONTANO

Nel 2005 le emissioni di gas serra nell’Europa dei 15 sono diminuite del 2% rispetto al 1990. Più marcato il calo nei 27 paesi che formano oggi l’Unione Europea, con una riduzione delle emissioni del 7,9%. Sono i dati dell’inventario europeo dei gas serra, elaborato dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (Aea), che nelle sue conclusioni spiega che a contribuire alla lotta ai gas-serra è stata in particolare la svolta produttiva ed energetica di Germania e Gran Bretagna e anche la minore necessità di riscaldamento nei paesi nordici, frutto del cambiamento climatico già in corso.
L’inventario ha costituito una base di analisi per le soluzioni che sono venute fuori dalla Conferenza Nazionale sui Cambiamenti Climatici, promossa dal ministero dell’Ambiente e organizzata da Apat per il 12 e 13 settembre a Roma. Secondo il rapporto i gas serra sono diminuiti troppo poco rispetto al target posto dal Protocollo di Kyoto: “Nel 2005 - spiega il coordinatore della Conferenza sul clima, Vincenzo Ferrara - le emissioni avrebbero dovuto calare non del 2%, ma del 6%”.
Quindi se il trend si mantiene così come viene descritto dal rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, al 2010 - a metà del periodo di verifica del protocollo di Kyoto (2008-2012) - il taglio delle emissioni non supererà il 2,7% rispetto ai livelli del 1990. Ben lontano dall’obiettivo dichiarato dell’8% in meno. L’Italia è, nel rapporto Aea (che si ferma al 2005), al di sotto della performance europea. Secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente, al 2005 le emissioni sono cresciute del 12,1%, mentre l’obiettivo nazionale era la riduzione del 6,5% dei gas nocivi rispetto al 1990. Le stime dell’Apat per il 2006 riportano una inversione di tendenza per il nostro paese, con una diminuzione dell’1,5%, paragonabile a quella registrata a livello europeo. “Resta una lunga strada da fare: il target di Kyoto è ancora lontano non solo per l’Italia ma per tutta l’Europa, il continente che comunque si sta facendo maggiormente carico a livello politico delle politiche di cambiamento avendo assunto obiettivi ambiziosi in tema di tagli di CO2”, commenta il ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio. “Dalla Conferenza Nazionale sui Cambiamenti Climatici uscirà un quadro di soluzioni sulle azioni di adattamento attivo al clima cambiato. Il governo del territorio - conclude il ministro - si fa pensando al presente già in termini di futuro prossimo: la difesa del suolo, la programmazione delle fonti energetiche, l’urbanistica, la gestione della spesa sanitaria, il turismo stanno già facendo i conti con un cielo che è cambiato sulle nostre teste”. Il rapporto dell’Agenzia Europea spiega che la diminuzione delle emissioni nell’Unione Europea è dovuta specialmente al minor contributo di CO2 dalla produzione elettrica e dal riscaldamento per usi domestici (-0,9%) soprattutto in Finlandia e Germania; alle minori emissioni del settore abitativo (-1,7%) in Germania, Gran Bretagna e Olanda; al calo nei trasporti su strada (-0,8%). Meno protossido di azoto, altro gas serra, esce dal settore agricolo (soprattutto in Spagna, Italia e Germania); il contributo del metano sta diminuendo, soprattutto dalle discariche tedesche, olandesi e britanniche (-2,7%), così come dalle miniere francesi e di nuovo britanniche, in via di dismissione (-17,4%).
(Fonte: La Stampa.it)




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