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Anche dietro a semplici operazioni
al computer spesso si celano feroci battaglie commerciali |
 | Media
e culture Ci
sono piccole battaglie che celano scontri titanici. Il caso che contrappone Microsoft
all'Europa è uno di questi. Non
tutti i monopoli sono uguali. Quelli sul fronte informatico, infatti, possono
assumere delle dimensioni tali da coinvolgere molti aspetti della vita quotidiana,
anche se l'utente può non accorgersene. I flussi di dati che regolano
oggi la nostra vita, infatti, sono spesso transnazionali e non conoscono confini.
Questo deve essere stato il pensiero di questi giorni del Commissario alla Concorrenza
dell'Unione Europea, Mario Monti, che si avvia a sanzionare la più grande
casa di software del mondo, Microsoft, per abuso di posizione dominante. Uno
dei motivi che ha scatenato la reazione del commissario europeo risiede in fatto
che potrebbe sembrare marginale all'utente classico, e che, invece, come spesso
accade nasconde uno scontro dai risvolti molto più ampi. Una delle
questioni, dietro alle quale ruota il procedimento dell'Unione Europea, è
l'inclusione nel sistema operativo Windows di un lettore multimediale chiamato
Windows Media Player. In sostanza si tratta di un'applicazione "satellite"
del sistema operativo della casa di Seattle, che permette di fruire accedere in
maniera semplice e rapida ai file audio e video attraverso il proprio personal
computer. Nella
sostanza se prendiamo in considerazione un sistema operativo per PC, Windows Media
Player è poco più che un accessorio. Ed allora se ad un primo
approccio si tratta di un'applicazione marginale, per quale motivo da tre anni
il Commissario alla Concorrenza UE da un lato e Microsoft dall'altro hanno imbracciato
un braccio di ferro che li contrappone, in una sfida tecnologica e commerciale
che ha pochi precedenti? Che
scenari si celano dietro al piccolo schermo di Windows Media Player? Per capirlo
è necessario comprendere nel dettaglio che cosa fa questa piccola applicazione.
Windows Media Player permette agli utenti di Windows di fruire di contenuti multimediali
sia video, sia audio. In questa maniera un personal computer allacciato alla rete
può trasformarsi in una radio o in una televisione con pochi colpi di mouse.
Fin qui nulla di male. Praticamente a nessun utente, infatti, può venir
in mente il fatto che abilitare il proprio computer alla ricezione di questi file
possa rappresentare un problema. Ma se si ribalta l'ottica d'osservazione da quella
dell'utente a quella della produzione e distribuzione dei contenuti la prospettiva
cambia radicalmente. Il fatto che Windows Media Player sia distribuito assieme
al sistema operativo che accompagna il personal computer all'atto dell'acquisto
lo configura come programma di riferimento di fatto. Se consideriamo il fatto
che i sistemi Windows equipaggiano il 95 % dei computer presenti sul pianeta ci
si può rendere conto di come qualsiasi programma accessorio inserito all'interno
di questo sistema operativo abbia automaticamente una diffusione straordinaria.
Già un sistema di distribuzione commerciale potente come questo potrebbe
da solo determinare un abuso di posizione dominante, ma la vera battaglia in realtà
si gioca sugli standard di diffusione che possono rappresentare le vere forche
caudine per la diffusione dei contenuti. Gli standard e i formati, infatti, possono
determinare il successo, o l'insuccesso, di prodotti ed industrie informatiche
e questa cosa è ben nota ai vertici della casa statunitense. Da alcuni
anni, infatti, nel campo dell'elaborazione dei testi l'imposizione di uno standard
proprietario ha, di fatto, imposto una superiorità schiacciante del programma
di elaborazione del testo di Microsoft, il notissimo Word. Il formato .doc,
infatti, che Word da come predefinito non è uno standard internazionale,
come erroneamente pensato dalla maggior parte degli utenti. Microsoft, infatti,
ad ogni nuova versione di Word non mantiene la compatibilità con quelle
precedenti costringendo tutti gli utenti ad aggiornare programmi, sistemi operativi
e spesso anche i computer per aprire dei file di testo. La
battaglia sull'emergente scenario multimediale si profila ben più cruciale.
La convergenza tecnologica tra media, infatti, vedrà nei prossimi anni
molti prodotti multimediali proiettarsi all'interno del computer di casa che assomiglierà
sempre più ad un elettrodomestico multifunzione che non a un computer.
Si tratta di un mercato ghiotto sul quale si stanno scatenando mire che non sono
solo industriali. Dietro alla battaglia degli standard multimediali, infatti,
si cela la ben più dura guerra per l'egemonia sui contenuti tra gli Stati
Uniti e l'Europa. Se
il problema è poco sentito nel nostro paese così non si può
dire nel resto del vecchio continente. Francesi e tedeschi, infatti, da anni sostengono
la battaglia per salvaguardare la specificità dei contenuti culturali europei
da un'eccessiva contaminazione da parte dell'industria mediatica statunitense.
La battaglia sui contenuti non è,solo ed unicamente una trincea per salvaguardare
la cultura europea ma anche una lotta per conquistare, o meglio nel caso europeo
per difendere un territorio già accerchiato. Lo scenario, infatti, assomiglia
più a quello di un assedio che a quello di una battaglia in campo aperto.
Ed è proprio in questo contesto che si deve leggere la contrapposizione
tra l'Europa e la Microsoft. Strano destino quello di questa vicenda. La vecchia
Europa, spesso considerata statalista e conservatrice si scopre liberista e tenta
di arginare il sistema mediatico statunitense brandendo armi e parole d'ordine
che fino a ieri erano bagaglio, e orgoglio dell'industria nord-americana. Sergio
Ferraris
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