Messaggio del Sen. Guido Pollice,
presidente delle Associazioni Verdi Ambiente e Società e Green Cross
Italia all'udienza con il Signor Presidente della Repubblica CARLO AZEGLIO
CIAMPI in occasione dell'incontro con una delegazione dei vincitori del
concorso nazionale Immagini per la Terra Roma,
28 maggio 2002 - Palazzo del Quirinale
Signor Presidente,
è con grande piacere che ritorniamo in questi splendidi saloni per presentarLe
una nutrita delegazione dei vincitori della decima edizione del Concorso Immagini
per la Terra, indirizzato agli studenti italiani di ogni ordine e grado. La Sua
decisione di confermare l'Alto Patronato e l'udienza con questi giovani studenti,
ci onora e ci sprona nell'impegno. Questa edizione del nostro progetto chiude
il proprio decimo anno di vita e si appresta ad affrontare un nuovo ciclo di iniziative.
Manterremo fermo lo spirito che lo informa - massimo coinvolgimento della popolazione
scolastica, indicazione di temi ambientali particolarmente rilevanti, destinazione
delle vincite a progetti scelti dai ragazzi, sviluppo di una cultura ambientale
scientifica e multisettoriale - ma cercheremo anche di suggerire nuovi strumenti
per la comunicazione e per la rappresentazione delle riflessioni dei nostri giovani
studenti. Egualmente, conserveremo l'impegno per il profilo internazionale
del progetto che anche quest'anno si è realizzato in 15 paesi di ogni continente. Signor
Presidente, come
sappiamo, la Storia non si svolge mai in modo lineare, e questo è un motivo
in più per mantenere allenata la memoria a ricordare, come ci suggerisce
la Professoressa Montalcini. Il decennio attraversato ci ha fatto incontrare una
moltitudine di giovani che, con passione e speranza, hanno condotto la propria
carriera scolastica. Alcuni dei quali, in quanto vincitori del concorso, hanno
avuto il privilegio di entrare in questo Palazzo e l'onore di finanziare 170 progetti
ambientali. Noi, insieme con loro, siamo stati attraversati della grande speranza
del cambiamento e abbiamo avuto la certezza di vivere un momento di trasformazione
globale, in cui le opportunità per migliorare significativamente le condizioni
sociali, politiche, economiche e quindi di pace, di libertà e di benessere,
erano a portata di mano. Avevamo la sensazione che veramente un'epoca di sofferenze
poteva chiudersi, grazie anche alla determinazione di alcuni uomini straordinari,
tra i quali certamente Mikhail Gorbaciov, presidente della nostra associazione
internazionale. Poi abbiamo visto manifestarsi le resistenze, le reazioni
- anche violente - di quanti vedevano questo progresso come una minaccia, o di
quanti tentavano di ricavare semplicemente un proprio posto di potere. Sono venute
alla luce le contraddizioni dolorose e inaccettabili di queste nostre società
in transizione. L'11 settembre lo sta a dimostrare in tutta la sua drammaticità.
Abbiamo vissuto come prendeva corpo la speranza di pace nel vicino oriente, anch'essa
all'inizio degli anni '90. Sembrava, finalmente, che potesse avere grande spazio
l'avvio della pacifica e utile convivenza tra i popoli di quella regione.
Dopodiché, anche in questo caso, un sanguinante e dolorosissimo contraccolpo.
Ancora, oggi, proprio oggi e a Roma, è "certificata la fine della
guerra fredda". Questo avvenimento sarebbe stato salutato in ben altro clima
all'inizio del decennio; oggi su di esso, sono proiettate ombre minacciose: quelle
di una possibile interpretazione "imperiale" della gestione delle contraddizioni
di questa nostra società, nella quale oramai quattro quinti dell'umanità,
quando ci riesce, sopravvive a stento. Le
nostre generazioni sono state segnate dalla guerra, ma anche dalla liberazione
e dalla ricostruzione del nostro paese. E oggi, tra le altre, dalla sfida per
l'Europa. Allora, Signor Presidente, in questo specifico caso io mi pongo una
domanda. Come far comprendere a questi giovani le complessità del nostro
mondo ? Il dolore delle sconfitte ? Come fare in modo che a fianco del "pessimismo
della ragione" sia ben radicato "l'ottimismo della volontà"
? Il ruolo più importante lo devono svolgere gli insegnanti ma, non
meno importante è l'esempio e l'impegno che i leader di ogni campo sono
capaci di trasmettere loro. Continuare a lavorare con tenacia, affinché
i principi di libertà, solidarietà, di pace e giustizia ne informino
le azioni è un imperativo al quale non ci si può sottrarre.
Sostenere la necessità non rinviabile di una trasformazione delle relazioni
tra i popoli, tra gli uomini e tra questi e la natura è impresa ineludibile.
Le occasioni ci sono, e sono sempre da cogliere. Dal
punto di vista del nostro lavoro, sui temi dell'ambiente e della giustizia sociale,
questa occasione è la prossima Conferenza di Johannesburg sullo Sviluppo
sostenibile, sul cui tema si sono impegnati i ragazzi che hanno partecipato al
concorso. E' opinione diffusa che i lavori preparatori stiano languendo e
che, senza uno scatto politico e morale, più che la conferenza di "Rio
+dieci", Johannesburg potrebbe chiamarsi "Rio +zero". Saremo
in grado di salvare, almeno in parte, "lo spirito di Rio" ? Penso
che sia fondamentale per noi, ma soprattutto per i ragazzi qui presenti e per
le generazioni future, fare in modo che almeno su alcuni punti si possa registrare
un successo, o comunque un avanzamento. Nonostante gli sforzi dell'Onu per
consolidare la preparazione di Johannesburg sembra non esserci la volontà
politica per arrivare a delle soluzioni. Da parte nostra non smettiamo, e non
smetteremo, di chiedere la massima attenzione su tre temi che riteniamo cruciali.
1. Definire l'approccio
etico ai temi in discussione a Johannesburg. Per questo esiste uno strumento a
disposizione "La Carta della Terra". Lanciata da Maurice Strong
e da Mikhail Gorbaciov proprio a Rio de Janeiro nel 1992, ha visto partecipare
alla sua stesura definitiva migliaia di persone ed enti di molteplici orientamenti
culturali, politici, religiosi, filosofici. Noi vorremmo fosse inserita nell'Agenda
dei lavori; la sua introduzione nella Dichiarazione politica del Summit sarebbe
un valido contributo verso una visione condivisa dei valori fondamentali e per
una partnership globale per lo sviluppo sostenibile. 2. L'accesso all'acqua.
Nel mondo cinque milioni di persone muoiono ogni anno a causa del mancato accesso
o di un accesso a fonti contaminate. Un miliardo e mezzo di persone non ha accesso
all'acqua potabile. Molte voci si sono levate in favore di impegni e soluzioni.
E' il tempo di agire. Insieme con la Professoressa Montalcini e ad altri illustri
amici abbiamo rilanciato in Italia la proposta per la costituzione di una Convenzione
Quadro sull'Acqua in modo da garantire l'accesso all'acqua potabile per tutti.
A Johannerburg si potrà almeno annunciare la creazione di un Fondo Internazionale
per l'Acqua ? Questo dovrà facilitare gli investimenti nei paesi in via
di sviluppo e potrebbe agire anche come fondo di compensazione. 3. L'energia
e le emissioni in atmosfera. Il futuro del Protocollo di Kyoto sarà cruciale.
Penso che non potrà esistere nessuno sradicamento della povertà
senza un cambiamento radicale dei nostri modelli di consumo; e nello specifico
nei modelli di consumo e produzione di energia. Ratificare l'accordo di Kyoto
prima di Johannesburg è importante, agire affinché altri paesi lo
facciano è egualmente importante. Signor
Presidente, questi nostri giovani non possono restare senza risposte, senza segnali
positivi, senza una tangibile testimonianza che "cambiare è possibile";
per quanto posssono, la loro parte l'hanno fatta e la stanno facendo. Anche se
ci ritengono, giustamente, responsabili delle condizioni in cui consegnamo loro
questo mondo, ci stanno dando fiducia. Dai lavori che hanno realizzato leggiamo
che questi ragazzi credono nella possibilità di cambiare. Sono sensibilmente
diminuite le visioni nichiliste, il senso di impotenza di fronte a una catastrofe
immanente. Ci assicurano che
sono pronti a fare.
Ecco quindi che per
noi, nonostante tutto
gli esami non sono finiti. Come certamente non
sono finiti per i genitori di questi ragazzi. Genitori che, pur sapendo che saranno
al centro del naturale conflitto generazionale, mai dovranno far mancare la sicurezza
della famiglia quale luogo sicuro, capace di aiuto per ogni necessità,
modello nel quale i valori fondamentali ai quali ci richiamiamo sono interpretati
e vissuti coerentemente. In egual maniera la scuola e gli insegnanti - e loro
lo sanno - sono sotto il continuo giudizio dei propri allievi, verso i quali devono
dimostrare, tra l'altro, coerenza e capacità di comprensione.
Nel mio impegno l'entusiasmo
di questi ragazzi è galvanizzante e voglio ringraziarli. Quelli presenti
oggi, i vincitori, e tutti quelli che si sono impegnati e hanno partecipato all'iniziativa,
ne abbiamo registrati oltre 40.000 di più di 1.000 scuole. Così
come voglio ringraziare le altre istituzioni che ci hanno patrocinato i Presidenti
di Senato e Camera, il Presidente del Consiglio, i Ministri dell'Istruzione e
dell'Ambiente (che in tutti questi anni sono stati presenti alla cerimonia), degli
Esteri, dei Beni Culturali, dell'Agricoltura e delle Attività Produttive.
Gli enti economici che non hanno fatto mancare il proprio aiuto. Dal dr. Cesare
Geronzi - qui rappresentato dal dr. Vittorio Carderi - all'Ing. Cimoli, al dr.
Zanichelli, al dr. Capodieci e al Sen. Bernardi. Un ringraziamento particolare
alla Senatrice Carettoni, per la costante presenza dell'Unesco e per la decisione
di attivare la collaborazione con le loro Scuole associate. Un grazie alle altre
organizzazioni internazionali come Fao e Croce Rossa, e all'amica Garavaglia,
che continuano a collaborare con noi. Così come al Soka Gakkai a Pronatura
ed Ekoclub. Un saluto particolare alla Professoressa Montalcini, che non ha
potuto essere presente per via di una visita oculistica specialistica. Al
dr. Gaetano Gifuni il ringraziamento per averci guidato e confortato in questi
anni e le scuse per averlo disturbato qualche volta di troppo. A
lei Signor Presidente, il mio ringraziamento più sentito e personale per
quello che ha fatto in questi anni. Sperando che anche il prossimo anno potremo
continuare a contare sul Suo aiuto e incoraggiamento. Signor Presidente, grazie! Guido
Pollice
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