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Emissioni
Mercurio: gli USA dettano l'accordo

A Nairobi i governi mondiali stabiliscono le linee da adottare per ridurre la produzione e l'utilizzo di questo metallo tossico.

Dopo due anni di inchieste e collaborazioni per ridurre l'inquinamento da mercurio, i ministri dell'ambiente, presenti al 23° Consiglio di Governo dell'UNEP di Nairobi, hanno deciso di valutare la necessità di una legge sul mercurio.
Più di 1000 rappresentanti, provenienti da 140 nazioni, hanno partecipato al Consiglio di Governo dell'UNEP. Era presente anche Wangari Maathai, della direzione di Green Cross, Premio Nobel per la Pace nel 2004 e sottosegretario del ministero dell'Ambiente del Kenya.
La decisione del Consiglio è stata unanime, ma ha richiesto quattro giorni di trattative per conciliare il disaccordo tra l'Unione Europea e gli Stati Uniti.

USA-UE: posizioni divergenti

L'Unione Europea ha difeso l'intenzione di interrompere le esportazioni di mercurio entro il 2011, di ridurne l'utilizzo nel prossimo decennio e di avviare le negoziazioni per la stesura di un trattato che ne limiti la produzione.
L'amministrazione Bush si è opposta tenacemente a qualsiasi tipo di trattato e alle posizioni europee, e ha proposto l'ennesima "collaborazione volontaria" tra industrie, governi e gruppi ambientalisti per condividere informazioni sulle tecnologie mercurio-free e diffondere avvertimenti sanitari sul pesce contaminato.
La proposta europea ha ottenuto uno scarso sostegno sia dai paesi industrializzati, sia da quelli in via di sviluppo. I ministri della Cina, dell'India e le rappresentanza africane e sud-americane hanno dichiarato di non avere né i fondi, né le conoscenze tecniche per poter garantire il raggiungimento di obiettivi precisi.
Le nazioni alla fine hanno stabilito che i singoli accordi dovranno stabilire obiettivi che saranno annunciati pubblicamente a settembre 2005. Nel 2007 si terrà un altro incontro per valutare la necessità di un trattato legale per limitare l'utilizzo del mercurio, nel caso in cui la politica collaborativa fallisca.

La catena alimentare del mercurio

Mercurio: tutti i giorni nelle nostre case
Il mercurio é rilasciato naturalmente dalle rocce, dai suoli e durante le eruzioni vulcaniche. Le attività umane, però, ne stanno aggiungendo sempre di più nell'ambiente. Si stima che 2000 tonnellate di nuovo mercurio siano rilasciate ogni anno, principalmente dalle centrali energetiche alimentate a carbone, dagli inceneritori per i rifiuti, dai processi di estrazione di oro e argento e dalla produzione di cloro e batterie. I principali produttori sono i paesi in via di sviluppo (primo fra tutti l'Asia con 860 tonnellate di mercurio annue).
Questo inquinante metallo è commerciato liberamente, come una qualsiasi merce del mercato mondiale, specialmente in Asia, Africa e Sud-America. È presente nelle lampade a fluorescenza, nelle otturazioni dentali e nei termometri. Una volta nell'ambiente, questo pericoloso metallo può viaggiare per centinaia e migliaia di chilometri, inquinando zone lontane dal sito in cui è stato originalmente scaricato. La tossicità del mercurio risiede nella sua capacità di bioaccumularsi nei tessuti animali: gli ecosistemi più a rischio sono quelli marini. Pesci e frutti di mare sono spesso contaminati. Si tratta, inoltre, di un metallo pesante molto pericoloso per l'uomo: è, infatti, comprovata la sua nocività sul sistema nervoso dei bambini.

La proposta USA: "collaborazione volontaria"
"Se in due anni non otterremo risultati, dovremo fare di più - ha dichiarato Claudia McMurray, assistente segretario dell'ambiente al Dipartimento di Stato degli USA - Sono davvero fiduciosa che arriveremo tutti insieme alla fine. Tutti sono entusiasti di questo approccio"
Ma gli attivisti delle associazioni ambientaliste sostengono che la soluzione americana non è sufficiente per una metallo tossico come il mercurio.
Secondo Ravi Agarwal, direttore del Toxic Link indiano, la comunità internazionale ancora non sta affrontando il problema in maniera ragionevole e responsabile.
"Con il rifiuto degli USA a non ascoltare nessuna altra idea se non la propria, non era possibile ottenere di più. Erano davvero prepotenti al meeting. Non c'era un dare e un avere", ha dichiarato Linda Greer, direttrice del programma sanitario al Consiglio di Difesa delle Risorse Naturali.
Gli Stati Uniti non sono uno dei principali esportatori o utilizzatori di mercurio. Le sue centrali energetiche alimentate a carbone, tuttavia, emettono mercurio e nove industrie di cloro-alcali usano grandi quantità di energia per reazioni chimiche che producono cloro e di conseguenza mercurio.

Donne e bambini: più vulnerabili all'azione del mercurio
Nei prossimi due anni, sarà condotta un'azione anche per migliorare l'informazione sulla pericolosità del mercurio per i gruppi più vulnerabili, come le donne in gravidanza. A questo proposito la Food & Drug Administration americana invita le donne in stato interessante a non consumare grandi quantità di pesce, in particolare di pesce-spada e squalo: il mercurio bioaccumulato nei tessuti animali ai vertici della catena alimentare, interferisce con lo sviluppo cerebrale del feto e può causare serie malformazioni al nascituro.
Uno studio sulle donne statunitensi, citato in un rapporto del 2003, ha riscontrato che 1 donna su 12 ha livelli di mercurio che superano la dose limite stabilita dall'Agenzia di Protezione dell'Ambiente (EPA) degli USA.
Tre anni fa, il Consiglio Nazionale della Ricerca USA ha stimato che circa 60,000 bambini nati ogni anno negli Stati Uniti potrebbero avere rischi cerebrali e possibili difficoltà di apprendimento a causa dell'inquinamento da mercurio.

Cadmio e Piombo: gli altri metalli sotto inchiesta

I ministri dell'ambiente hanno richiesto anche una valutazione globale del trasporto di cadmio e piombo. I governi vogliono comprendere meglio come i due metalli in questione circolano nell'atmosfera, nei mari e nei fiumi per stabilire un'azione globale a livello sanitario e ambientale.
Il cadmio, presente per esempio nelle batterie, ha comprovati effetti tossici sul sistema respiratorio e gastro-intestinale e, in sindromi da avvelenamento acuto, anche su quello epatico e osseo.
Il piombo è legato ad una quantità di problemi tra cui i danni cerebrali nei bambini e gli effetti sul sistema cardiovascolare e riproduttivo.
"Gli USA hanno proprio un'avversione verso tutti i trattati internazionali - ha dichiarato Linda Greer - abbiamo tutti gli ingredienti per un accordo ragionevole; ma gli Stati Uniti erano davvero ostili a qualunque idea eccetto la propria".
Saranno i meeting e i rapporti dei prossimi anni ad analizzare se si tratta dell'idea e della soluzione giusta.

Valentina Robbiati



Link:
http://www.unep.org/gc/gc23/

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