| 
                                  
                                     
                                    Ozono: il freddo 
                                  minaccia 
                                      |  |   
                                      | Una sonda per monitorare 
                                          l'ozono lanciata da Ny Alesund, Spitzbergen 
                                          per misurare lo stato dello strato di 
                                          ozono nell'Artico Fonte: http://www.ozone-sec.ch.cam.ac.uk
 |   
                                      |  |  la stratosfera artica
 La diminuzione delle 
                                  temperature invernali potrebbe determinare la 
                                  più gra
 nde perdita di ozono degli ultimi 20 anni: cresce 
                                  il timore delle radiazioni ultraviolette
  
                                  Il 28 gennaio scorso gli scienziati europei 
                                  hanno confermato l'assottigliamento dell'ozono. 
                                  Dallo scorso Novembre, la regione Artica 
                                  è sovrastata da vaste aree di nuvole 
                                  stratosferiche polari (PSC), localizzate a 20 
                                  Km di altitudine, che influenzano l'equilibrio 
                                  chimico della atmosfera. Mai nuvole così 
                                  grandi sono state osservate da quando l'uomo 
                                  ha cominciato a immettere gas serra nell'ambiente. 
                                  Sono le più fredde condizioni mai registrate 
                                  nell'Artico.
 
 
 "Sono 
                                  soprattutto le dimensioni delle nuvole di ghiaccio 
                                  a darci preoccupazione " ha dichiarato 
                                  il Dr. Rex dell'Istituto Alfred Wegener per 
                                  la Ricerca Polare e Marina. Gli scienziati europei hanno confermato che, 
                                  in questo inverno, l'atmosfera superiore dell'Artico 
                                  sta raggiungendo le temperature più basse 
                                  degli ultimi 50 anni. Il freddo minaccia, infatti, 
                                  seriamente l'integrità dello strato di 
                                  ozono, molecola composta da 3 atomi di ossigeno, 
                                  costantemente prodotta e distrutta nella stratosfera 
                                  (10-40 km d'altitudine). L'ozono è fondamentale 
                                  per la vita sulla terra: si tratta, infatti, 
                                  di una molecola composta da 3 atomi di ossigeno 
                                  che scherma la superficie del nostro pianeta 
                                  dalle pericolose radiazioni ultraviolette (lunghezza 
                                  d'onda di 250-260 nanometri) di origine solare.
 
 
 
                                   
                                   
                                    |  |   
                                    | Le nuvole perlate osservate 
                                        nel Sud della Norvegia all'alba del 5 
                                        gennaio 2005. Sono composte di particelle 
                                        di ghiaccio e si formano specialmente 
                                        quando le condizioni metorologiche causano 
                                        zone fredde nella stratosfera. In questo 
                                        caso si sono formate durante il cosiddetto 
                                        "lee waves" prodotto dai forti 
                                        venti occidentali delle montagne norvegesi. 
                                        Fonte: http://www.ozone-sec.ch.cam.ac.uk
 |   
                                    |  |  L'uso 
                                  umano di sostanze contenenti alogeni, come i 
                                  clorofluorocarburi (CFC), ha aumentato 
                                  le concentrazioni atmosferiche di cloro e bromo, 
                                  elementi capaci di interferire con la formazione 
                                  dell'ozono. Oltre 170 nazioni, sensibilizzate 
                                  al problema, firmarono, nel 1987, il Protocollo 
                                  di Montreal impegnandosi a ridurre ed eliminare 
                                  le immissioni atmosferiche di sostanze nocive 
                                  per l'ozono. I gas serra agiscono solo in presenza 
                                  di luce, ma la loro azione è significativamente 
                                  potenziata da temperature inferiori ai -78°C, 
                                  valore che può essere raggiunto nell'atmosfera 
                                  artica. Inverni freddi seguiti da primavere 
                                  illuminate dal sole creano condizioni ottimali 
                                  per i CFC e accelerano significativamente il 
                                  processo di assottigliamento dell'ozono. Se 
                                  le temperature della stratosfera artica si manterranno 
                                  così rigide anche nei mesi di Febbraio 
                                  e Marzo, ampie porzioni di ozono verranno distrutte 
                                  non appena il sole tornerà al polo.
 
 "L'Artico 
                                  ha affrontato un inverno estremamente rigido 
                                  - ha dichiarato Janez Potocnik, Commissario 
                                  Europeo per la Scienza e la Ricerca - I primi 
                                  segni della scomparsa dell'ozono sono stati 
                                  osservati e ci si aspettano ampie perdite di 
                                  ozono se il freddo persisterà" Anche 
                                  le conseguenze sulla salute delle popolazioni 
                                  nord-europee non tarderanno a farsi aspettare: 
                                  l'incidenza di tumori alla pelle è, infatti, 
                                  strettamente associata all'esposizione ai raggi 
                                  UV. La progressiva riduzione dell'ozono Artico 
                                  si osserva dal 1980, con un grado di assottigliamento 
                                  variabile di anno in anno. Nell'Antartico, al 
                                  contrario, ormai da tempo l'ozono è 
                                  praticamente scomparso: la relativa mitezza 
                                  dell'inverno nordico rispetto a quello del polo 
                                  sud protegge, infatti, la stratosfera dell'Europa 
                                  del Nord. Le temperature invernali registrate 
                                  negli inverni dell'ultimo decennio sono, però, 
                                  preoccupanti: l'ozono sparirebbe in pochi anni 
                                  se l'Artico subisse uno spostamento climatico 
                                  verso le condizioni dell'Antartico. 
 
 
                                   
                                   
                                    |  |   
                                    | Meccanismo d'azione 
                                        dei CFC nell'ozonoFonte: library.thinkquest.org
 |   
                                    |  |  Gli 
                                  scienziati del Progetto Integrato EU-SCOUT -03 
                                  stanno studiando dal maggio del 2004 il legame 
                                  tra l'ozono atmosferico e il cambiamento climatico 
                                  con l'obiettivo di fornire in tempo utile previsioni 
                                  sui cambiamenti della stratosfera, sulle dosi 
                                  di radiazioni ultraviolette che colpiscono la 
                                  superficie terrestre e sul possibile cambiamento 
                                  climatico. Il progetto è coordinato dal 
                                  Dipartimento di Chimica dell'Università 
                                  di Cambridge con la collaborazione di 59 istituzioni 
                                  e più di 200 scienziati provenienti da 
                                  19 nazioni. 
 "Le condizioni meteorologiche che osserviamo 
                                  in questi giorni sono peggiori di quelle registrate 
                                  nell'inverno del 1999-2000 quando si registrò 
                                  la più grave perdita di ozono - ha annunciato 
                                  il Dr. Neil Harris, coordinatore del progetto 
                                  SCOUT-O3 - tuttavia è ancora troppo presto 
                                  per predire l'andamento delle temperature in 
                                  Febbraio e Marzo, mesi cruciali per l'assottigliamento 
                                  dell'ozono. Seguiremo da vicino lo sviluppo 
                                  della situazione e informeremo il pubblico e 
                                  le autorità di eventuali peggioramenti". 
                                  I primi segni della distruzione dello strato 
                                  di ozono sono già stati registrati. Le 
                                  tecnologie avanzate di ricerca degli ultimi 
                                  anni sono un mezzo molto utile per sorvegliare 
                                  lo stato della nostra atmosfera, ma l'aggravarsi 
                                  della salute del nostro pianeta impone la necessità 
                                  di un'azione globale che inverta il trend dei 
                                  cambiamenti climatici dovuto all'attuale assetto 
                                  energetico.
  Valentina 
                                  Robbiati   
 
 
                                   
                                   
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