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Interdipendenza e coordinamento sono le chiavi per il futuro dell’energia
Interdipendenza e coordinamento sono le chiavi per il futuro dell’energia

L’interdipendenza e il bisogno di un approccio coordinato sono i principali temi affrontati nella prima tavola rotonda del 20° Congresso mondiale dell’Energia. “In Corea, il 96,4% del petrolio è importato, quindi non è possibile per noi aspirare all’indipendenza”, ha detto David Younghoon Kim, presidente e amministratore delegato dell’utility Daesung. Della stessa opinione erano anche gli altri partecipanti alla tavola rotonda: Gérard Mestrallet, presidente e AD della francese Suez, Rafael Miranda, presidente di Eurelectric e AD di Endesa e Michael Morris, presidente e AD dell’americana Power Electric. “Se non cambiamo le nostre abitudini per quanto riguarda le automobili, negli Stati Uniti l’indipendenza energetica è una condizione impossibile da ottenere”, ha detto Morris. “Non riesco ad immaginare gli Usa energeticamente autosufficienti, ma neanche dipendenti unicamente dalle riserve dell’emisfero occidentale”. Occorre però distinguere, ha fatto notare Mestrallet, fra il tentativo di raggiungere un’impossibile indipendenza energetica, e quello di diversificare le fonti. “L’Unione Europea, così come gli Stati Uniti, l’India e la Cina necessita di politiche energetiche a lungo termine. Gli investimenti nel settore energetico durano 20, 40 e anche 100 anni, nel caso degli impianti nucleari. Per questo abbiamo bisogno di politiche che siano condivise dai popoli e dai governi europei”. Ribadendo un auspicio già espresso da altri leader dell’industria europea, Mestrallet ha sottolineato che l’Unione Europea dovrebbe supportare pubblicamente lo sviluppo delle fonti nucleari per soddisfare la crescente domanda di energia, rispettando allo stesso tempo i limiti di emissioni fissati dal protocollo di Kyoto. In caso contrario, secondo il manager francese, è necessario che almeno sia fatta chiarezza. “Non abbiamo bisogno di sussidi statali, ma abbiamo bisogno di sapere se, in futuro, potremo continuare a far funzionare le centrali nucleari”. “Siamo favorevoli al libero mercato”, gli ha fatto eco Kim rifiutando l’idea di interventi esterni da parte di governi. Nonostante siano considerati da molti come misure distortive, l’idea di sussidi transitori è stata però apprezzata da alcuni partecipanti alla tavola rotonda. “Siamo favorevoli a sussidi per un periodo transitorio che consenta di sviluppare la tecnologia”, ha detto Miranda. “Dopo i primi incentivi, però, il mercato resta probabilmente il miglior modo per raggiungere i nostri obiettivi”. Miranda ha anche auspicato che siano create “istituzioni più potenti”, mentre Mestrallet, l’unico altro partecipante europeo alla tavola rotonda, ha ricordato che “l’Europa ha bisogno della forza del mercato, ma anche di una politica energetica che stabilisca quali sono gli obiettivi a lungo termine”. Morris ha aggiunto che quello di cui c’è bisogno è “un approccio globale per una sfida globale”. I presenti hanno, infine, discusso della possibilità di catturare l’anidride carbonica derivata dalla produzione di energia, ma Morris ha sottolineato l’inadeguatezza dell’attuale tecnologia che permette di conservarla in depositi. “La sfida finale è di trovare un modo di utilizzare questa anidride carbonica e non soltanto di seppellirla sottoterra”, ha detto Morris. “Questo renderebbe fattibile la prospettiva di catturare il CO2”.
(Fonte: sito del convegno Wec)


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