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Un appello per il clima

Le Accademie scientifiche hanno lanciato un appello al G8 contro i cambiamenti climatici.

Il documento sottolinea il fatto che anche se le conoscenze scientifiche sui cambiamenti del clima sono ancora incomplete, le conoscenze finora acquisite sono sufficienti per affermare che gran parte della responsabilità dei cambiamenti climatici in corso è dovuta alle attività umane. E ribadisce che esiste la necessità urgente di intraprendere azioni immediate per contrastare i futuri cambiamenti climatici.
L'appello è stato firmato anche da Brasile, Cina e India, cioè dai tre Paesi emergenti che contribuiscono maggiormente alle emissioni dei gas di serra dei Paesi in via di sviluppo e per l'Italia dall'Accademia dei Lincei.

Il documento si conclude con una richiesta ai G8 che si riuniranno a Gleneagles (Scozia) il mese prossimo, di attuare i seguenti punti:

1 - riconoscere che il rischio di cambiamenti del clima è reale ed è in aumento;

2 - lanciare una attività internazionale di studio per definire quali siano i livelli di concentrazioni atmosferiche dei gas serra corrispondenti ai vari scenari di emissione in conseguenza del prevedibile sviluppo socio economico mondiale: la identificazione di tali livelli consentirà ai vari paesi del mondo di valutare gli impatti dei cambiamenti climatici e di evitare le conseguenze che essi ritengono inaccettabili;

3 - identificare un percorso di azioni efficaci (dal punto di vista dei costi-benefici) da attuare nel breve periodo, ma che contribuiscano ad una sostanziale riduzione delle emissioni globali di gas serra sul lungo periodo, tenendo presente che ogni ritardo nelle azioni da svolgere non fa altro che aumentare il rischio di conseguenze ambientali negative che a loro volta comportano maggiori costi;

4 - collaborare con i Paesi in via di sviluppo affinché si formino in tali Paesi esperienze e capacità idonee ad affrontare i loro specifici problemi, ed in particolare a trovare soluzioni innovative per mitigare e adattarsi alle conseguenze negative dei cambiamenti del clima, senza penalizzare i diritti allo sviluppo che hanno i Paesi in via di sviluppo;

5 - fare in modo che, sia nei Paesi industrializzati sia in quelli in via di sviluppo, assumano un ruolo leader le tecnologie energetiche pulite e l'uso efficiente dell'energia e che le conoscenze acquisite possano essere diffuse e condivise in tutte le nazioni del mondo;

6 - mobilitare le comunità scientifiche e tecnologiche perché aumentino i loro sforzi nel campo della ricerca scientifica e dello sviluppo tecnologico, in modo che acquisiscano migliore know how e maggiore informazione per aiutare i politici nelle loro decisioni.

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Sergio Ferraris

 

 

 

 


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