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rinnovabili: in Francia qualcosa si muove In un rapporto
il Ministro dell'Ambiente, imprime un'accelerazione allo sviluppo delle energie
rinnovabili. Un segnale importante, anche in vista di un progressivo abbandono
del nucleare.
Sono due i capisaldi del
rapporto presentato all'Assemblea Nazionale,
nei giorni scorsi, in vista della liberalizzazione
del mercato energetico francese: riduzione delle
esportazioni e aumento delle fonti rinnovabili.
Su queste linee guida si muoverà, nei
prossimi nove anni, la politica energetica della
Francia. Investimenti sulle fonti rinnovabili,
compreso l'eolico, saranno sviluppati per soddisfare
la crescente domanda interna d''energia ed evitare
il pericolo di mancanza negli approvvigionamenti.
Il rapporto costituisce il primo atto formale,
in Francia, che affronta in maniera completa
le questioni relative agli investimenti nel
futuro mercato dell'energia liberalizzato.
Nel rapporto il Ministro dell'Industria afferma
che entro il 2010, il 21 % dell'energia dovrà
essere prodotta da tecnologie rinnovabili, come
quelle basate sul vento e sull'acqua.
L'energia pulita, che attualmente copre la rispettabile
percentuale del 15 %, sarà incrementata
raddoppiando la capacità degli impianti
eolici da 7.000 a 14.000 megawatt.
La fase di passaggio alle fonti rinnovabili
potrebbe portare problemi nell'approvvigionamento
energetico dal 2008, ragione per la quale la
Francia dovrà ridurre le proprie esportazioni
di energia, di cui è attualmente il maggior
esportatore mondiale, per coprire in maniera
efficiente la domanda interna.
Il rapporto non prende in esame uno degli aspetti
più spinosi relativi all'energia nel
paese: il nucleare.
Il nucleare in Francia copre il 76 % della produzione
energetica e un'uscita dallo stesso per la nazione
d'oltralpe non è pensabile, se non in
maniera graduale.
L'incremento della produzione d'energia attraverso
le fonti rinnovabili potrebbe rappresentare
comunque un primo passo nel superamento del
nucleare.
Sergio Ferraris
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