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Una torre petrolifera
in Romagna |  | Riempi
per svuotare Acqua in cambio di gas.
Parte il progetto di Eni per la sicurezza del territorio della Romagna. La
mission dell'Eni è di solito quella di svuotare, o più precisamente
di estrarre ed è abbastanza singolare il fatto che questa volta, in Romagna,
i giacimenti vengano riempiti. Si tratta di una sorta di particolare "ripascimento"
dei giacimenti sotterranei, in questo caso di gas, che si rende necessario nel
caso di sfruttamento intensivo delle risorse sotterranee per evitare lo sprofondamento
dei terreni. Il problema in Romagna è particolarmente sentito. Dopo
decenni di sfruttamento dei giacimenti metaniferi, infatti, ad essere minacciata
dall'abbassamento del suolo è la stessa città di Ravenna. Il
progetto che prenderà inizierà in via sperimentale a novembre riguarderà
all'inizio il sito "Angelina 1" posizionato in prossimità della
riva. In questa maniera si cercherà di combattere il fenomeno della
subsidenza che minaccia in special modo le aree rivierasche. Il protocollo
d'intesa tra regione, provincia, comune di Ravenna e l'Eni è stato approvato
dalla giunta regionale nella seduta del 7 ottobre. In base a quest'intesa
l'Eni immetterà acqua nei pozzi dai quali si estrae il metano. Nella prima
fase l'acqua sarà la stessa che viene in superficie con il gas, mentre
successivamente sarà utilizzata l'acqua di mare. Il progetto pilota
ha una grande importanza, perché per la prima volta nel nostro paese si
tenta di coniugare l'attività estrattiva, che ha per il territorio di Ravenna
una rilevante importanza economico sociale e la tutela del territorio. Il
progetto sarà articolato in due fasi, la prima che inizierà a novembre
2002 e terminerà ad agosto 2003, nella quale saranno utilizzate le acque
disponibili e la seconda che prevede l'utilizzo di acqua marina nell'operazione
di iniezione nel terreno. Gli interventi, gli investimenti e gli oneri di
tutta l'operazione saranno a carico dell'Eni mentre gli enti locali saranno incaricati
delle verifiche periodiche e dei controlli su tutta l'operazione. Sergio
Ferraris
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