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                              Kofi Annan a capo della crociata ambientale dei famosi
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                                | Kofi Annan |  
 Proseguono a Ginevra i lavori  del World humanitarian forum (Whf), la nuova organizzazione  internazionale creata dall’ex segretario dell’Onu Kofi Annan e dal governo svizzero, ma rischiano di essere oscurati dalla  presenza di uno degli aderenti allo stesso Forum, Rajendra  Pachauri, il presidente del Comitato intergovernativo sui  cambiamenti climatici (Ipcc) che è stato insignito del Premio  Nobel per la pace insieme ad Al Gore. Infatti,  il responsabile della direzione dello sviluppo e della cooperazione Walter Fust e il direttore dell’ufficio federale svizzero dell’ambiente Bruno Oberle non si sono lasciati scappare l’occasione ed hanno organizzato a Berna una conferenza stampa con Rajendra  Pachauri che ha sottolineato che “la  Svizzera è un piccolo paese, ma è un leader morale in  numerose questioni internazionali. La Svizzera non figura tra i  principali responsabili del surriscaldamento del pianeta. Ma tutti i  paesi, anche i più piccoli, devono fornire il loro contributo  nella lotta contro i cambiamenti climatici. Nessun paese può  ottenere carta bianca per non partecipare alla lotta globale in campo  ambientale - ha detto il presidente Ipcc - La Confederazione Elvetica dispone delle risorse tecnologiche e  finanziarie necessarie per condurre questa lotta. Se teniamo conto  delle spese provocate dalle catastrofi naturali, risulta evidente che  costa molto meno adottare delle misure di prevenzione per evitare  simili eventi”. Per Rajendra Pachauri, i cambiamenti climatici sono anche “una  minaccia per la pace mondiale. Anche le organizzazioni di aiuto allo  sviluppo dovrebbero quindi dedicarsi alle questioni climatiche che  colpiscono i più poveri tra i poveri e sostenere progetti che  permettono di ridurre le conseguenze dei cambiamenti  ambientali in corso”. Intanto al Forum di  Ginevra Kofi Annan chiedeva di concentrarsi sulle politiche di adattamento al global  warming e sulle conseguenze che già produce per le comunità  e gli individui. Annan ha detto che “occorre richiamare  l’attenzione e mobilitare l’opinione pubblica sul fatto che il  cambiamento climatico non è un fenomeno in decadenza fino a che si estende e sta crescendo in  questo stesso momento. Tutti siamo sulla stessa barca ed abbiamo  bisogno di unirci per risolverlo”.  L’economista della Columbia university, Jeffrey Sachs ha ritenuto “sommamente opportuno e importante” la  costituzione del Whf da parte di Annan e della Svizzera, perché  è un’iniziativa che si inquadra perfettamente nel solco dei  negoziati internazionali di Bali che, secondo Sachs, dovranno  definire “cosa si deve fare davanti alla conclamata crisi  climatica e quali azioni efficaci bisognerà adottare per la  mitigazione e l’adattamento. Nei negoziati intergovernamentali, che  inizieranno a Bali, occorrerà stabilire come limitare i danni  che la società sta causando e come si adattano le comunità  ai cambiamenti che sono inevitabili”.  Anche Sachs,  partendo dall’esempio della situazione nel Darfur e nel Corno d’Africa,  ha posto in evidenza come sempre più guerre dipendano dalle  conseguenze sulle risorse naturale dei cambiamenti climatici. L’ex  responsabile per gli aiuti umanitari dell’Onu, il norvegese Jan  Egeland, ha detto che da sempre la  questione ambientale è anche una questione etica: “L’esperienza ci dice che  numerosi governi hanno firmato il Protocollo di Kyoto sul cambiamento  climatico. Ma senza nessun embargo, molti di questi governi non hanno  intenzione di fare qualcosa per l’applicazione di questo trattato.  Il Whf vuole stimolare l’impulso etico necessario per prendere  azioni politiche. Oggi manca l’applicazione per carenza di volontà  politica e questo dipende sempre più frequentemente per la  carenza di volontà di certi governi o gruppi di governi”.   Il World humanitarian forum ha deciso di tenere una prima riunione  annuale di alto livello nel giugno del 2008, sempre a Ginevra ed ha  nominato una giunta fondatrice che, oltre ad Annan,  Pachauri ed Egeland,  vede la presenza di Catherine Bertini (Usa), ex alta funzionaria Onu; Lakhdar  Brahimi (Algeria), ex consigliere  speciale dell’Onu; Michel Camdessus (Francia), direttore gerente del Fondo monetario internazionale dal  1987 al 2000, Mary Chinery-Hesse (Ghana), ex direttrice dell’Organizzazione mondiale del lavoro e  ministro del suo Paese; Jacques  Forster, vicepresidente del comitato  internazionale della Croce Rossa; principessa  Haya di Giordania, Dean  Hirsch (Usa), presidente di World  vision international, Alois  Hirschmugl (Austria) esperto di  catastrofi; Hans Küng (Svizzera) Teologo; Ricardo Lagos, ex presidente del Cile;  Ivan Pictet, banchiere svizzero; Mary  Robinson, ex presidente  dell’Irlanda; Amartya Sen (India) economista; Barbara Stocking,  direttrice di Oxfam, Marianna  Vardinoyannis (Grecia),  ambasciatrice di buona volontà dell’Unesco, James  Wolfensohn (Australia) ex presidente  della Banca mondiale e Muhammad Yunus (Bangladesh) premio Nobel per la pace 2006. (Fonte: greenreport)   
 
 
 
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