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L'installazione dell'eurosolar
nell'isola di Zannone (Parco Nazionale del Circeo) |  | Fotovoltaico
indietro tutta Mentre il mercato e l'attenzione dei
cittadini verso l'energia solare crescono, il nostro paese su questo fronte ha
innestato la retromarcia. "Da 14 anni
in Italia mancava un evento internazionale di questo livello sul fotovoltaico;
in una conferenza che vuole sancire l'impegno del nostro paese nello sviluppo
dell'energia fotovoltaica e recuperare il gap che si è andato creando in
questi ultimi anni" con questa affermazione Roberto Vigotti di Enel Green
Power ha aperto la conferenza internazionale "Il fotovoltaico in Europa"
a Roma. Solo a parole
L'interesse a trovare fonti di energia alternativa
come fotovoltaico, spesso nel nostro
paese, viene espresso a parole ma non nei fatti.
Conferenze e dichiarazioni, come quelle fatte
dal Presidente del Consiglio Berlusconi, al
Maurizio Costanzo Show, in questo periodo sono
state seguite da un sostanziale abbandono delle
politiche strategiche nel campo dell'energia
solare.
Se da un lato si afferma un sostanziale disimpegno
del governo, che ad oggi in non ha ancora erogato i fondi per le Regioni, ben
13 milioni di euro relativi all'incentivazione del fotovoltaico per l'anno 2002,
mentre all'orizzonte non sono, oggi come oggi, previsti stanziamenti per il 2003. Mancanza
di strategie Nel frattempo si sono abbandonati settori industriali strategici
nel settore, come quelli relativi alla produzione nazionale di pannelli fotovoltaici.
È storia recente, infatti, la chiusura annunciata dell'unico stabilimento
italiano a ciclo completo di pannelli solari, attraverso la cassa integrazione
a zero ore di tutti i cinquanta dipendenti: l'Eurosolare di Nettuno.
Realtà unica nello scenario italiano
l'Eurosolare, società del gruppo
ENI, produce e commercializza sistemi fotovoltaici
per una capacità annua di cinque Megawatt.
Nata nel 1980 l'azienda riuscì, grazie ad una serie di progetti
comunitari e nazionali, in pochi anni a conquistare una fetta di mercato di tutto
rispetto: il 4 % a livello mondiale. Negli anni novanta, un sostanziale disinteresse
da parte di ENI, che investe in ricerca e sviluppo sul fotovoltaico un cinquecentesimo
di ciò che è l'investimento sugli idrocarburi, portarono la quota
di mercato mondiale di Eurosolare all'uno per cento, proprio nel momento in cui
la richiesta di pannelli fotovoltaici a livello planetario aumentava del 20 %
annuo. Il paradosso è rappresentato dal fatto che Eni non ha dismesso
il settore del fotovoltaico, ma lo ha incentivato, attraverso una partecipazione
del 25 % nella società australiana Pacific Solar e la jont venture con
il China National Photovoltaic Centre per la produzione di wafer di silicio in
Cina. È evidente che la multinazionale italiana crede più nel
mercato internazionale che in quello interno, in netta controtendenza con tutte
le altre nazioni europee dove l'approvvigionamento di pannelli fotovoltaici viene
effettuato solo attraverso produttori nazionali delle rispettive nazioni.
A nulla è valsa, inoltre, la campagna, promossa dal Ministero dell'Ambiente
e da Enea, "10.000 tetti fotovoltaici" che con uno stanziamento di quindici
milioni di euro si proponeva di installare complessivamente 50 MegaWatt di energia
pulita e non inquinante. Esempi tedeschi
La stoccata finale è arrivata, durante il convegno di Roma, da Hermann
Scheer parlamentare tedesco e presidente dell'Eursolar, che ha annunciato il lancio,
in Germania, della campagna "Un milione di tetti solari". Durante il
suo intervento Scheer ha fatto notare come in Italia, nazione con enormi potenzialità,
visto il suo livello di irraggiamento solare, manchi un'effettiva cultura del
fotovoltaico. Forse sarebbe il caso di iniziare a pensare di affittare i tetti
delle nostre abitazioni agli abitanti del nord Europa.
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