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Giandomenico Auricchio
Giandomenico Auricchio

Federalimentare: ai biocarburanti il 13% dei campi coltivati

Gli effetti dei cambiamenti climatici sull’agricoltura, il costo dell’energia e la diffusione dei biocarburanti, l’aumento della domanda alimentare globale, la revisione della Pac e l’invecchiamento della classe dirigente sono i cinque fattori chiave da cui dipende il futuro del settore agroalimentare italiano. A causa dei cambiamenti climatici, infatti, secondo il rapporto elaborato da Federalimentare insieme ad Ismea, è ipotizzabile un effetto di riduzione delle rese pari a circa lo 0,8% medio annuo, per le coltivazioni non irrigue (frumento duro, foraggi in asciutta, patate, tabacchi, canapa, lino, cotone, vite, olio, silvicoltura) e dello 0,4% per tutte le altre colture, gli allevamenti e la pesca. “Parliamo di una riduzione - ha detto Giandomenico Auricchio, presidente di Federalimentare - compresa tra il 4% e l´8% complessivo, con gli effetti immaginabili sulla disponibilità e sul prezzo delle principali materie prime”. Per sottrarre l’Italia alla dipendenza dai carburanti fossili, il rapporto ipotizza la conversione a biocarburanti di ben 1,9 milioni di ettari. “Si tratta di una crescita di circa il +500% - ha spiegato il presidente di Federalimentare - visto che oggi partiamo da una superficie di circa 360 mila ettari dovremmo arrivare a dedicare ai biocarburanti il 13% delle superfici utilizzate, andando ad operare ridimensionamenti rispetto ad altri comparti colturali”. L’incremento della domanda alimentare globale è stato stimato da Ismea in 118 milioni di bocche da sfamare in più all’anno. E ciò comporterà una lievitazione delle importazioni di cereali, latte in polvere, formaggi, pollame, carni suine, oli vegetali e conseguenze sul lato della richiesta mondiale di materie prime agricole e prodotti alimentari. Altro fattore cruciale di cui si è discusso a Roma nel corso della presentazione del V rapporto sullo stato di salute del settore, è quello della revisione della Pac, che secondo il rapporto si orienterà verso un’estremizzazione del livello del disaccoppiamento e un aumento del tasso di modulazione obbligatoria. (Fonte: greenreport)



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