GOVERNARE L'ENERGIA Con
il petrolio a 54 dollari al barile la questione energetica è salita prepotentemente
alla ribalta dell'opinione pubblica mondiale. Per i paesi del nord del mondo l'energia,
come l'acqua, è una risorsa scontata, della quale ci si accorge solo quando
manca per motivi tecnici o economici. Le tensioni energetiche che viviamo
oggi sono congiunturali ma solo sul breve periodo. Su tempi medi e lunghi, dell'ordine
di qualche decina d'anni, la crisi energetica, dovuta all'esaurirsi delle risorse,
sarà conclamata.
L'impressione che si ha, osservando il panorama
energetico mondiale, è che ci si trovi di fronte ad una fase di transizione
caratterizzata da politiche energetiche divergenti e spesso contraddittorie.
Le diversità si notano a tutti i livelli, da quello mondiale a quello regionale,
e sono trasversali sia per quanto attiene ai comparti industriali correlati allo
scenario energetico, sia per gli attori coinvolti, compresi quelli che si occupano
delle energie rinnovabili.
Si direbbe che un settore importante
come quello energetico, dal quale dipende la vita, il benessere di miliardi di
persone e la stessa civiltà come la conosciamo oggi, sia quasi lasciato
a se stesso. Il governo della fase di transizione dalle energie fossili
a quelle sostenibili non può essere lasciato esclusivamente alle politiche
locali, di gruppi d'interesse o di potenze geopolitiche, specialmente in un momento
dove oltre alla transizione si deve gestire l'accesso all'energia, spesso per
la prima volta, delle nazioni del sud del mondo. Perché non sfoci in
tensioni e conflitti, il processo di transizione energetica deve essere gestito
con attenzione e non in maniera unilaterale.
È necessario un approccio
multilaterale, interdisciplinare e sostenibile, che governi
in maniera attenta e bilanciata tutti i processi che regoleranno i rapporti tra
gli attori energetici, tenendo conto anche del mercato. Non riteniamo, infatti,
che il mercato, purché introduca come costante nei propri conti anche i
costi ambientali, sia un elemento negativo. Il mercato, se ben indirizzato e governato,
può essere un elemento di innovazione e progresso. Innovazione e progresso
di cui necessitano, per esempio, soprattutto le fonti rinnovabili, per assurgere
ad una dimensione di scala ottimale e potersi sviluppare al meglio.
Sul
breve periodo lo sviluppo delle rinnovabili deve essere favorito anche da una
politica di incentivi e compensazioni che ne permettano un rapido sviluppo,
favorendone lo star-up accelerato di cui necessitano per inserirsi a pieno titolo
nelle economie consolidate. È necessario, infatti, rompere, attraverso
strumenti politici, il circolo vizioso che ne opprime la crescita e che è
rappresentato dalla tenaglia che vede da un lato le dimensioni di scala (piccole
a causa degli alti costi) e dall'altro gli alti costi (dovuti alle piccole dimensioni
di scala).
Per esprimersi con un parola oggi di moda è necessaria
una governance delle politiche energetiche mondiali che inserisca
l'ambiente come voce di bilancio, sposti risorse di ricerca e sviluppo
con decisione sulle rinnovabili, educhi le nuove generazioni di decisori
alla sostenibilità socio-ambientale per guidarci attraverso il processo
che condurrà l'umanità ad una maggiore sostenibilità complessiva,
come tracciato dalla Dichiarazione del Millennio, senza farci cadere nella trappola
dei conflitti per le risorse che, come abbiamo sotto gli occhi ogni giorno, non
possiedono più confini e sono globalizzati.
Elio
Pacilio Vice Presidente Esecutivo Green Cross
Italia |
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