22
marzo, Giornata Mondiale dell'Acqua: la storia e le
motivazioni
La
Giornata Mondiale dell'Acqua (World Water Day) è
stata istituita dall'Assemblea Generale dell'ONU,
con la risoluzione 47/193 del 22 dicembre 1992,
in seguito alle indicazioni della propria commissione
per l'ambiente e lo sviluppo (UNCED) riunitasi a Rio
de Janeiro nel giugno precedente.
La prima WWD è stata celebrata il 22
marzo 1993.
Da allora il 22 marzo rappresenta l'occasione, l'unica,
per ricordare a tutti i concreti sforzi per garantire
Acqua potabile e sicura nel Mondo, per ampliare la
consapevolezza sulle problematiche mondiali ad essa
legate e sulle possibili soluzioni.
Come tale, la WWD diventa una opportunità per
gli individui, i gruppi, le organizzazione e per i
governi di incrementare la coscienza dell'importanza
della conservazione e gestione delle nostre risorse
idriche attraverso la realizzazione di iniziative
ed attività legate all'Acqua.
Un momento di riflessione lungo un giorno sui numeri
belli e quelli brutti legati all'Acqua.
Se da un lato ci si accorge della sua importanza,
scientifica e filosofica, considerandola il principio
e motore di tutto contemporaneamente si prende coscienza
della sua fragilità davanti alle azioni umane:
azioni complesse ma anche azioni fatte, non per tutti,
di semplici gesti quotidiani.
Nel considerare le differenze attualmente esistenti
tra il Nord e il Sud del Mondo viene
alla mente quante di queste possano essere legate
al diritto all'accesso a fonti d'Acqua sicure. Differenze
tra chi può, con un semplice gesto, aprire
il rubinetto e bere e chi invece deve, compromettendo
la normale formazione scolastica, compiere interminabili
"passeggiate" per riempire una tanica e
dissetare la famiglia.
Può nascere allora la volontà di ridurre
i consumi e, soprattutto, i devastanti sprechi eliminando
l'inconscia convinzione che l'Acqua sia un bene infinito.
La coscienza che essa, oltre ad essere finita, sia
per giunta fragile, ci pone davanti ad un problema
che non è più solo sociale ma, anche,
ambientale.
Le attività umane, non tutte fortunatamente,
si inseriscono spesso come elementi di disturbo nel
ciclo naturale dell'Acqua; in questo modo ne viene
messa a rischio la qualità e, di conseguenza,
la quantità a nostra disposizione.
Ma ci può essere un elemento di equilibrio
o un fattore di rottura di questo processo?
Per dare una risposta a questa ed altre simili domande,
l'Assemblea Generale dell'ONU, con la risoluzione
58/217 del 23 dicembre 2003, ha proclamato il periodo
2005-2015 come decennio internazionale per l'Azione
"Acqua per la vita" (Water for Life)
Nel decennio, partito in occasione della WWD 2005,
si dovrà necessariamente imboccare la strada
dello sviluppo sostenibile nel settore idrico, affermare
concretamente che l'Acqua è un diritto umano
inalienabile.
Le azioni da intraprendere sono molte e per alcune
di esse dovremo adeguarci ai tempi della natura, spesso,
diversi dai nostri.
Ognuno è chiamato a fare la sua parte, in base
alle proprie responsabilità e capacità;
a livello governativo, da imprenditore o da semplice
cittadino.
di Elio Pacilio
Vicepresidente esecutivo Green Cross Italia
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