Risorse
naturali e conflitti.
Futuro incerto all'ombra del petrolio.
Alexander Likhotal
Presidente Green Cross
International
La civiltà contemporanea è saldamente
ancorata al petrolio ed il consumo del greggio di
anno in anno aumenta sempre più.
Nell'arco di circa un decennio, dal 1993 al 2003,
il consumo mondiale di petrolio è passato da
66,6 a 78,1 milioni di barili al giorno (+17%). Gli
abitanti dei pochi paesi ricchi ne consumano oltre
la metà. Agli USA spetta oltre un quarto del
consumo mondiale del petrolio nonostante il numero
degli abitanti degli Stati Uniti sia poco superiore
al 4,5% della popolazione della Terra.
Il petrolio estratto negli Stati Uniti è meno
della metà rispetto a quello che serve al paese
per una vita normale così come la intendono
gli americani. La quantità mancante è
garantita dall'importazione dall'estero.
Proprio per questo motivo le autorità americane
sono molto attente al fatto che i paesi ricchi di
petrolio siano governati da regimi leali agli USA.
Nelle battute scherzose tipo:- "Continuate ad
estrarre il petrolio da soli? Allora veniamo da voi!"
e "I geologi militari degli USA hanno rinvenuto
sotto un grande giacimento petrolifero americano un
paese arabo" esiste una buona dose di verità.
Se alle stazioni di rifornimento americane la benzina
continuerà a rincarare ai ritmi attuali il
destino dell'Iraq potrebbe toccare anche ad altri
paesi. E che la benzina rincarerà, ahimè,
non ci sono dubbi, semplicemente per il fatto che
ogni anno ne servirà sempre di più.
E le riserve di greggio, che è la causa di
tutto ciò, sono tutt'altro che illimitate.
Secondo i calcoli degli esperti della compagnia British
Petroleum le riserve di greggio attualmente esistenti
in tutto il mondo basteranno solo per 41 anni a condizione
che siano mantenuti gli attuali volumi di estrazione.
Ma, come già si è detto, l'estrazione
del petrolio è in aumento.
Questi problemi toccano molto da vicino anche l'Europa.
L'ultimo aumento dei prezzi del petrolio e del gas
ha mostrato la forte dipendenza dell'Europa dall'importazione
di risorse energetiche. Nel 2003 i 15 paesi UE hanno
importato l'80% del petrolio necessario ed il 49%
di gas. E questa è una tendenza in crescita.
Il problema energetico si porrà in maniera
particolarmente grave tra un paio di decenni quando,
secondo le previsioni della Energy Information Administration
(EIA) degli USA, la domanda di energia crescerà
di due terzi rispetto a quella attuale. Così
i paesi a forte crescita - Cina, India, Brasile -
sostanziano le previsioni sugli aumenti dei consumi
ed anzi tendono ad incrementarli.
Tutto ciò significa che nel futuro ormai prossimo
il petrolio inizierà semplicemente a scarseggiare,
mentre già ora quasi 2 miliardi di persone,
un terzo della popolazione del pianeta, non hanno
pressoché alcuna possibilità di utilizzare
l'energia elettrica o i combustibili liquidi e sono
quindi condannati ad un'esistenza da Medio Evo che
provoca disperazione, malcontento e conduce, in ultima
analisi, al conflitto.
La transizione dalle fonti fossili al ventaglio delle
rinnovabili - solare, vento, bioenergia - insieme
ad efficienza e alla produzione decentrata, è
fattore strategico per lo sviluppo e la sicurezza
delle generazioni attuali e future. Si configurano
come possibili Energie di Pace.
Alexander Likhotal
Presidente Green Cross International
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