Parlamento
2006:
una nuova centralità per pace, ambiente e sviluppo
?
In democrazia il momento più rappresentativo
e' quello della partecipazione alle consultazioni
elettorali. Quelle che hanno riguardato il nostro
paese, il 9 e il 10 aprile appena passato, hanno visto
una grande partecipazione di cittadini, fatto eccellente.
La campagna elettorale pero' e' stata brutta, molto
brutta. In alcuni momenti ha assunto toni particolarmente
accesi e duri, anche se non così differenti
da quelli di altre consultazioni del passato piu'
o meno recente.
Al momento molti di noi hanno motivo per gioire del
risultato, altri sono tristi, alcuni preoccupati.
A noi interessa soprattutto che chi governera', così
come chi svolgerà il proprio lavoro parlamentare
dall'opposizione, abbia la volonta' e la capacita'
di mettere al centro della propria azione concreta
i temi relativi a pace, ambiente e sviluppo.
Nel corso della campagna elettorale questi temi sono
stati espulsi dal dibattito, schiacciati dalle visioni
a corto termine, si sono manifestati solo in azioni
di nicchia e grazie a specifiche sensibilità.
Nei grandi confronti televisivi seguiti da milioni
di persone, la declinazione dei problemi ambientali,
con il loro impatto sulla quotidianità della
nostra vita (alimentazione, salute, lavoro), così
come quello sul futuro del pianeta e dei nostri figli
e nipoti (pace, sviluppo, educazione), non sono stati
presenti.
Nonostante ciò riscontriamo nel corpo sociale
del nostro paese disponibilità, fiducia e speranza
di poter aprire una nuova fase di attenzione e di
azione.
Su tutto ciò, nel corso dell'ultimo anno, abbiamo
spesso richiamato l'attenzione di governanti e persone
impegnate nelle istituzioni rappresentative. Vogliamo
che il prossimo parlamento e il prossimo governo mettano
questi argomenti come centrali nelle proprie agende,
affidino a persone valide e competenti le relative
azioni, si impegnino in un'azione di consultazione
e coinvolgimento profonda, non di facciata, della
società civile.
La nostra collaborazione indipendente la metteremo
a disposizione e riguarderà quattro campi specifici.
1. Acqua.
Su ciò mireremo l'obiettivo di far svolgere
al nostro paese un ruolo leader nella proposta di
Convenzione internazionale sull'Acqua. Ci impegneremo
per garantire la ripresa del dialogo tra cittadini,
amministrazioni e societa' di gestione dei servizi
pubblici. Solleciteremo l'azione del governo centrale
e delle autorità locali affinché operino
nel campo della crisi idrica globale nei paesi in
via di sviluppo. Contrasteremo i fenomeni di corruzione
legati alla gestione di questo bene comune, sia in
Italia che nei paesi destinatari delle azioni di cooperazione.
2. Energia. Dedicheremo particolare impegno
per favorire politiche di ricerca e sviluppo delle
energie rinnovabili, risparmio ed efficienza, produzione
decentrata. Spingeremo affinche' reali misure di sostegno
siano indirizzate verso la produzione e l'uso di tecnologie
che usano le fonti rinnovabili.
3. Eredità della guerra fredda, pace
e sicurezza. L'applicazione delle convenzioni internazionali
sul disarmo ci vede al fianco delle popolazioni dei
siti di deposito delle armi di distruzione di massa
negli Usa, nell'ex-Urss e in altri paesi, così
come a quelle che risiedono nelle vicinanze degli
impianti distruzione di quegli armamenti. Agiremo
affinche' il nostro paese perfezioni gli impegni gia'
presi e dia il proprio prezioso contributo alla difesa
dell'ambiente e miglioramento della vita delle popolazioni
locali.
4. Cultura dell'ambiente, della pace e dello sviluppo.
Per rendere durevole una coscienza ambientalista è
necessario produrre e diffondere conoscenza e cultura
appropriata; formare ed informare; creare occasioni
di incontro e dialogo tra i differenti portatori di
interesse.
di Elio Pacilio
Vicepresidente esecutivo Green
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FUTURO DELLE ENERGIE RINNOVABILI E I LIMITI DI KYOTO
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Schibel a Hermann Scheer,
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