La quantità non basta Il
dibattito sulla cooperazione internazionale e sull'aiuto allo sviluppo spesso
ha come unico denominatore la creazione o la distribuzione di risorse nei paesi
del sud del mondo. L'azione
di start up delle azioni di cooperazione è importante ma non sufficiente.
Troppo spesso, infatti, si considera, all'interno dei progetti, solo l'aspetto
della creazione delle condizioni per gestire o realizzare le risorse e non quello
della qualità e della continuità nel tempo delle stesse. L'acqua
è uno dei tipici problemi nei quali un approccio di questo tipo non è
sufficiente. Per le sue caratteristiche, infatti, l'acqua necessita di una
gestione intergrata e di investimenti differenziati sia nella qualità,
sia nel tempo per poter essere gestita al meglio. Il
problema della qualità della risorsa acqua, che si lega in maniera indissolubile
alla sua gestione, è spesso la cartina di tornasole che indica la qualità
degli interventi. L'acqua deve essere gestita attraverso un ciclo "virtuoso"
che ne governi tutti gli aspetti affinchè conservi le sue caratteristiche
di vita e non si trasformi in un veicolo di sofferenza e malattie. Fare ciò
non è semplice. Spesso, infatti, il controllo del territorio, l'instabilità
sociopolitica e le precarie condizioni di quelle nazioni, rendono molto difficoltoso
garantire nel tempo la qualità della risorsa. Anche per questo motivo riteniamo
che sia necessaria, contemporaneamente all'azione di cooperazione allo sviluppo,
quella sulle strutture di partecipazione, stimolando e favorendo la partecipazione
diretta e dal basso. Molto spesso lo strumento della cooperazione decentrata assicura
il trasferimento di modalità e di formazione delle decisioni politiche
di quei paesi. Il nesso tra democrazia e sviluppo è ormai chiaro e senza
questa unione, che deve essere forte, non è possibile risolvere i problemi
dei paesi del sud del mondo. L'altra grande sfida,
oggi, sta nel realizzare tutto ciò in maniera sostenibile. La compatibilità
socio ambientale dell'utilizzo delle risorse è problematico in occidente,
ma diventa vitale in questi paesi. L'utilizzo di risorse in maniera insostenibili,
infatti, crea un ulteriore divario in quelle società, facendo sprofondare
nella miseria vasti strati di popolazione a fronte del miglioramento delle condizioni
di vita di poche elite. Nel passaggio dalla povertà rurale alla miseria
urbana, infatti, il degrado ambientale gioca un ruolo di primo piano e non deve
essere sottovalutato il fatto che l'ambiente, in quelle regioni è spesso
più fragile che in altre zone del Pianeta. I fenomeni di crescita delle
megalopoli oggi sono sotto agli occhi di tutti. Nelle periferie urbane delle grandi
città del sud del mondo aumenta quotidianamente il numero dei profughi
ambientali che, cacciati dai loro territori a causa del degrado non trovano alternative
all'inurbamento forzato. Aggiungendo degrado alla già compromessa situazione
dei tessuti urbani. Per questi motivi l'azione di tutti coloro che operano
nel settore deve essere coordinata e integrata attraverso strumenti nuovi, sia
operativi, sia di comunicazione, in maniera che ci sia un collegamento stretto
tra tutti i soggetti come ONG, enti locali dei paesi del sud del mondo e istituzioni
dei paesi del sud del mondo per creare una governace comune che non scoraggi i
paesi donatori e anche quelli che della cooperazione allo sviluppo dovrebbero
beneficiare.
Elio Pacilio Vice
Presidente Esecutivo Green Cross Italia |