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Nord Italia
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Acqua
o energia
Nel nord Italia
scoppia un'imprevista, ma ovvia, guerra per
l'acqua.
"La tensione idrica che è balzata
alle cronache in questi giorni è una
vera e propria guerra dell'acqua. - ha affermato
Guido Pollice, presidente dell'associazione
fondata da Mikhail Gorbaciov, Green Cross -
L'alternativa tra raccolti ed elettricità
è frutto di una politica di gestione
del territorio che non tiene conto della complessità
degli ecosistemi, anche in rapporto alle attività
produttive. La gestione separata della stessa
risorsa, l'acqua, pone gravi problemi di governance
che diventano drammatici quando ci si trova
di fronte a questioni come i cambiamenti climatici".
Sul fatto che l'Italia sia investita da dei
cambiamenti climatici dovuti all'effetto serra
anche i più scettici non hanno dubbi.
Il problema è l'impreparazione delle
regioni del nord ad una siccità che,
anche se annunciata, non è stata aspettata.
In questo quadro la crisi dell'acqua, che investe
l'agricoltura ed i settori produttivi, è
una crisi di governance.
La governance del nostro paese in fatto di gestione
delle risorse idriche non può essere
fatta di interventi tampone che hanno come orizzonte
quello del breve periodo. La cattiva gestione
delle risorse idriche può compromettere
più di un settore produttivo in maniera
drastica e dare duri colpi all'economia del
nostro paese.
"L'emergenza del nord Italia - afferma
Mario Rosario Mazzola, docente di costruzioni
idrauliche all'Università di Palermo
- ha messo a nudo l'impreparazione di ampi settori
della società nella redifinizione dei
modelli di sviluppo. Due tra tutti: l'agricoltura
e l'energia. Ridurre gli sprechi idrici ed energetici,
ripensare le metodologie agricole e ridefinire
le politiche idrogeologiche queste sono le sfide
che la moderna governance deve affrontare anche
in Italia. Il bisogno urgente di buone pratiche
nella gestione delle risorse idriche non è
appannaggio solo delle nazioni del sud del mondo,
che da anni convivono con i problemi relativi
alla scarsità idrica, ma investe sempre
più anche le nazioni industrializzate.
Se non arriveranno, in tempi brevi, le piogge
la crisi idrica del nord si aggraverà.
Perché l'economia del nord Italia non
è culturalmente attrezzata a convivere
con la scarsità d'acqua".
E
di cultura dell'utilizzo dell'acqua si tratta.
La dipendenza della Pianura Padana da un utilizzo
massiccio delle risorse idriche è nota
ed evidente e a nulla valgono le puntualizzazioni
di Chicco Testa, Presidente del Club di Kyoto,
che afferma il consumo idrico inesistente delle
centrali elettriche. Questo fatto in realtà
non sposta il problema dalla logica alla quale
soggiace lo sfruttamento della risorsa idrica
nei paesi industrializzati.
In questi paesi, infatti, l'acqua dolce, potabile
e pura quando è abbondante è utilizzabile
senza parsimonia per qualsiasi utilizzo.
Questo paradigma, che poteva essere valido fino
a qualche anno fa, ora non regge l'impatto del
cambiamento climatico che sta investendo le
zone temperate del nostro pianeta di fronte
al quale le attuali strategie di gestione delle
risorse idriche, se non saranno prontamente
aggiornate, sono destinate a fallire.
Non si tratta di adeguare solo le tecnologie
ma di approntare anche una diversa governance
che abbia un approccio globale verso lo sfruttamento
delle risorse in direzione della sostenibilità.
Sergio Ferraris
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