Biomasse: l'energia
dalla natura
Itabia presenta il
rapporto sull'utilizzo delle biomasse in Italia:
fattori sociali e gestione inadeguata delle risorse
naturalistiche ostacolano il decollo delle bioenergie.
L'Europa è in ritardo nella realizzazione
dei piani di sviluppo delle biomasse. E' questo
il quadro che emerge dal rapporto "Le biomasse
per l'Energia e l'Ambiente"presentato lo
scorso aprile da Itabia (Italian Biomass Association)
con la collaborazione del Ministero dell'Ambiente.
Le biomasse penetrano con difficoltà
il mercato energetico europeo e sarà
poco probabile riuscire a rispettare i target
fissati per il 2010-2012. Da un'analisi della
Federazione Europea delle Associazioni delle
Biomasse (AEBIOM) risulta che dal 1995 al 2001
l'Europa ha raggiunto solo il 20% degli obiettivi
fissati dall'UE.
La fattibilità economica, il consenso
sociale e l'effettiva disponibilità di
biomassa sono i fattori che principalmente ostacolano
il decollo delle biomasse come fonte rinnovabile
di energia nel nostro continente.
Il concetto di biomassa
La parola "biomassa" include ogni
materiale di origine biologica legato alla chimica
del carbonio e al concetto di rinnovabilità.
Si tratta di un sistema che si presta poco a
definizioni univoche e chiare poiché
comprende un gran numero di sottosistemi (dalla
materia prima agli usi finali) a loro volta
suddivisi in varie tipologie e tecnologie di
trasformazione. "Utilizzare biomassa -
si legge, infatti, nel rapporto - significa
riferirsi a un intero sistema, dalla fotosintesi
clorofilliana, che fornisce la materia prima
vegetale, alle catene alimentari primarie e
secondarie fonti di sottoprodotti e di residui,
alle lavorazioni industriali del legno, delle
fibre, ecc.".
Un
sistema in degrado
L'uso delle biomasse accompagna da millenni
l'evoluzione dell'uomo, basti pensare al legno,
ma l'inquinamento e la contaminazione di acqua,
terra e aria rendono precario l'equilibrio di
questo complesso e delicato sistema. Foreste
e territori agricoli sono, infatti, i due principali
bacini d'origine delle biomasse. Anche la situazione
sociale è un fattore determinante per
la disponibilità delle biomasse: negli
ultimi anni lo spopolamento e il degrado delle
aree montane, l'abbandono e lo sfruttamento
intensivo delle zone coltivabili ha impoverito
il patrimonio naturalistico ed energetico della
nostra penisola. Il ripristino di comunità
territoriali agro-forestali autosufficienti
dal punto di vista energetico grazie ad un uso
razionale e adeguato di fonti rinnovabili, non
solo migliorerebbe la situazione ambientale
italiana, ma allevierebbe anche la domanda energetica
sul mercato internazionale.
Una
risorsa versatile ed ecologica
"Le fonti rinnovabili dovranno giocare
un ruolo fondamentale per rispondere alla crescente
domanda energetica, soprattutto in un momento
come quello attuale in cui i costi dei combustibili
fossili continuano a crescere, mentre quelli
delle rinnovabili tendono a scendere" ha
dichiarato nel luglio 2004 Hermann Scheer, presidente
del Consiglio Mondiale per le Energie Rinnovabili.
A differenza delle altre rinnovabili, le biomasse
rappresentano una fonte di energia utilizzabile
in più settori, come generazione elettrica,
produzione di calore e trasporti. Anche i vantaggi
dal punto di vista ambientale sono considerevoli:
il loro impiego contribuisce, infatti, a ridurre
la produzione di gas ad effetto serra. In particolare,
l'anidride carbonica (CO2) prodotta
dalla combustione delle biomasse è controbilanciata
dalla CO2 assorbita dalle piante
durante la loro crescita con un bilancio netto
pari a zero. Anche piombo, zolfo, idrocarburi
incombusti e monossido di carbonio (CO), sostanze
inquinanti presenti nei combustibili tradizionali,
sono assenti o presenti in quantità bassissime
nelle biomasse.
Potenziale reale ed effettivo delle biomasse
"A tutt'oggi - prosegue il rapporto di
Itabia - le biomasse per usi energetici contribuiscono
per un buon 12% al bilancio energetico mondiale,
ma la quantità di materia prima, è
circa il 40% del potenziale utilizzabile con
le conoscenze e le tecnologie di cui attualmente
si dispone. Su scala globale, questo potenziale
corrisponde a 1/3 dei consumi odierni di fonti
convenzionali". Le stime degli esperti
mondiali indicano che tra 50 anni le biomasse
potrebbero soddisfare il 35-40% del consumo
energetico mondiale.
La
posizione della politica italiana
In linea con le direttive europee degli ultimi
anni (Direttiva 2001/77/CE, Direttiva 2003/30/CE
e REG. CE N.1782/2003) mirate a "proteggere
l'ambiente, favorire uno sviluppo sostenibile,
conseguire più rapidamente gli obiettivi
di Kyoto, creare favorevoli condizioni socioeconomiche,
contribuire alla sicurezza degli approvvigionamenti
energetici", anche il nostro Paese ha elaborato
tre documenti programmatici per promuovere e
incentivare l'utilizzo delle biomasse: il Programma
Nazionale Energia Rinnovabile da Biomasse (PNERB),
il Programma Nazionale per la Valorizzazione
delle Biomasse Agricole e Forestali (PNVBAF)
e il Libro Bianco per la Valorizzazione Energetica
delle Fonti Rinnovabili.
"Occorre ridurre i consumi di petrolio
con interventi strutturali per potenziare la
produzione nazionale di energie alternative
e rinnovabili che consentano di ridurre l'inquinamento
e di uscire da situazioni di crisi oramai ricorrenti"
afferma la Coldiretti commentando il rapporto.
I dati Itabia rivelano, però, un forte
divario tra le tendenze attuali e gli obiettivi
attesi dai programmi nazionali: nel 2003 in
Italia solo 5 dei 191 Mtep (milioni di tonnellate
equivalenti di petrolio) di energia consumati
derivavano da biomasse.
Le radici del ritardo italiano
E' necessaria, infatti, un'accurata verifica
degli aspetti macroeconomici e "macroecologici"
(caratteristiche geologiche, risorse potenziali,
degrado ambientale e esigenze energetiche della
zona in esame) per consentire un'efficiente
penetrazione delle biomasse nel mercato dell'energia.
Proprio da analisi territoriale si evince che
la prevalenza di aziende agricole di piccole
e piccolissime dimensioni risulta essere uno
dei maggiori limiti allo sviluppo delle biomasse
come fonti energetiche: in Italia più
di un milione di aziende hanno meno di un ettaro
di SAU (Superficie Agricola Utilizzabile) e
solo il 4,5% del totale delle aziende ne hanno
più di 20 ettari (dati ISTAT 2003)
"La frammentazione fondiaria - continua
il rapporto - limita le capacità delle
singole aziende agricole di programmare interventi
per nuove coltivazioni e di dotarsi di macchine
necessarie alle lavorazioni e alla raccolta
dei residui".
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Le
fonti di biomassa: colture non-food, foreste
e rifiuti
La coltivazione di specie erbacee e legnose
non alimentari (annuali e poliennali) fornirebbe
non solo un'importante fonte alternativa per
l'approvvigionamento di biomasse, ma offrirebbe
la possibilità di ridurre il surplus
di terre coltivate e di utilizzare in maniera
vantaggiosa le aree agricole abbandonate. Le
colture oleaginose, per esempio, si stanno diffondendo
in Europa per la produzione di biodiesel industriale.
Si stima che in Italia più di un milione
di ettari potrebbero essere destinati alla riconversione
a colture annuali o poliennali per la produzione
di biomassa da energia consentendo una produzione
globale di 10 milioni di tonnellate/anno (equivalente
a circa 4 Mtep/anno). Il mancato sostegno finanziario
della Politica Agricola Comunitaria ha, però,
impedito la diffusione delle colture non-food.
Altre fonti biogeniche in Italia potrebbero
essere rappresentate dalle foreste (4 Mtep/annui
potenziali), dai residui agricoli e agro-industriali
(t Mtep/annui potenziali ) e dai biogas originati
da discariche e zootecnia (8 Mtep/annui potenziali).
"Sommando i contributi delle diverse fonti
- concludono gli esperti di Itabia - la produzione
di materia prima di origine biologica in Italia
dovrebbe aggirarsi intorno a 23 Mtep/anno. L'effettiva
disponibilità e possibilità di
raccolta e approvvigionamento è naturalmente
inferiore; alcune biomasse trovano già
altri utilizzi e per molte altre la raccolta
e il trasporto risultano difficili e onerosi.
La percentuale di effettiva disponibilità
varia dal 30 al 70% a seconda del tipo di biomassa
e della sua localizzazione. Tuttavia, come ordine
di grandezza, si può affermare che almeno
il 50% del totale stimato può essere
utilizzato per usi energetici". Secondo
la Coldiretti queste cifre consentirebbero un
risparmio di 10-12 milioni di tonnellate all'anno
nei consumi di petrolio con una riduzione sulle
emissioni di anidride carbonica di origine fossile
di 30 milioni di tonnellate.
Biomasse: non solo vantaggi energetici
Aldilà dell'aspetto energetico, il rapporto
mette in luce altre potenzialità della
risorsa biomassa: riduzione delle emissioni
di gas serra e inquinamento atmosferico, difesa
del suolo, gestione dei rifiuti e creazione
di nuovi posti di lavoro rappresentano alcune
promesse di questa risorsa alternativa. L'aspetto
socio-economico è da non sottovalutare
considerando la crisi occupazionale che ha investito
il nostro Paese. Secondo uno studio del Cimeat,
(Centro Internazionale di Ricerca per l'Energia,
l'ambiente e lo sviluppo tecnologico del Ministero
della Ricerca Spagnolo) le biomasse hanno il
maggiore potenziale nella creazione di posti
di lavoro. 1 TWh all'anno di energia elettrica
da biomasse attiverebbe 1.700 posti di lavoro
contro i 116 di 1 TWh di fonte carbone e i 100
di 1 TWh nucleare. Sul fronte dei costi per
impianti tra i 30 e 50 MW si hanno: 0,04€
per kWh (di cui 0,03 per il combustibile e 0,01
per l'ammortamento) nel ciclo combinato a gas
e 0,09€ per kWh (di cui 0,07, al massimo,
per la legna e 0,02 per l'ammortamento) per
le biomasse, senza alcun tipo di incentivazioni.
La situazione energetica del Pianeta è
sotto gli occhi di tutti: secondo esperti mondiali
siamo arrivati con 15 anni di anticipo all'apice
della curva di disponibilità di petrolio
mondiale. L'utilizzo adeguato e pianificato
delle biomasse sembra una delle poche promettenti
alternative, ma serve ancora molto lavoro per
la messa a punto di tecnologie efficienti in
grado di sostituire le fonti energetiche tradizionali.
Valentina Robbiati
Links:
Il
progetto di Gren Cross sulle biomassse FWEGO-SUD
www.minambiente.it
www.green-energy.it/biomasse.htm
www.bio-energie.de
www.ecoage.com
www.itabia.it
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