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La Cina finanzia il meccanismo contro
il cambiamento climatico
La Cina ha lanciato i fondi pubblici del Meccanismo di sviluppo pulito (Mdp) per finanziare le attività di contrasto al cambiamento climatico nei Paesi in via di sviluppo. I fondi Mdp in Cina sono gestiti dal ministero delle finanze che si preoccupa di distribuire i finanziamenti per i progetti attuali di Mdp nel Paese riguardanti il miglioramento dell’efficienza energetica, la protezione dell’ambiente e l’utilizzo di energia pulita e rinnovabile per la produzione di elettricità. Alla fine di ottobre la Commissione di Stato per lo sviluppo e la riforma, l’organo di pianificazione economica al vertice del Paese, aveva approvato 885 progetti Mdp, che forniranno 1,5 miliardi di tonnellate di crediti di carbonio. I progetti genereranno 15 miliardi di dollari, tre miliardi dei quali saranno devoluti al fondo Mdp che riceve anche donazioni da istituzioni finanziarie internazionali come la Banca mondiale e la Banca asiatica dello sviluppo. L’Mdp è stato istituito nel quadro del Protocollo di Kyoto ed è un meccanismo di mercato che permette ai Paesi sviluppati di soddisfare i loro obblighi d riduzione delle emissioni di gas serra investendo in progetti di energia pulita e di forestazione in Paesi in via di sviluppo, tra i quali è annoverata anche la Cina, massimo inquinatore mondiale e a fortissima crescita, che per un paradosso prende quote e finanziamenti per ridurre gli obblighi dei Paesi sviluppati, cioè dei suoi diretti concorrenti industriali e commerciali, senza avere gli stessi obblighi in casa propria, ma beneficiando delle misure ambientali che mette in atto per conto terzi e sfruttando i loro finanziamenti. Forse l’accordo post Kyoto che si tenterà di raggiungere a Bali dovrà discutere anche di questo, ma sono da attendersi fortissime resistenze di Cina, India ed altri Paesi a sviluppo intenso sulla base del principio ‘impegno comune ma responsabilità diverse’ che tradotto vuol dire che i Paesi non ancora sviluppati hanno diritto a deroghe sulle emissioni finché non raggiungeranno un livello di benessere simile a quello dei Paesi già sviluppati che devono, per questo, caricarsi degli obblighi e dell’eredità che derivano dalla loro storia di sviluppo industriale ed economico. (Fonte: greenreport)
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