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Questioni di sicurezza

di Alexander Likhotal
Presidente di
Green Cross International

Molti problemi "classici" della sicurezza internazionale in condizioni di globalizzazione acquisiscono nuova risonanza. La solidità e l'affidabilità del sistema internazionale che si sta formando nel XXI secolo dipendono direttamente dal mantenimento e dal rafforzamento della stabilità strategica.
Nella globalizzazione il suo ruolo non solo non diminuisce, ma, al contrario, cresce su molti fronti.
Purtroppo, la politica del ricorso alla forza che pareva essersi completamente discreditata negli anni della guerra fredda, è ritornata nuovamente ad occupare un posto "d'onore" nell'arsenale degli strumenti di politica estera. In queste condizioni il problema della non proliferazione delle armi di distruzione di massa diventa molto più grave rispetto a prima.
La sola eventualità che le armi chimiche e biologiche, o i loro componenti, possano finire nelle mani di gruppi terroristici o estremistici accresce notevolmente il potenziale distruttivo del terrorismo internazionale. E già oggi secondo le valutazioni dell'Istituto per lo studio degli aspetti scientifici della sicurezza internazionale, pubblicate il 7 settembre di quest'anno, al mondo si è accumulato materiale fissile sufficiente per costruire 300 mila ordigni nucleari.
Da qui risulta chiaro quanto sia importante aumentare gli sforzi per rafforzare le procedure per la non proliferazione delle armi di distruzione di massa e dei mezzi necessari alla loro dislocazione. E' evidente che la minaccia derivante dall'uso delle armi nucleari può essere totalmente eliminata solo a condizione di un completo disarmo nucleare. La responsabilità di ciò ricade in primo luogo sui principali membri del club nucleare che dovranno mostrare a tutto il mondo di non voler far durare in eterno il proprio "monopolio" sulle armi nucleari e di essere disposti a compiere passi concreti verso una loro riduzione.
Ha mille volte ragione Kofi Annan che ha definito "una vera vergogna" l'incapacità dei membri dell'ONU di giungere ad un accordo sulla prevenzione della proliferazione delle armi nucleari nel corso del recente summit a New York.
Tuttavia, nonostante la minaccia tremenda che deriva dal terrorismo internazionale e la terrificante prospettiva di un conflitto nucleare nel XXI secolo, attualmente la situazione reale è tale per cui nel nuovo millennio la sicurezza è qualcosa di più che una semplice difesa dall'aggressione. A differenza delle minacce tradizionali provenienti da un preciso nemico esterno, le nuove sfide vanno intese come pericoli e vulnerabilità globali. Non si possono combattere aumentando le spese militari, con lo spiegamento degli eserciti o con attacchi nucleari intimidatori. Per la maggior parte dei paesi del mondo la minaccia alla sicurezza si associa in minima misura alla debolezza dei confini nazionali e alla potenza militare delle forze esterne. Al contrario, per essi questa minaccia è legata ai conflitti interni la cui causa principale sono la povertà, la disuguaglianza sociale e la marginalizzazione della società nonché la mancanza di stabilità economica e la lotta per il controllo delle risorse che si riducono sempre più come, ad esempio, l'acqua, le risorse energetiche e la terra fertile.

di Alexander Likhotal
Presidente di Green Cross International


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