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un campo di profughi ambientali |  | Globalizzazione,
Ambiente e Sviluppo di Mikhail Gorbaciov
Il
2002 sarà inevitabilmente un anno di riflessione; chi di noi è preoccupato
per il futuro del pianeta e dei suoi abitanti deve fare tutto ciò che è
in suo potere per garantire che questo sia anche un anno di azione, un anno che
segni la fine di un periodo di apatia e di corte vedute. È per questo motivo
che Green Cross International e parecchie altre organizzazioni, con il sostegno
del Governo francese e della città di Lione, ha organizzato i "Dialoghi
per la Terra" a Lione dal 21 al 23 febbraio 2002, per occuparsi della riflessione
e delle proposte sui problemi più critici che la società sta affrontando
oggi. Durante, e subito dopo, il Summit Mondiale su Ambiente e Sviluppo tenutosi
a Rio de Janeiro nel 1992, avvertii un'atmosfera di grande entusiasmo e di speranza
per il futuro. Era un'epoca di ottimismo e, ad uno sguardo retrospettivo, di innocenza,
perché tutti celebravano la fine della Guerra Fredda. Nonostante si stiano
approssimando la revisione decennale dell'implementazione della Dichiarazione
di Rio e dell'Agenda 21, siamo circondati dal cinismo e, in molti casi, da disperazione.
Ciò è sorprendente considerando che l'ambiente continua a deteriorarsi
ad una velocità allarmante, che la povertà sta aumentando nei paesi
in via di sviluppo e in transizione, che la sicurezza sta diminuendo e che conflitti
violenti e attacchi minacciano tuttora il nostro mondo. La
globalizzazione
Non abbiamo ancora iniziato a prendere in considerazione le nuove realtà
con cui abbiamo a che fare nel 2002. La maggior parte di questi sviluppi recenti
è legata al fenomeno della Globalizzazione: fenomeno per cui ora viviamo
in un mondo interconnesso in cui commercio, inquinamento, criminalità,
disagio e comunicazione non conoscono confini. La globalizzazione ha portato
enormi benefici ad alcuni, disastri ad altri, ed ha completamente bypassato molti.
Ha creato divari ancora più grandi tra ricchi e poveri, tra coloro che
hanno accesso alle informazioni, alla tecnologia e alle risorse naturali, e chi
non ha alcuna influenza sui fattori che condizionano le proprie vite. L'esistenza
di doppi parametri e il crescente potere incontrastato di grandi compagnie multinazionali
hanno contribuito ad esacerbare questa tendenza. Invece dello sviluppo sostenibile
per il quale il mondo si era impegnato a Rio, abbiamo un consumismo insostenibile
costruito in gran parte sulla schiena del mondo povero e schiavo, a spese dell'ambiente.
Le promesse
Che cosa non ha funzionato? Che cosa manca? Anche nel 1992, molti di noi si resero
conto che tutta la buona volontà e le promesse del Summit di Rio non sarebbero
valse a niente a meno che non fossero state accompagnate da due cose: una seria
esplorazione dei valori e codici universali dell'etica alla base delle azioni
richieste nell'Agenda 21, ed una grande quantità di denaro. Insieme al
mio compagno co-promotore dei Dialoghi per la Terra, Maurice Strong, promotore
del Summit Mondiale di Rio, e a migliaia di altri, ho preso parte ad un dialogo
globale per creare una cornice etica integrata dello sviluppo sostenibile, che
si è tradotta nella Carta della Terra stilata nel 2000. Con questo
testo abbiamo cercato di riempire un vuoto importante. Dal primo momento in cui
è sorta la civiltà umana, tutte le comunità hanno sviluppato
e messo in pratica codici morali di condotta per regolare il modo in cui trattarsi
gli uni gli altri. I trasgressori di questi codici sono sottoposti a giudizio
e spesso è loro richiesto di compensare le vittime delle loro azioni. Dopo
gli orrori delle Guerre Mondiali, è stata formulata la Dichiarazione Universale
dei Diritti dell'Uomo quale strumento per proteggere i popoli della Terra dalla
sofferenza. Adesso è il pianeta stesso ad essere in pericolo, e molti dei
principi etici di base che dovrebbero proteggerlo non sono rispettati, ed i trasgressori
rimangono impuniti, anche se milioni di persone soffrono per le loro azioni.
L'acqua
Una tematica fondamentale sulla quale, nel breve periodo, il mondo ha fallito
miseramente rispetto alle promesse di Rio, è l'acqua potabile. Così
semplice, così bella nelle sue diverse forme naturali, e così essenziale,
l'acqua è un simbolo di purificazione e di vita in molte religioni e culture,
ed è considerata come qualcosa per cui gioire e rallegrarsi. Dovrebbe essere
considerato fonte di vergogna per tutti, il fatto che quest'anno tre milioni di
bambini moriranno, e che altri milioni di bambini diventeranno ciechi a causa
di malattie dipendenti dall'acqua, che si sarebbero potute prevenire; che più
di un miliardo di persone non avranno accesso ad all'acqua potabile; che quasi
tre miliardi non avranno i mezzi per accedere ad adeguate condizioni igieniche;
tutto ciò mentre noi continuiamo a inquinare sventatamente e a sfruttare
la disponibilità naturale di acqua potabile in tutto il mondo. L'acqua
rappresenta l'ingrediente singolo più importante per lo sviluppo e la stabilità.
Senza accesso a scorte minime di acqua ciascuno è abbandonato alla malattia,
alla povertà, al degrado ambientale e anche al conflitto ed ognuna di queste
condizioni conduce ad un'emergenza maggiore nel settore dell'acqua. La
Promessa del Millennio
Le Nazioni Unite hanno auspicato, nella Promessa del Millennio, la riduzione,
entro il 2015, del 50 per cento delle persone, nel mondo, senza accesso ai servizi
igienici e all'acqua potabile; raggiungere questo richiederà una cifra
stimata di 23 miliardi di dollari americani l'anno. L'accesso ad un'adeguata scorta
d'acqua di buona qualità per i bisogni umani di base è un diritto
umano universale, ed è responsabilità di tutti che questa promessa
sia mantenuta. Ciò sarà difficile considerando che i livelli dell'aiuto
pubblico allo sviluppo hanno raggiunto il punto più basso degli ultimi
venti anni nel 2000, con 53,1 miliardi di dollari. Al Summit sulla Terra, i leaders
dei paesi sviluppati si impegnarono ad aumentare i loro aiuti alla percentuale
del 0.7% del loro prodotto interno lordo. Soltanto cinque nazioni hanno mantenuto
quella promessa (Danimarca, Svezia, Norvegia, Olanda e Lussemburgo), mentre le
altre hanno addirittura diminuito o congelato i loro contributi. La media dei
paesi membri dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD)
è di un misero 0.39%. In questo anno simbolico, per i summit internazionali
che si svolgeranno, la Conferenza di Monterrey sui Finanziamenti per lo Sviluppo
ed il Summit Mondiale per lo Sviluppo Sostenibile, i popoli del Nord del mondo
dovrebbero insistere affinché questa tendenza sia rovesciata, sottolineando
con forza come le loro nazioni stiano abbandonando le responsabilità globali.
Responsabilità del Nord del mondo
Le responsabilità
del Nord sono considerevoli. Mentre continuano ad insistere perché i paesi
in via di sviluppo paghino i loro debiti economici paralizzanti, le nazioni ricche
non dovrebbero dimenticare i debiti ecologici incalcolabili che esse stanno accumulando
attraverso l'iper-consumo, influenzando in modo particolare i cambiamenti climatici,
causati dalle loro politiche irresponsabili in materia d'energia. È sicuramente
troppo chiedere ai paesi in via di sviluppo non solo di onorare i loro debiti,
ma anche di sopportare il peso dell'iper-consumo dei paesi ricchi del nord.
Insicurezza globale?
Saremmo ingenui se immaginassimo che la nostra prosperità possa continuare,
o che possiamo raggiungere qualsiasi grado di sicurezza globale, senza andare
incontro a questi obiettivi. Una delle lezioni più importanti degli attacchi
terroristici dell'11 settembre è che apparteniamo tutti ad un unico mondo
e nessuno può permettersi di ignorare i problemi degli altri, non importa
quanto distanti. Lo sviluppo sostenibile non è un nuovo modo per fare carità
o ambientalismo, è nella responsabilità e nell'interesse di tutti
rendere il suo raggiungimento un'assoluta priorità. Soluzioni sostenibili
per il futuro del pianeta possono essere trovate, a patto che tutti accettino
di lavorare con gli altri, senza esclusioni. Mikhail
Gorbaciov Presidente di Green Cross International
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