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SPECIALE GOLDWATER
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GREEN CROSS E GOLDWATER
MIKE GOLDWATER
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LA MOSTRA
GORBACIOV SULL'ACQUA
KOFI ANNAN SULL'ACQUA
SALA STAMPA
Terre umide e terre secche

di Kofi Annan
Segretario generale delle Nazioni Unite



I Quartieri poveri nella zona Bhasntak di Dacca sono Stati invasi dalle acque dopo le violente alluvioni che hanno colpito il paese. Bangladesh, settembre 1998
I Quartieri poveri nella zona Bhasntak di Dacca sono Stati invasi dalle acque dopo le violente alluvioni che hanno colpito il paese. Bangladesh, settembre 1998

Ogni anno milioni di bambini muoiono a causa di malattie prevenibili provocate dall'acqua. Se continueranno gli attuali modelli di consumo, entro 25 anni sulla Terra due persone su tre vivranno in condizioni di carenza d'acqua.

I problemi sono più acuti in Africa e in Asia occidentale, ma la mancanza d'acqua è già diventata un limite importante per la crescita industriale e socio-economica in molte altre regioni del mondo, tra cui la Cina, l'India e l'Indonesia.

La crisi non riguarda solo i paesi in via di sviluppo: negli Stati Uniti milioni di persone bevono acqua non conforme alle norme di sicurezza previste per l'acqua potabile.

Il quadro non è del tutto negativo. Alcuni paesi hanno adottato approcci integrati per la gestione delle acque dolci. La pressione dell'opinione pubblica ha portato a ridurre gli scarichi di sostanze tossiche in molti bacini fluviali.

Le nuove tecnologie e la "gestione della domanda" hanno migliorato l'efficienza dell'irrigazione, dei processi industriali e della distribuzione idrica cittadina. Una rinnovata attenzione sulla necessità di armonizzare le politiche sulle acque con il territorio e la selvicoltura ha migliorato il risparmio di acqua e petrolio.

Kofi Annan e l'acqua
Kofi Annan

I progressi tuttavia non sono stati, nel loro complesso, né sufficienti né esaustivi. Occorre realizzare strutture tariffarie capaci di coniugare l'equità con l'efficienza. Occorre attuare una "rivoluzione blu" dell'agricoltura che aumenti la produttività e porti a un maggiore raccolto per ogni goccia d'acqua.

Occorre che le industrie adottino le "migliori pratiche" e diffondano informazioni utili sulle sostanze inquinanti. Occorre la collaborazione tra le istituzioni, che superi e compensi la frammentazione delle responsabilità tra i diversi ministeri: energia, trasporti, ambiente e sanità.

Occorre inoltre adottare politiche che tengano conto delle differenze di genere. Infatti, nelle famiglie l'impegno di raccogliere e utilizzare l'acqua tocca soprattutto alle donne.

Le Nazioni Unite, tramite il sostegno e le regole di armonizzazione previsti nella propria Carta, possono aiutare l'umanità a far fronte alla minaccia rappresentata da uno sfruttamento insostenibile delle risorse idriche e a scongiurare il rischio sempre più vicino di vivere su un pianeta irreparabilmente devastato e saccheggiato dalle attività dell'uomo.

Le conquiste della tecnologia possono risolvere alcune delle sfide ambientali che ci si presentano, ma contare sulla tecnologia e ostinarsi nelle stesse pratiche perverse sarebbe una vera follia. I popoli e i governi devono impegnarsi insieme per una nuova etica di conservazione e un nuovo modo di amministrare il patrimonio idrico.



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