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Dimas (Commissario dell’Unione Europea all’Ambiente): “Vogliamo accordo post Kyoto”


L’Unione Europea parteciperà alla conferenza Onu di Bali con l’obiettivo di raggiungere un accordo internazionale post Kyoto entro il 2009 e con la richiesta di una riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra per i paesi industrializzati del 30% entro il 2020 e del 60-70% entro il 2050, rispetto al 1990. “Bali sarà un test cruciale”, ha detto il commissario Ue all’ambiente Stavros Dimas, presentando a Bruxelles la posizione della Ue in vista della Conferenza internazionale. “Non sarà un appuntamento facile, ma sono ottimista. Abbiamo ancora un paio d’anni per ottenere un accordo ambizioso, ma bisogna agire con urgenza. Dobbiamo uscire da Bali con un accordo post-Kyoto entro il 2009, in modo da poterlo ratificare entro il 2012”. La Ue si presenta all’appuntamento con la decisione assunta dai 27 in marzo di ridurre del 20% le emissioni dannose entro il 2020, rispetto al 1990, e di portare al 20% il consumo di energia da fonti rinnovabili entro la stessa data. Un obiettivo unilaterale e vincolante, che potrebbe essere portato al 30% se ci sarà la disponibilità degli altri paesi industrializzati, con la sola esclusione dei paesi emergenti come Cina, India e Brasile. Secondo un rapporto sullo stato di attuazione degli obiettivi di Kyoto, che prevedono per la Ue una riduzione delle emissioni di CO2 dell’8% entro il 2012, rispetto al 1990, l’Unione europea dovrebbe raggiungere i suoi impegni senza difficoltà. Allo stato attuale, la riduzione certa è del 7,4%, appena lo 0,6% in meno del previsto. Se tutte le nuove misure già annunciate saranno attuate, in particolare l’inclusione del trasporto aereo nella borsa di scambio delle emissioni e la riduzione di CO2 delle auto, l’obiettivo sarà superato di alcuni punti, fino all’11,4%. “E’ un segnale incoraggiante, che conferma la leadership europea nella lotta al cambiamento climatico”, ha commentato Dimas. Sul fronte internazionale, il commissario ha rilevato con favore il cambio nella politica ambientale annunciato dal nuovo premier australiano, che si è impegnato a ratificare Kyoto e a fare della lotta al cambiamento climatico una delle priorità del suo mandato. “Spero che gli Usa seguiranno l’esempio australiano. Abbiamo bisogno di impegni vincolanti, non di cifre sparate a caso”. Il disimpegno americano influenza negativamente anche paesi come la Cina e l’India, i cui ritmi di crescita spingono in alto la produzione di CO2. “A Bali avremo un confronto con loro e speriamo di convincerli ad accettare il principio della responsabilità comune anche se differenziata”, ha rilevato Dimas. Sul tavolo del negoziato c’è anche l’ipotesi di imporre una tassa alle frontiere sui prodotti a più alto consumo di carbonio. “Le alternative sono varie, ma bisogna vedere se sono compatibili con le regole della Wto e con il principio della responsabilità ripartita”, ha detto il commissario europeo. “La soluzione migliore per noi resta un accordo internazionale che prenda in considerazione tutte le realtà. Lavoreremo duro per arrivare a quest’obiettivo”. (Fonte: ANSA)

 

 

 

 


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