|   |   
 |   I nuovi elettrodomestici ad alta 
efficienza   |      |      |    Progettare 
sostenibile   Una nuova 
direttiva UE apre nuovi scenari per l'efficienza e il risparmio energetico.  
  
   
Progettare sostenibile. È questa la parola d'ordine contenuta nella proposta 
di direttiva presentata dalla Commissione Europea in materia di progettazione 
ecocompatibile dei prodotti alimentati ad energia.  Il provvedimento nasce 
da una serie di studi scientifici che evidenziano come la fabbricazione, la distribuzione, 
l'uso e la gestione del fine vita dei prodotti che consumano energia comportano 
impatti sull'ambiente di notevoli proporzioni, come il cambiamento del clima associato 
ai consumi energetici, il consumo di risorse naturali come l'acqua, la produzione 
di rifiuti e il rilascio nell'ambiente di sostanze tossiche e pericolose.   
Le stime derivate da questi studi indicano che oltre l'80% di tutti gli impatti 
ambientali connessi ai prodotti è determinata durante la fase della loro 
progettazione.   La proposta mira a istituire un quadro certo e coerente nel 
quale trattare le specifiche per la progettazione ecocompatibile con l'obiettivo 
di garantire la libera circolazione dei prodotti che consumano energia all'interno 
dell'Unione Europea, migliorando le prestazioni ambientali complessive e proteggendo 
l'ambiente.     L'obbiettivo è anche quello di contribuire a garantire 
la sicurezza dell'approvvigionamento energetico e accrescere la competitività 
dell'economia dell'Unione tutelando gli interessi sia dell'industria sia dei consumatori, 
in quadro di sostenibilità.    La proposta di direttiva si applica, 
infatti, a tutti i prodotti che usano energia per svolgere la funzione per la 
quale sono stati progettati, fabbricati e commercializzati. Sono contemplate, 
nel progetto, tutte le fonti di energia.     Le misure pratiche riguarderanno 
solo i prodotti che utilizzano energia elettrica o combustibili solidi, liquidi 
e gassosi. Si tratta di un ambito di applicazione molto vasto, e per questa ragione 
non è stato possibile corredare la proposta con un elenco dei prodotti 
e uno scadenzario di attuazione per i vari comparti.     Anziché 
definire un campo d'applicazione ristretto, la direttiva quadro ha scelto di stabilire 
i criteri di ammissibilità per l'adozione di misure di esecuzione. Un prodotto, 
per esempio, verrà selezionato solo se presenta un importante volume di 
vendite nel mercato dell'Ue e se produce, quindi, un notevole impatto ambientale 
a livello europeo.     Anche le parti o le componenti destinate ad essere 
incorporate nei prodotti che consumano energia possono essere oggetto di una valutazione 
come elementi a se stanti.     La proposta esclude i veicoli a motore perché 
già sottoposti a numerose misure regolamentari.   La direttiva quadro 
delinea i limiti entro i quali le misure di esecuzione possono essere adottate, 
definendo i criteri di scelta dei prodotti, gli aspetti ambientali che possono 
essere trattati dalle misure di esecuzione e la metodologia da utilizzare per 
fissare specifiche particolari. L'applicazione della direttiva contribuirà 
ad integrare nella progettazione degli oggetti il concetto del ciclo di vita che 
è uno dei principi fondamentali della politica integrata dei prodotti.  
  In questa maniera si metteranno le basi per rafforzare la trasparenza nei 
processi e nelle decisioni. Ciò perchè le considerazioni ambientali 
connesse ai prodotti saranno inserite nelle politiche fiscali e a livello di appalti 
pubblici, dando una mano alla sicurezza dell'approvvigionamento energetico.   
L'efficienza energetica, infatti, riduce la dipendenza dalle fonti e aiuta la 
lotta al cambiamento climatico. Il programma Ue sul cambiamento climatico ha messo 
in luce le enormi potenzialità in termini di costi di un miglioramento 
del rendimento energetico dei prodotti, responsabili del 30% circa del consumo 
totale di energia primaria e del 40% circa delle emissioni di CO2 nell'atmosfera. 
    Questa adozione della direttiva quadro sulle specifiche per la progettazione 
ecocompatibile rafforzerà l'impatto dell'autoregolamentazione da parte 
dell'industria. Finora nella maggior parte dei casi le specifiche concernenti 
le prestazioni ambientali dei prodotti erano state introdotte con misure legislative 
obbligatorie. Alcuni settori dell'industria hanno espresso la loro preferenza 
per accordi volontari.     Recentemente, infatti, sono stati siglati due 
accordi. I primo per le perdite di televisori e videoregistratori nella modalità 
stand-by e il secondo per i frigoriferi domestici e le lavatrici. Entrambi sono 
stati applicati con successo dall'industria come impegni unilaterali.   Esistono 
altri accordi analoghi relativi a lavastoviglie, motori elettrici, scaldacqua 
elettrici ad accumulo e apparecchiature audio.    L'autoregolamentazione 
tuttavia non è sempre possibile, specialmente nei settori in cui il mercato 
si presenta frammentato. L'autoregolamentazione, inoltre, non è vincolante 
per tutti gli operatori industriali e, a differenza della via giuridica, non può 
essere fatta rispettare dai tribunali. In questa maniera non è possibile 
garantirne l'osservanza.   Lo strumento scelto renderà possibile considerare 
il consumo energetico nel corso dell'intero ciclo di vita del prodotto e non solo 
durante il suo impiego, come avviene attualmente. Sono state, infatti, previste 
iniziative per migliorare il rendimento energetico nei tre principali settori 
di consumo: domestico, terziario e industriale, come misure integrate e complementari 
rispetto all'iniziativa del marchio di qualità ecologica che introduce 
l'etichettatura volontaria dei prodotti che rispondono a criteri ambientali di 
elevata qualità, per distinguere e premiare i prodotti con le migliori 
prestazioni.
 Sergio Ferraris     
   
   
  |