SPECIALE GOLDWATER
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Acqua per
la Pace
Mikhail
Gorbaciov
Presidente Green Cross lnternational
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Una bimba di sei mesi a un corso
di nuoto in una piscina per bambini
a nord di Londra. Inghilterra,
maggio 2002
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Al pari della religione e dell 'ideologia
l'acqua ha il potere di muovere
milioni di persone e fin dagli albori
della civiltà l'uomo si è
sempre spostato nel territorio per insediarvisi
vicino.
Si sposta se l' acqua scarseggia e se
abbonda. Si mette in viaggio verso l'
acqua, scrive, canta e balla per l'acqua.
Per l'acqua si combatte e dell'acqua
tutti hanno bisogno, sotto ogni cielo,
ogm giorno.
Serve per bere, cucinare, lavare, per
il cibo, per l'igiene, per l'industria,
l'energia, i trasporti, i rituali, per
divertirsi, per vivere. E non siamo
solo noi essere umani ad averne bisogno,
la sopravvivenza di tutti gli esseri
viventi dipende dall ' acqua.
Ma
oggi ci troviamo sull'orlo di una crisi
globale dell'acqua. Le due eredità
più importanti del ventesimo
secolo - l' aumento della popolazione
e lo sviluppo tecnologico - hanno avuto,
in termini di risorse idriche, un alto
costo. Rispetto a vent'anni fa il numero
di persone che oggigiorno non hanno
accesso all'acqua potabile è
aumentato. Un numero sempre maggiore
di fonti di acqua potabile si esauriscono
e vengono contaminate. Le tecnologie
moderne ci hanno permesso di imbrigliare
buona parte dell ' acqua mondiale per
la produzione di energia, per l'industria
e l'irrigazione - ma spesso a un prezzo
sociale e ambientale terribile - e nel
frattempo molte pratiche tradizionali
di conservazione idrica sono state abbandonate.
La crisi idrica esiste su scala globale,
ma le soluzioni vanno quasi sempre sviluppate
e realizzate a livello locale, e sempre
con l' ottica che non si tratti di una
sostanza da dare per scontata ne di
un patrimonio esclusivo d'una ristretta
minoranza.
L' acqua è l' elemento singolo
più importante, necessario a
garantire il diritto umano universale
a "uno standard di vita adeguato
per la salute e il benessere proprio
e della propria famiglia " (articolo
25 della Dichiarazione Universale dei
Diritti Umani). Senza accesso all'acqua
pulita, la salute e il benessere non
sono soltanto messi gravemente a repentaglio,
diventano impossibili: è un fatto
incontestabile che chi vive senza un
accesso affidabile all'acqua conduce
un' esistenza misera e degradata, con
poche possibilità di un futuro
migliore per se e per i propri figli.
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Mikchail Gorbaciov
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Riconosciamo
dunque che l'accesso all'acqua pulita
è un diritto umano universale
e accettiamo la responsabilità
che ne deriva, quella cioè di
garantire l 'infondatezza della previsione
di un mondo in cui, fra venticinque
anni, l' emergenza acqua riguarderà
due persone su tre.
Non limitiamoci ad affermare che tutti
hanno diritto all 'acqua e diamo a questa
convinzione l'importanza che merita
con un emendamento della Dichiarazione
Universale dei Diritti Umani che inserisca
esplicitamente l' acqua fra tali diritti.
Dobbiarmo affrontare la minaccia di
una catastrofica crisi idrica e sventare
queste lugubri previsioni amministrando
le risorse naturali con uno spirito
nuovo. Non farlo sarebbe un crimine
e per tale crimine la storia giudicherà
severamente le generazioni attuali.
Perciò dobbiamo incanalare in
questa direzione tutte le forze a nostra
disposizione. Il continuo aumento della
popolazione mondiale non dovrebbe essere
considerato soltanto una delle cause
della crisi idrica ma anche la fonte
per una sua soluzione. Solo la solidarietà
e la volontà umana 'possono pennetterci
di affrontare una sfida di queste dimensioni
e devono provenire da svariati settori.
Ci vuole collaborazione nei governi
internazionali e locali, occorre solidarietà
fra i settori privati dell'economia
ed è indispensabile da parte
dei governi la volontà politica
di collaborare in buona fede con gli
Stati confinanti e con le proprie popolazioni:
anche i gruppi spesso marginali come
le donne e gli indigeni devono avere
una voce, le informazioni e i mezzi
per utilizzare l'acqua.
Senza la sicurezza idrica, la stabilità
sociale, economica e nazionale risulta
in pericolo, in misura maggiore là
dove l' acqua scorre lungo confini contesi,
e diventa cruciale dove esiste "un
' emergenza acqua" in regioni con
tensioni religiose, territoriali o etniche.
In alcuni casi, come fra India e Pakistan
riguardo al fiume Indo, il successo
della collaborazione nella gestione
delle risorse idriche dimostra che persino
Stati con rapporti difficili possono
cooperare. In altri casi, invece, non
sono ancora state colte le possibilità
date da un corso d'acqua comune di migliorare
i rapporti territoriali. Ne è
un esempio il Medio Oriente, e in particolare
la valle del fiume Giordano, condiviso
da Israele, dal popolo palestinese,
da Giordania, Siria e Libano.
Nell'arido
Medio Oriente l'acqua rappresenta fin
dall'antichità una questione
di sicurezza fondamentale. Benché
esistano accordi, sia tra Israele e
Giordania sia tra Israele e l' Autorità
Palestinese, che includono clausole
sull'acqua, la distribuzione, l'uso
e i diritti alle risorse idriche sempre
più scarse di questa regione
instabile restano questioni potenziahnente
esplosive anche se nelle tradizionali
trattative di pace il problema viene
di solito messo in secondo piano o nascosto.
Nel 2000 ho guidato una delegazione
nella regione e abbiamo incontrato il
primo ministro Ehud Barak, il presidente
Yasser Arafat e il re Abdullah di Giordania,
che si sono impegnati a collaborare
con Green Cross International e i nostri
partner negli Stati Uniti, il Centro
per la pace e la cooperazione nel Medio
Oriente, per trovare soluzioni alla
sempre più grave crisi idrica
dell'area. Il lavoro continua e attuahnente
ci occupiamo del programma internazionale
Acqua per la pace. Le soluzioni esistono
e dovrebbero venire elaborate in collaborazione
con tutti i potenti della Terra.
I tre leader hanno riconosciuto esplicitamente
che non possono esserci soluzioni unilaterali
, al problema idrico, questione che
valica più confini, e ciò
è vero sia in Medio Oriente,
sia per i corsi d'acqua che scorrono
fra gli Stati Uniti e i Paesi confinanti.
Si dovrebbe costituire una gestione
congiunta basata su un sistema di effettiva
interdipendenza in tutti i 261 bacini
internazionali sparsi nel mondo, un
raggruppamento teso a uno sforzo comune
anziche la restrizione delle singole
sovranità nazionali.
Un conflitto armato fra Stati per l'
acqua è improbabile, tuttavia
bisogna ricordare che esistono altri
tipi di conflitti nelle regioni afflitte
dal problema dell'emergenza idrica.
Esistono scontri interni fra gruppi
etnici, regioni, utenti e persino piccole
comunità, scatenati proprio dal
problema dell'acqua. Una cooperazione
tra Stati e governi è essenziale
alla ricerca di soluzioni idriche regionali,
e dove tali soluzioni non siano facilmente
disponibili occorre un sostegno e una
mediazione internazionale neutrale.
Ma vere e proprie battaglie per l' acqua
si profilano al nostro orizzonte se
non si intensificheranno gli sforzi
per impedire conflitti in regioni con
emergenze idriche come l' Asia centrale,
il confine Messico-Stati Uniti', il
Sahel e il Medio Oriente.
Tuttavia, nella maggior parte dei casi,
le soluzioni pratiche sono locali e
riflettono la natura specifica, geografica
e culturale dell'uso dell'acqua. Il
periodo del dopoguerra-guerra fredda,
quando lo slogan ""grande
è bello" spingeva alla costruzione
di 45.000 grandi dighe in tutto il mondo,
è finito. Questa sconsiderata
manomissione della natura ha lasciato
un ' eredità terribile, anche
nel mio paese, dove migliaia di acri
di terreno fertile sono andati perduti
e le catastrofi causate dall 'uomo provocano
sofferenze incommensurabili, come nella
regione del lago Aral. Dovremmo dare
il via a una nuova era, in cui si dia
la precedenza agli interessi sociali
e ambientali e si mettano in questione
i vantaggi di grandi opere come le dighe.
Gli Stati Uniti, la seconda nazione
del mondo per numero di dighe dopo la
Cina, stanno già aprendo brecce
in molte dighe e permettono al salmone
di nuotare di nuovo liberamente; altrove,
soprattutto nel mondo in via di sviluppo,
il problema è come fornire irrigazione,
energia e controllo delle inondazioni
- ora affidati alle dighe - con iniziative
di dimensioni minori, come la raccolta
dell ' acqua piovana e una gestione
efficiente della domanda.
Il nocciolo del problema è il
valore che attribuiamo ai diversi usi
dell ' acqua. Di nuovo, non esiste un
programma attuabile universalmente,
ma è chiaro che nessuna delle
due posizioni estreme, una a favore
dell ' acqua disponibile per tutti gratuitamente
e l' altra che promuove una politica
dei prezzi a costo totale per tutti
i rifornimenti idrici, è auspicabile.
Dobbiamo ricordare che il valore e il
prezzo dell ' acqua sono due cose diverse;
è una sostanza
il cui uso deve essere ottimizzato con
efficienza, ma in quanto necessità
assoluta per ogni forma di vita sulla
Terra dev' essere disponibile per il
sostentamento di tutti, inclusi gli
eco sistemi naturali. Questo rende la
politica dei prezzi dell ' acqua e dei
servizi idrici una questione complessa.
Ci troviamo insomma di fronte a un'
enorme sfida.
Per fortuna abbiamo un passato costellato
di grandi sfide risolte usando l'immaginazione
e la nostra straordinaria capacità
di adattamento, e migliaia di persone
di talento in tutto il mondo sono già
mobilitate allo scopo di conservare
l'acqua per le generazioni future. Durante
il nostro cammino sarà inevitabile
scontrarsi con crisi e conflitti. Per
essere sicuri che stiamo andando nella
direzione giusta dobbiamo ricorrere
alla nostra conoscenza e alla nostra
esperienza, nonche alle istituzioni
per stare al passo con il progresso
scientifico e tecnologico e imparare
a diventare buoni vicini e bravi ospiti
dell'ambiente naturale. L'uomo si è
sempre mosso per l'acqua, ora dobbiamo
mobilitarci per salvarla.
Mikhail Gorbaciov
Presidente Green Cross lnternational