La
Commissione europea procede contro l'Italia
per 11 violazioni della normativa ambientale
La Commissione europea ha deciso di procedere
contro l'Italia per undici casi di violazione
della normativa ambientale. Dieci dei casi in
oggetto riguardano la mancata trasmissione di
informazioni fondamentali sull'inquinamento
atmosferico, la protezione della natura, la
gestione dei rifiuti, la valutazione di impatto
ambientale e le biotecnologie. Questa iniziativa
rientra in una serie di decisioni riguardanti
procedimenti di infrazione in campo ambientale
nei confronti di vari Stati membri, di cui la
Commissione sta dando comunicazione.
Stavros Dimas, Commissario responsabile
dell'ambiente, ha dichiarato: "Nonostante
i precedenti ammonimenti l'Italia non rispetta
completamente la normativa ambientale comunitaria
o non coopera adeguatamente per quanto concerne
le nostre richieste di informazioni. Le autorità
italiane devono adottare rapidamente le misure
necessarie affinché i cittadini italiani
e l'ambiente del loro paese possano beneficiare
della protezione sancita dal diritto comunitario".
Valutazione dell'impatto ambientale
La Commissione ha deciso di inviare al governo
italiano un parere motivato complementare per
il modo in cui l'Italia ha applicato la direttiva
comunitaria sulla valutazione dell'impatto ambientale
(VIA) rispetto alla realizzazione delle "infrastrutture
e degli insediamenti produttivi strategici e
di interesse nazionale". La normativa italiana
prevede una procedura di valutazione dell'impatto
ambientale diversa per questo tipo di progetti,
relativa al progetto preliminare, la quale,
secondo la Commissione, non garantisce sufficientemente
che la procedura di VIA sia aggiornata qualora
un progetto sia modificato rispetto al progetto
iniziale.
La direttiva VIA impone alle autorità
di esaminare l'impatto ambientale di progetti
di infrastruttura importanti e di consultare
la popolazione prima di decidere se autorizzare
la realizzazione. Essa deve essere interpretata
nel senso che impone che la VIA sia aggiornata
in caso di modifiche a un progetto che possano
cambiarne significativamente l'impatto complessivo
rispetto alla versione iniziale.
Mancanza di cooperazione con la Commissione
La Commissione ha inoltre inviato all'Italia
dieci lettere di costituzione in mora per aver
violato l'articolo 10 del trattato, a norma
del quale gli Stati membri devono cooperare
con la Commissione per consentire a quest'ultima
di eseguire i propri compiti. Nel maggio 2005
la Commissione ha inviato richieste di informazioni
per i casi seguenti, seguite da un sollecito
nel mese di luglio, ai quali l'Italia non ha
mai risposto:
- Un caso riguardante l'ampliamento della base
militare sull'isola della Maddalena (Sassari),
costituito da una struttura galleggiante lunga
100 m e larga 10. L'intervento è suscettibile
di avere un impatto significativo sulla zona
di conservazione dell'Arcipelago della Maddalena,
che l'Italia ha proposto come sito da includere
nella rete Natura 2000 di siti di conservazione
istituita dalla direttiva Habitat .
- Due casi riguardanti l'incenerimento di
rifiuti. Uno riguarda il progetto di un
grande inceneritore (con una capacità
di 240 000 t/anno) a Ischia Podetti (Trento),
di cui non è stato valutato l'impatto
su tre siti di interesse comunitario posti nelle
vicinanze. L'altro riguarda un impianto per
l'incenerimento di combustibile derivato da
rifiuti (CDR) a Corteolona (Pavia), con una
capacità di 60 000 t/anno, costruito
in violazione della direttiva comunitaria sulla
valutazione di impatto ambientale.
- Due casi riguardanti progetti di infrastrutture
sciistiche. Il primo, a Pinzolo-Madonna
di Campiglio (Trento), nelle Dolomiti dell'Adamello-Brenta,
riguarda vari siti naturali di interesse comunitario
ed un'area che avrebbe dovuto essere designata
zona di protezione speciale a norma della direttiva
comunitaria sulla conservazione degli uccelli
selvatici . Il secondo, un progetto per lo sci
di fondo a Selva di Progno (Verona), interessa
un sito naturale che, oltre a essere classificato
di iinteresse comunitario, è anche protetto
dalla direttiva sugli uccelli selvatici (sito
"Monti Lessini- Pasubio- Piccole Dolomiti
vicentine").
- Tre casi riguardanti progetti idroelettrici.
Uno, per impianti idroelettrici in Val Masino
(Sondrio), interessa due siti naturali di interesse
comunitario, il "Val di Mello - Piano di
Preda Rossa", che è anche una zona
di protezione speciale per gli uccelli selvatici,
e il sito "Bagni di Masino - Pizzo Badile
- Pizzo del Ferro". Il secondo consiste
in un programma della Regione Lombardia per
l'uso delle risorse idriche, il quale ha fissato
regole per l'uso delle acque fluviali per scopi
idroelettrici che non corrispondono alle disposizioni
procedurali e sostanziali della direttiva Habitat.
La Commissione ha inoltre chiesto informazioni
su un caso riguardante la gestione delle risorse
idriche nel Lago d'Idro (Brescia) in quanto
è stato segnalato alla Commissione che
l'uso dell'acqua del lago avrebbe conseguenze
negative sul sito naturale di importanza europea
"Lago d'Idro".
- Un caso riguardante la gestione dei rifiuti
di imballaggio nella Regione Campania, che
non ha istituito sistemi di restituzione e raccolta
dei rifiuti in conformità ai requisiti
della direttiva comunitaria sugli imballaggi
e i rifiuti di imballaggio .
- Un caso riguardante le misure nazionali concernenti
la coesistenza di colture geneticamente modificate
e l'agricoltura convenzionale. La Commissione
ha chiesto all'Italia di fornire informazioni
sulle misure adottate per assicurare che un
decreto legge italiano sia conforme alla direttiva
comunitaria sull'emissione deliberata nell'ambiente
di organismi geneticamente modificati.
In questi casi la Commissione ha ricevuto denunce
da parte di cittadini/organizzazioni secondo
cui la legislazione comunitaria non sarebbe
applicata correttamente in Italia.
Non rispondendo alle richieste di informazioni
della
Commissione, l'Italia viola gli obblighi derivanti
dal trattato. Senza l'attiva cooperazione degli
Stati membri la Commissione non può svolgere
i propri compiti e garantire che la legislazione
ambientale dell'UE sia applicata correttamente
dagli Stati membri.
Fonte Rapid
La
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