L'acqua non è un privilegio, è
un diritto
Mikhail
Gorbaciov,
Presidente Fondatore, Green Cross
International
Al World Urban Forum di Barcellona, il 13 Settembre 2004,
Green Cross ha annunciato il lancio della campagna mondiale
per il Diritto all'Acqua.
Per molti anni questioni di vitale importanza per il futuro
dell'umanità sono state, e restano ancora oggi, prerogativa
dei politici, degli interessi di parte delle multinazionali,
con un'incapacità della comunità internazionale
di tradurre i propri progetti in azioni.
Nonostante gli annunci, i proclami e le dichiarazioni fatte
dalle istituzioni mondiali, compresa la Dichiarazione del
Millennio delle Nazioni Unite, le parole, per quanto riguarda
l'acqua, hanno fallito.
1,1 miliardi di persone non hanno accesso all'acqua potabile
e sicura e sono 2,4 miliardi le persone, che non hanno accesso
ai servizi igienico-sanitari.
Questi numeri sono noti e talmente diffusi che i cittadini
ormai li percepiscono solo come dei meri dati statistici.
Non dovremmo dimenticare, invece, che dietro a queste cifre,
che sono in crescita, ci sono uomini e donne.
Tra gli Obiettivi della Dichiarazione del Millennio dell'
ONU c'è quello di riuscire, entro il 2015, a dimezzare
il numero delle persone che non hanno l'accesso all'acqua.
C'è il pericolo concreto che questo obiettivo non sia
raggiunto. Secondo stime affidabili, se i governi del mondo
sviluppato avessero stanziato 20 dollari pro capite per combattere
la crisi dell'acqua, la situazione si risolverebbe in 10 anni.
20 dollari è il prezzo di 20 bottiglie di acqua minerale
o di 20 tazze di caffè! Un rapporto dell'Organizzazione
Mondiale per la Salute ha stimato che raggiungendo gli Obiettivi
della Dichiarazione del Millennio si produrrebbero ricavi
da 3 a 34 dollari per ogni dollaro investito. In un modo o
nell'altro siamo incapaci di trovare fondi per portare i servizi
idrici ai poveri e ai sofferenti del mondo, ma è stato
semplice raccogliere 70 miliardi di dollari in quindici giorni
per la guerra in Iraq!
Ciò è scandaloso e tutti noi ne condividiamo
la responsabilità.
Green Cross esercita da sempre pressioni sulla comunità
internazionale, affinché questa prenda iniziative,
si assuma responsabilità e faccia la sua parte nella
missione umanitaria che è contenuta nella Dichiarazione
del Millennio. I cittadini di tutte le nazioni del Mondo sono
fondamentali per questa missione, perché spesso sono
loro i promotori dei cambiamenti, delle innovazioni e della
solidarietà. I Governi, compresi quelli locali, devono
dare l'esempio. Da ciò nasce la campagna internazionale
per il Diritto all'Acqua.
CAMPAGNA INTERNAZIONALE PER IL DIRITTO ALL'ACQUA
Il traguardo finale della campagna è quello di aiutare
a risolvere il problema dell'accesso all'acqua per milioni
di persone che oggi non ne dispongono. Le persone alle quali
ciò è negato sono le più povere e le
più bisognose. Spesso sono senza una voce e senza mezzi
per affermare i loro diritti. Dobbiamo dar loro questa voce,
rendergli la loro umanità e mantenere le promesse fatte
nella Dichiarazione del Millennio.
Raggiungere questo obiettivo significherebbe dare un segno
tangibile di cambiamento, per noi tutti e per l'ambiente nel
quale viviamo. L'alternativa a ciò è troppo
orrenda per essere anche solo contemplata. Nel 2020 metà
dei poveri del Mondo potrebbero vivere con seri problemi sul
fronte dell'acqua e un terzo della popolazione del Pianeta
potrebbe non disporre di servizi igienici sanitari.
Il nostro obiettivo è l'accesso universale dell'acqua
potabile e sanitaria. Venir meno a ciò significherebbe
violare la nostra civiltà, i diritti umani universali
e la morale di tutti noi.
L'ACQUA NON E' UN PRIVILEGIO, E' UN DIRITTO
Questo è lo slogan che abbiamo scelto per la campagna
e sono certo che nessuno potrà negarne il significato.
Tuttavia la situazione non è semplice.
È incomprensibile come al 3° Forum Mondiale dell'Acqua,
tenutosi a Kyoto nel 2003, i governi abbiano scelto di ignorare
o di sminuire gli allarmi dei 12.000 esperti, convenuti da
tutto il mondo per trovare soluzioni.
Si è trattato, invece, dei "soliti affari"
dei poteri forti, che continuano ad essere visti come l'unica
soluzione alla crisi mondiale dell'acqua. In particolare la
Dichiarazione dei Ministri non ha impegnato i governi a rivedere
i progetti di sviluppo delle dighe e non ha nemmeno richiesto,
come primo passo per la negoziazione di una Convenzione Globale
sull'Acqua, l'immediata ratifica da parte di tutti gli Stati
membri, della Convenzione delle Nazioni Unite sull'uso non
navigabile dei corsi d'acqua internazionali.
Tra le richieste di Green Cross al Forum di Kyoto c'erano
quelle di istituire un fondo internazionale per la Cooperazione
sull'Acqua e di lavorare con le autorità di bacino,
i governi e gli stakeholder per risolvere i complessi problemi
legati all'acqua.
Ci sono molte discussioni nel settore idrico. Ad esempio ci
sono quelle sui costi necessari per portare l'acqua a tutti
coloro che ne hanno bisogno, sul ruolo del settore privato
e sui costi da finanziare, sulla scala e sulle tecniche appropriate
da applicare ai progetti e alla loro implementazione. Dopo
la riunione del WTO di Cancun è particolarmente importante
il dibattito sul GATS.
Dal punto di vista pratico si osserva la mancanza di un'auspicabile
scenario legislativo per risolvere le dispute internazionali
sulle fonti d'acqua, che rappresentano un grosso ostacolo
alla soluzione della crisi idrica mondiale.
La distribuzione dei servizi basilari come l'energia, l'acqua
e i servizi igienici sono normalmente sotto la responsabilità
e le competenze dei governi locali e regionali. Senza regole
e regolamenti redatti e garantiti dai governi nazionali con
il sostegno a livello internazionale, sarebbe impossibile
assicurare i servizi di base ai governi locali impegnati nello
sviluppo dei loro paesi, specialmente per quanto riguarda
le metropoli.
Green Cross e i suoi partner credono che debba essere fatto
uno sforzo radicale e tempestivo per una regolamentazione
internazionale nel settore dell'amministrazione dell'acqua
sia potabile, sia sanitaria, sostenendo il lavoro delle Nazioni
Unite, come quello di UN-HABITAT, che promuove l'adozione
di una dichiarazione universale di accesso ai servizi essenziali.
Ci si potrebbe chiedere come sia possibile che l'acqua che
è così importante per la vita degli individui,
non sia garantita da leggi internazionali.
Sorprendentemente anche se dovrebbe esserlo, non lo è.
Nel 1948, quando la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo
è stata ratificata, è sembrato ovvio, ai suoi
autori, il fatto che tutte le popolazioni dovessero avere
accesso all'acqua potabile. Per questo motivo la formulazione
di questo diritto è stata completamente dimenticata
nell'elaborazione della Dichiarazione Universale dei Diritti
dell'Uomo.
È stata fatta menzione di ciò, più o
meno esplicitamente, in alcuni documenti internazionali: nel
Piano di Azione per il Mar della Plata (del 1947); nella Convenzione
per l'eliminazione di tutte le forme di discriminazione (del
1979); nella Convenzione dei diritti del Bambino (1989); nella
Dichiarazione di Dublino sull'Acqua e lo Sviluppo Sostenibile.
Tuttavia un documento internazionale che garantisca questo
diritto, che sia vincolante per i governi nazionali e che,
cosa più importante, provveda la ratifica di questo
diritto, non esiste.
Nonostante ciò crei situazioni di criticità
a livello mondiale, i governi, eccetto alcuni, sono riluttanti
ad aprire dei negoziati, sicuramente complessi e delicati,
per una nuova legge internazionale sull'acqua.
Nel novembre del 2002 è stato fatto un importante passo
in avanti, quando il Comitato delle Nazioni Unite per i Diritti
Economici, Sociali e Culturali (CESCR) ha riconosciuto il
diritto all'acqua come un diritto umano fondamentale. Ciò,
in teoria, dovrebbe impegnare i 145 Stati, che hanno ratificato
l'Accordo Internazionale per i diritti economici, sociali
e culturali ad assicurare gradualmente il libero e non discriminante
accesso all'acqua potabile. Tuttavia, lo Status del CESCR
non è vincolante a livello legale per i governi.
Green Cross e i suoi partner stanno proponendo la creazione,
attraverso dei negoziati, e l'adozione di una Convenzione
Internazionale per il Diritto all'Acqua, che una volta
ratificata dagli Stati membri delle Nazioni Unite, darà
a tutti i popoli il mezzo con il quale affermare il loro diritto
all'acqua, sana e in quantità sufficiente, e che obbligherà
i governi nazionali a vigilare affinché questo diritto
sia rispettato.
Questo approccio, basato sui diritti per la gestione delle
risorse idriche, aprirà la strada per all'accesso per
tutti.
I principi fondamentali di questa Convenzione sono stati discussi
negli ultimi 4 anni e sono stati approvati da più di
cento rappresentanti di Organizzazioni Non Governative di
tutto il mondo, durante il Dialogo "Water for Peace"
tenutosi al Forum Universale delle Culture di Barcellona nel
giugno 2004.
È necessario che sia riconosciuta l'importanza di questo
tema, perchè i governi possano accettare il nuovo trattato
internazionale. Per fare ciò gli elettori dei paesi
devono dare indicazioni chiare e fare pressione sui politici.
Perché tutto ciò si realizzi è necessaria
una campagna di sensibilizzazione pubblica mondiale.
Questo è uno dei motivi per cui Green Cross, insieme
ad altre organizzazioni locali, nazionali ed internazionali,
ha lanciato una campagna pubblica mondiale al fine
di convincere i governi degli stati ad iniziare la negoziazione
di questo trattato. La campagna che è iniziata a Barcellona
lo scorso settembre proseguirà nei prossimi tre anni
e che si concluderà, nel 2008, in un'altra città
spagnola, Saragozza, durante la Mostra Mondiale dell'Acqua.
Informazioni più complete ed aggiornate sulla campagna
si trovano sul sito www.watertreaty.org,
dove puoi trovare la petizione per il diritto all'Acqua, che
incoraggio fortemente a sottoscrivere.
Il Diritto all'Acqua è la nostra causa comune e per
avere successo abbiamo bisogno che ogni voce si faccia sentire.
Mikhail
Gorbachiov,
Presidente Fondatore, Green Cross
International
L'ACQUA
NON E' UN PRIVILEGIO, E' UN DIRITTO!
FIRMA ANCHE TU LA PETIZIONE INTERNAZIONALE PER L'ACQUA
www.watertreaty.org
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