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Dichiarazione Conclusiva del
Terzo Summit dei
Premi Nobel per la Pace

Roma, 20 ottobre 2002


Dal 18 al 20 Ottobre 2002, si è tenuto il terzo incontro dei Premi Nobel per la pace organizzato su iniziativa di Mikhail Gorbaciov e Walter Veltroni, Sindaco di Roma.
A tale incontro hanno preso parte: Mikhail Gorbaciov, Rigoberta Menchú Tum, Adolfo Pérez Esquivel, Joseph Rotblat, Lech Walesa, Betty Williams, Institut de Droit International, International Peace Bureau, American Friends Service Committee, United Nations High Commissioner for Refugees, International Labour Organization, Amnesty International, International Physicians for the Prevention of Nuclear War, United Nations Peace-keeping Forces, Pugwash Conference on Science and World Affairs, International Campaign to Ban Landmines, Médecins sans Frontières, United Nations.

I partecipanti all'incontro respingono il cinismo e il disfattismo che cancellano la speranza e il sogno, e affermano con forza la nostra comune umanità e capacità di lavorare in cooperazione, sospinti dalla solidarietà e ispirati dall'amore. La nostra umanità lo richiede.
Nel corso di uno scambio di opinioni circostanziato e aperto sulla complessità, la contraddittorietà e l'instabilità della situazione mondiale odierna, i convenuti hanno ribadito nella sua interezza la conclusione cui erano pervenuti negli incontri precedenti circa la necessità di dare una risposta alle principali sfide del nostro tempo: la sfida alla guerra e alla violenza, compreso il terrorismo internazionale; la sfida alla povertà; la sfida alla crisi ecologica. Appare urgente il rinnovamento del sistema delle relazioni internazionali e il passaggio a un ordine mondiale nuovo, di pace, più umano ed equo.

  • 1. Suscita particolare inquietudine, nei partecipanti all'incontro, l'aumento della componente di violenza nella politica mondiale, il tentativo evidente di fare della guerra il metodo principale di soluzione dei problemi che si presentano. È imperativo optare per una soluzione politica pacifica delle situazioni di conflitto e approfondire la collaborazione tra gli Stati, attraverso l'Organizzazione delle Nazioni Unite e le organizzazioni regionali per la sicurezza.
    Compito essenziale appare la demilitarizzazione delle relazioni internazionali e l'interruzione della corsa agli armamenti che sta nuovamente prendendo piede. I partecipanti all'incontro sono preoccupati per i recenti mutamenti delle dottrine militari che prevedono la possibilità dell'uso delle armi nucleari, anche in casi di attacco preventivo. Le armi nucleari restano una minaccia reale per il mondo e rappresentano un pericolo tanto maggiore sia per le possibilità di acquisto da parte dei terroristi, sia per la rinnovata tendenza alla proliferazione. L'arma nucleare è immorale e qualsiasi suo uso è illegale. È estremamente importante arrivare alla completa abolizione delle armi nucleari e di tutte le altre armi di distruzione di massa.
    Resta attuale l'obiettivo di porre sotto controllo il commercio delle armi convenzionali e di distruggere le mine antiuomo che mietono vittime, soprattutto tra la popolazione civile e i bambini.
    I Nobel presenti unanimemente convengono che la lotta al terrorismo deve essere incrementata, ma non può diventare il pretesto per ingiustificate limitazioni dei diritti dell'uomo, di discriminazioni etniche, razziali e religiose. Si pronunciano perché siano messe in atto tutte le possibili soluzioni non violente, quali il dialogo, la collaborazione e i rapporti di amicizia reciproci tra civiltà, culture e religioni diverse. Al fine di superare i pericoli della cultura di guerra oggi dominante, gli istituti di istruzione e educazione sono chiamati a condurre la formazione dei bambini e dei giovani nello spirito di una Cultura di Pace.

  • 2. I Nobel presenti a questo Summit hanno espresso il pieno sostegno a tutti gli sforzi volti a riportare il processo di risoluzione della crisi mediorientale su un binario politico e di pace. Ciò significa, in particolare, l'esclusione da entrambe le parti, sia quella palestinese sia quella israeliana, dell'estremismo e della violenza. Deve essere totalmente garantito il diritto dello Stato di Israele alla sicurezza, così come il diritto del popolo palestinese a costituire un proprio Stato sovrano. Affinché questo processo di pace sia fruttuoso, occorre che le parti si concentrino sui problemi fondamentali, rimandando la completa soluzione degli altri aspetti del conflitto a un momento successivo, nell'ambito delle relazioni tra gli Stati.
    Sostenendo con soddisfazione l'attività dei "quattro" (ONU, Stati Uniti, Russia e Unione Europea), i partecipanti all'incontro hanno espresso l'opinione che gli accordi che si andranno a siglare siano accompagnati dalle relative garanzie, in primo luogo da parte dei quattro promotori stessi.
    I problemi inerenti all'Iraq devono risolversi sulla base delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Nessuna azione unilaterale è ammissibile. La comunità mondiale deve essere certa che le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU saranno fatte valere totalmente. Ciò favorirà la normalizzazione della situazione mediorientale e il rafforzamento della stabilità e della sicurezza in questa regione del mondo. In particolare, questo presuppone il rispetto dei diritti del popolo iracheno e l'osservanza della sovranità e dell'integrità territoriale del paese.

  • 3. I partecipanti all'incontro ricordano favorevolmente l'iniziativa ONU del Summit Mondiale di Johannesburg, ma esprimono il loro rammarico poiché in tale sede non si sia riusciti a varare decisioni concrete e vincolanti su problemi fondamentali quali la lotta alla povertà, il superamento della crisi ecologica, la soluzione dei problemi energetici.
    I partecipanti all'incontro dichiarano all'unanimità che la povertà, le sofferenze e le umiliazioni di milioni di persone, la sconvolgente sperequazione tra Nord e Sud del mondo rappresentano una bomba a scoppio ritardato, una fonte di conflitti di ogni tipo, un terreno fertile per il terrorismo.
    Non esistono alternative ad uno sviluppo sostenibile. Gli obiettivi primari devono essere: migliorare le condizioni di vita delle attuali generazioni, rispettare i principi e i diritti fondamentali dei lavoratori, garantire ai nostri figli e nipoti lavoro e vita dignitosa, eliminare la piaga del lavoro minorile.
    Una particolare raccomandazione è indirizzata ai governi affinché assicurino il diritto dei popoli alla salute, adoperandosi per garantire l'accesso ai farmaci essenziali per tutti. La preoccupazione maggiore riguarda la sorte dei bambini, futuro del mondo.

  • 4. I Premi Nobel per la Pace danno il proprio sostegno all'iniziativa "Acqua per la Pace" di Green Cross International ed esortano governi, organi statali, rappresentanti del mondo della scienza e del mondo imprenditoriale, nonché le organizzazioni della società civile a recepire gli obiettivi dell'iniziativa e partecipare concretamente alla sua realizzazione.
    La soluzione del problema idrico rappresenta un importante contributo per garantire lo sviluppo sostenibile e migliorare le condizioni di vita e di salute di centinaia di milioni di persone non solo nei paesi in via di sviluppo ma anche nei paesi sviluppati. Si tratta di un obiettivo d'importanza vitale.
    I partecipanti al 3° Summit di Roma fanno propria la dichiarazione congiunta di Johannesburg sottoscritta da Premi Nobel per la Pace e Sindaci di grandi città e la giudicano un efficace strumento di consolidamento degli sforzi a favore di uno sviluppo sostenibile, capace di fornire un'utile base programmatica per un piano d'azione.


I partecipanti hanno espresso la propria disponibilità a continuare, ognuno nel proprio paese e secondo le proprie competenze, l'attività volta al raggiungimento degli obiettivi sopra esposti. Manterranno i contatti tra loro e terranno la prossima riunione del Summit di Roma per il proseguimento del lavoro collettivo in una data da stabilirsi.

Il presente documento sarà inviato al Segretario Generale dell'ONU, ai Membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, al Primo Ministro d'Israele, al Capo dell'Autorità Palestinese, al Presidente dell'Iraq, agli organi dirigenti dell'Unione Europea, al Presidente del Consiglio della Repubblica Italiana, a Sua Santità Giovanni Paolo II e a tutti gli altri Premi Nobel.

 

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