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L'11 settembre

IL MONDO STA CAMBIANDO

di Bertrand Charrier

L'11 settembre 2001 gli USA hanno subito un'inimmaginabile tragedia. Gli attacchi terroristi lasceranno una cicatrice perenne e cambieranno il modo in cui il mondo verrà portato nel futuro. C'è stata una dimostrazione universale di solidarietà verso le persone danneggiate dal dolore e dallo shock, e messaggi di solidarietà verso l'america sono arrivati da quasi ogni paese. Mentre aspettiamo ansiosamente di vedere quale azione verrà intrapresa dagli USA e dai suoi alleati per rivalersi su questo crimine atroce e per combattere il terrorismo internazionale, e speriamo che i responsabili siano consegnati alla giustizia, è comunque importante fare un passo indietro e guardare all'intero quadro e alle cause più profonde di malessere.

Conflitti di civiltà?

Le cause che sono dietro la tragedia vengono analizzate nel dettaglio, ma nessuna di esse sarà soddisfacente per le vittime. Quelle arbitrarie saranno respinte. La storia è piena di atti di fanatismo, di gente spinta a crimini indicibili nel nome della religione. Sfortunatamente è anche piena di casi in cui odio, intolleranza e sentimenti mal riposti di rabbia hanno portato alla violenza contro persone innocenti. Ma è sbagliato e pericoloso provare a spiegare gli attacchi terroristici dell'11 settembre in termini di conflitto di civiltà, perché i terroristi non rappresentano una civiltà, o in termini di guerra religiosa, perché le azioni e il credo di questi fanatici non riflettono ciò che è insegnato da alcuna religione
Ma è essenziale guardare alle basi del terrorismo, trovare le ragioni, comunque ingiustificate, che si nascondono dietro quell'odio a cui tutti abbiamo assistito un mese fa. Qualsiasi lotta contro il terrorismo risulterà vana in ultimo se non se ne conoscerà l'origine.



L'accesso negato

Una causa è certamente l'esclusione, il rifiuto e il senso di ingiustizia provato da coloro che non beneficiano del post colonialismo, di un mondo post Guerra Fredda ed ora sempre più globalizzato: il povero,l'analfabeta, chi non ha una terra, i rifugiati, chi vive all'ombra della guerra passata e presente. La povertà è di per sé stessa una forma di oppressione violenta, specialmente quando deriva da un accesso chiaramente ingiusto alle risorse naturali. Klaus Töpfer, Direttore Esecutivo dell'UNEP, ha sottolineato questo punto durante una conferenza stampa in Kazakhstan il 23 settembre: "La povertà ed il degrado ambientale possono alimentare le fiamme dell'odio ed infiammare una fede al punto tale da credere che il terrorismo è l'unica soluzione per le malattie della comunità o della nazione. Quando alle popolazioni si nega l'accesso all'acqua, al suolo e all'aria pulita, che altro non sono che i bisogni di base dell'uomo, vediamo la soglia della povertà, delle malattie, del senso di disperazione. Gente disperata può arrivare a soluzioni disperate. Potrebbero non interessarsi molto di ciò che succede loro e alle persone che feriscono."



Rifugiati

E' venuto il momento per tutto il mondo industrializzato di realizzare che la differenza crescente tra i paese ricchi e poveri, il processo ingiusto della globalizzazione, il numero crescente di rifugiati "ambientali ed economici", e la diminuzione delle risorse naturali contribuiscono all'instabilità globale, e le soluzioni non possono essere trovate incrementando semplicemente i budget militari . Questo deve essere concretizzato il prossimo anno a Johannesburg, in Sud Africa. Nel settembre 2002, il summit sullo sviluppo sostenibile (WSSD) avrà luogo in questa città, in questo paese che ha mostrato al mondo che, con la determinazione, la profondità della disperazione può dare origine alla speranza e alle soluzioni.



Johannesburg

L'agenda del summit non è stata ancora annunciata, ma i temi che sono emersi dalle discussioni regionali ed internazionali sono: sradicamento della povertà, produzione e consumo sostenibile, governo e giustizia, ed "assicurazione" dell'integrità degli ecosistemi della terra. Questi temi sono molto più importanti oggi che un mese fa ed i cittadini interessati dovrebbero mettere sotto pressione i propri governi per impegnarli completamente a partecipare a Johannesburg. La delegazione che ha partecipato ai recenti incontri preparatori della CEE per il WSSD può confermare che la sfida affrontata da coloro che tentano di opporsi alla tendenza dei paesi "potenti" a minimizzare gli obblighi imposti dai Summit e dalle dichiarazioni internazionali.

Gli orrori dell'11 settembre ci hanno mostrato che il mondo è molto più vulnerabile ed interdipendente d quanto non pensassimo, dobbiamo essere forti e determinati per la costruzione di un futuro miglio per tutti.

Bertrand Charrier
Direttore Esecutivo Green Cross International

 


 

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