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Il fiume tigri

L'acqua del Tigri

Le tensioni del medio oriente sono anche legate alle tensioni idriche che in una situazione come quella odierna possono diventare esplosive.

Green Cross International ha lanciato un appello per evitare che le tensioni sul bacino del Tigri e dell'Eufrate degenerino in conflitti aperte e ha invitato gli Emirati Arabi Uniti e le altre nazioni della zona a mediare affinché queste tensioni non minino ulteriormente la stabilità politica della regione.

"Se il conflitto tra Turchia, Siria, Iraq e Iran non sarà risolto in maniera seria e duratura il problema dell'acqua nella regione potrebbe trasformarsi in un conflitto aperto" ha affermato il vicepresidente di Green Cross International, Brertrand Charrier durante un convegno sull'amministrazione regionale dell'acqua e sicurezza nell'area del Golfo Persico. Secondo Charrier durante gli ultimi dieci anni le zone umide dell'Iraq si sono ridotte dell'80% e questo fatto mette a dura prova sia i sistemi ecologici, sia quelli sociali che traggono da quelle zone il loro sostentamento. L'economia e la vita stessa delle popolazioni che vivono in quelle zone, infatti, potrebbe venir compromessa seriamente se la mancanza d'acqua potabile dovesse diventare cronica.

"Le possibilità di conflitto diventano sempre più reali - ha aggiunto Charrier - a mano a mano che la risorsa idrica diventa più rara in tutta la regione. Ma non sono solo gli ecosistemi delle zone umide a soffrire per il minor afflusso d'acqua dolce da parte del bacino idrico del Tigri e dell'Eufrate. Nell'immediato futuro la salinità delle acque del golfo potrebbe aumentare mettendo a rischio anche l'ambiente marino. Per questi motivi lo sviluppo e l'amministrazione delle risorse idriche sostenibili sono le sfide più importanti del futuro sia immediato, sia nel lungo periodo,in special modo per la regione del golfo".
L'incremento degli stati che soffrono in maniera permanente dello stress idrico può innescare in molti casi dei meccanismi dove le istituzioni che sarebbero deputate alla gestione delle risorse possono essere in realtà l'innesco di tensioni e conflitti sia tra gli stati, sia tra intere regioni.

Nello specifico del bacino del Tigri e dell'Eufrate Charrier ha rilevato che l'area che è stata culla della civiltà per millenni, oggi soffre delle conseguenze di quasi mezzo secolo di conflitti ma non solo. " Oltre alle conseguenze dei conflitti - ha affermato Charrier - contano molto anche i progetti e le infrastrutture che alcune nazioni hanno creato per modificare il flusso d'acqua a valle, spesso in maniera permanente".

Oggi la situazione più critica è quella irachena. Oltre il cinquanta per cento della popolazione dell'Iraq non ha accesso all'acqua potabile con continuità e l'agricoltura, in molte zone, è in rovina.
Le malattie legate all'acqua infetta sono ormai endemiche e la vita di intere zone dipende dall'importazione o dalla donazione della stessa.

"La situazione di tensione idrica endemica non può che amplificare il conflitto che è già in corso - ha concluso Charrier - ed è necessaria una prospettiva d'azione di lungo periodo per evitare che la bomba idrica esploda creando fratture che potrebbero diventare insanabili.

Sergio Ferraris

 

 
 
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