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Grandi dighe: il loro sviluppo è spesso insostenibile |
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Si dibatte sull'acqua Anche nella città
delle risaie, Vercelli,
si parla d'acqua.
Si
è svolto a Vercelli, nella cornice del Chiostro del Duomo di Sant'Andrea, il dibattito,
organizzato da Legambiente, sulle risorse idriche che ha visto la partecipazione
di Gabriele Smussi, economista e collaboratore di "Missione Oggi" Sergio Ferraris
di Green Cross e Vanda Bonardo, presidente di Legambiente Piemonte. La discussione,
moderata da Jaroslava Colajacomo, della Campagna per la Riforma della Banca Mondiale,
ha toccato i problemi relativi alle risorse idriche con un approccio complessivo
che è passato dalla dimensione globale a quella locale, mettendo in rilevo la
stretta connessione tra le dinamiche planetarie e quelle regionali.
Gabriele Smussi ha evidenziato come i megaprogetti per la gestione delle risorse
idriche, come le grandi dighe, nei paesi del sud del mondo siano, nella quasi
totalità dei casi, insostenibili. Lo spostamento complessivo di oltre 80 milioni
di individui nel mondo, per far posto agli invasi, crea squilibri sociali ed economici
che degradano ulteriormente la già difficile situazione socioeconomica di quei
paesi. Le grandi dighe, sempre secondo Smussi, che sono nel mondo oltre 40.000,
sono anche veicolo di tensioni sul fronte geopolitico, anche se spesso fungono
da amplificazione a conflitti etnici o religiosi precedenti. Un caso esemplare
è quello della diga Ataturk, in Turchia, che, immobilizzando la portata idrica
complessiva di un anno dell'intero bacino del Tigri e dell'Eufrate, incrementa
la tensione già esistente tra Turchia, Siria ed Iraq. Immediatamente
dopo, Sergio Ferraris di Green Cross ha inquadrato il problema delle risorse idriche
sul fronte del diritto internazionale e del quadro di riferimento etico. Nonostante
le iniziative che si sono tenute durante quest''anno dell'acqua, ha sostenuto
Ferraris, siamo in una fase di stagnazione nel processo volto a migliorare la
situazione. Ciò è dovuto ad una serie di fattori tra i quali spiccano la mancanza
di priorità del problema acqua per i governi, la difficoltà nel quantificare i
fondi da stanziare ed il rapporto problematico con il sistema bancario internazionale.
"Il quadro politico, sociale ed economico è lo zoccolo imprescindibile - ha concluso
Ferraris - Per la risoluzione della crisi idrica è importante garantire la pace
e la cooperazione nelle zone che sono, o potrebbero essere, soggette a tensioni
e conflitti legati all'acqua. La via obbligata per la soluzione dei problemi legati
alle risorse idriche, infatti, passa attraverso questi elementi ed in definitiva
si può affermare che non ci può essere acqua senza democrazia. " A conclusione
dell'iniziativa è intervenuta Vanda Bonardo, di Lega Ambiente Piemonte, che ha
affrontato il problema acqua su scala nazionale. La contestualizzazione del problema
sul fronte dell'ambientalismo scientifico è una delle priorità che Bonardo ritiene
necessarie per affrontare l'argomento. Le tecnologie, infatti, devono essere utilizzate
per sviluppare azioni virtuose sul fronte del risparmio idrico. Dai cambiamenti
climatici e dai preoccupanti dati sullo scioglimento dei ghiacciai fino all'eccessivo
utilizzo dell'acqua per l'agricoltura intensiva: è necessario applicare tutto
il bagaglio di conoscenze scientifiche che l'ambientalismo ha ormai sedimentato
da anni. Chiara Sicheri
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