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L' immagine della campagna contro gli OGM

Ogm di contrabbando

Gli organismi modificati geneticamente non hanno le carte in regola per passare le dogane, proprio perché coperti da brevetto. Una scoperta che potrebbe mettere fuori legge gli OGM per…"legge"



I prodotti agricoli modificati geneticamente che si aggirano per le nostre strade ed ambiscono alle nostre tavole, non dispongono degli indispensabili codici doganali necessari per essere importati ed esportati per il mondo.
A stabilirlo, nell'epoca che si definisce per antonomasia globalizzata, sono proprio le stesse norme disciplinate dall'Organizzazione Mondiale Doganale in sede di WTO.
Per questo motivo, la libera circolazione di mais e soia contaminati da OGM è un'elusione di fatto delle norme fiscali che regolano la circolazione delle merci.
In pratica nessuna delle molteplici specie di sementi e derivati alimentari, modificati geneticamente possiedono il Codice Doganale Armonizzato, senza il quale nessuna merce può essere lecitamente esportata, importata nel mondo.
I codici doganali, regolati da normative complesse e laboriose, fin dal secolo scorso, sono frutto di aggiornamenti ed ammodernamenti che tengono conto di una miriade di parametri economici e politici imposti dalle politiche doganali dei singoli paesi.
In Europa oltre ai codici doganali internazionali esistono i Codici Doganali Europei, che sono disciplinati dai regolamenti comunitari relativi alla politica agricola e a particolari regimi tariffari.

Immigrati clandestini

In questo quadro, gli OGM costituiscono in tutto e per tutto una categoria merceologica "clandestina" e in quanto tali circolano nel mondo in modo illegale.
In pratica alla dogana di un porto, un carico di mais OGM deve essere respinto e rispedito al mittente in quanto privo di qualsiasi contrassegno nel documento di trasporto.
L'assegnazione di un Codice Doganale di Trasporto per gli OGM, rappresenta il primo passo verso la loro tracciabilità all'interno delle filiere produttive e di consumo, a garanzia dei cittadini e dei consumatori e non dovrà passare, secondo l'associazione ambientalista VAS che ha scoperto questa "falla" nel sistema commerciale ambientale la linea dell'omologazione dei prodotto OGM con quelli non OGM.

Brevetti a doppio taglio

"È il brevetto sugli OGM " afferma Ivan Verga, dell'esecutivo nazionale di VAS ", voluto con forza per anni dalle multinazionali, a protezione delle invenzioni biotecnologiche, il presupposto giuridico che rende inequivocabile la distinzione merceologica tra un mais OGM ed un mais di origine naturale. La pretesa delle multinazionali, che hanno voluto che le invenzioni biotecnologiche fossero tutelate dal diritto brevettuale in seguito alla definizione di prodotti protetti come unici ed originali, è chiaramente all'origine di ciò. Per questo" conclude Verga" è necessario che gli OGM abbiano il loro personale Codice Doganale legato a queste particolari caratteristiche che li rendono identificabili".

Sergio Ferraris


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