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Un'immagine dell'attentato di Beslan
Un'immagine dell'attentato di Beslan

Verità sulla strage

di Mikhail Gorbaciov
da "La Stampa" del 9 Settembre 2004


Scrivo sotto una emozione e una pena profonde per i miei concittadini che hanno sofferto e soffrono per la perdita irrimediabile dei loro cari, dei loro figli e figlie. Li sento vicini non solo perché anch'io vengo da quelle regioni del Sud che confinano con la tragedia di questi giorni, ma perché stiamo vivendo tutti la stessa angoscia per le sorti del nostro Paese.

Tutti i cittadini della Russia, ceceni e non ceceni, del Caucaso e di ogni altra regione e repubblica, anche lontana, sono parte integrante di questo dramma. Sono certo che tutti i padri e le madri del mondo abbiano sentito la stessa angoscia. La guerra insensata cominciata nel 1994 da Boris Eltsin e dai suoi consiglieri ha portato conseguenze tragiche non solo ai ceceni e al Caucaso, ma a tutta la Russia.

L'attuale leadership politica ha annunciato la propria determinazione a normalizzare la situazione e risolvere il problema. Si è cercato di ricostruire città e villaggi, di rimettere in piedi uno sviluppo economico in quella repubblica e nelle confinanti. Ma oggi è evidente che l'auspicata normalizzazione non c'è stata. E' stata dichiarata anche l'intenzione di una soluzione politica del problema. Ma quanto è stato fatto non è bastato per avviare un processo politico reale. La guerra continua, la gente muore ancora.

Una trattativa con la cessazione del fuoco e del terrorismo non sarà agevole da raggiungere. Sappiamo che non tutti vogliono il dialogo, che esso ha nemici irriducibili, coloro per i quali la guerra è diventata un modello di vita e che sono indifferenti al destino del popolo ceceno come a quello della Russia. Dopo quanto è accaduto il dialogo diventa ancora più difficile. Ma non esistono alternative. Bisogna dialogare con tutti quelli che vogliono dialogare e diventerà più facile isolare i facinorosi e i pazzi.

Per quanto concerne gli eventi tragici di Beslan, molte cose non sono ancora chiare, la dinamica degli eventi non è stata rivelata. Ma è già evidente che non si è trattato di singoli errori, ma di un pesante fallimento dei servizi segreti russi. La catena del comando non ha funzionato, la situazione è sfuggita al controllo. Le conseguenze sono state catastrofiche. Fronteggiare il terrorismo a questo livello è inammissibile.

Occorre dire la verità al Paese sullo stato delle cose, non solo sulla dinamica del massacro. E' necessario svolgere la più accurata indagine e analisi delle cause e delle conseguenze della tragedia di Beslan. A questa inchiesta devono partecipare il parlamento e tutta la società. I russi ne hanno bisogno.

In questi giorni il mondo ha dimostrato solidarietà con la Russia. Governi e cittadini di numerosi Paesi hanno offerto il loro aiuto. Migliaia di italiani sono scesi in corteo con le candele accese per ricordare i morti ed esprimere solidarietà con il nostro popolo. Questa è la reazione di un mondo che ha capito: a venire attaccata è una Russia che sta compiendo una faticosa transizione alla democrazia. Cittadini semplici e politici si rendono conto che una Russia debole indebolisce tutti. Ma purtroppo nel mondo esistono anche forze che vorrebbero approfittare della nostra disgrazia e perciò la Russia ha diritto a esigere una cooperazione reale dalla comunità internazionale nella lotta al terrorismo, innanzitutto nella interruzione del suo finanziamento.

Il dolore ferisce sempre. Ma rende anche uniti. La gente è sconvolta, ma non si fa prendere dal panico. E' pronta ad agire e a sostenere il presidente Putin e le misure che si renderanno necessarie. Ma è impossibile risolvere il problema combattendolo in un singolo Paese. Il terrorismo è un male globale. Per vincerlo bisogna essere uniti. Non a parole, nei fatti.

Mikhail Gorbaciov è Presidente Fondatore di Green Cross



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