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Water for Life and Peace:
Marina Silva "Sete zero"

Water for Life and Peace: Marina Silva sete zero - Ministra dell'ambiente del Brasile, ha aderito al forum di Green Cross
Marina Silva, Ministra dell'ambiente del Brasile, ha aderito al forum di Green Cross
A Bologna la conferenza stampa di presentazione di Water for Life and Peace.
Marina Silva, Ministra dell'ambiente del Brasile, ha aderito al forum di Green Cross.


Uso sostenibile dell'acqua, paternariato con le associazioni della società civile e gestione delle risorse idriche come volano di sviluppo. Queste le basi da cui è partita la Ministra dell'ambiente brasiliana, Marina Silva, nel presentare la propria adesione al forum Water for Life and Peace che si terrà dal 24 al 26 settembre in Emilia Romagna.
"L'acqua non è solo un problema pratico - ha affermato Marina Silva - ma è soprattutto un problema etico. Il miglioramento della gestione delle risorse idriche è uno degli aspetti fondamenti della promozione sociale dei settori più poveri ed, in questo quadro, è importante che sia sancito il diritto all'acqua."
In questo scenario Marina Silva ha ribadito l'identità di vedute tra i programmi di miglioramento della gestione idrica in Brasile, messi in opera dal governo Lula, ed i contenuti che saranno alla base del forum emiliano.
"La conferenza Water for Life and Peace - ha continuato Marina Silva - sarà un'occasione importante, per trasmettere e comunicare i casi di successo ed anche quelli d'insuccesso relativi alla gestione idrica, perché il passaggio di conoscenze da una realtà locale ad un'altra è un processo importante nella diffusione delle buone pratiche, per risolvere il problema dell'acqua".
L'obiettivo del programma "Sete zero", che fa parte di quello "Fame zero", è quello di portare entro cinque anni ad ogni brasiliano 40 litri di acqua potabile al giorno. Questo risultato è emblematico se si pensa che il Brasile possiede il 18 % di tutte le risorse d'acqua dolce al mondo e nel suo territorio scorre uno dei più grandi fiumi del pianeta: il Rio delle Amazzoni.
Questa contraddizione rende evidente il fatto che la scarsità d'acqua non sempre è legata alla mancanza della risorsa, ma è spesso dovuta ad una cattiva gestione.

Marina Silva - Ministra dell'ambiente del Brasile
Marina Silva

"Il ruolo delle regioni del nord del mondo è importante - ha affermato Flavio Dalbono, Vicepresidente della Regione Emilia Romagna - assicurare e trasmettere l'esperienza di governance, attraverso i programmi di cooperazione decentrata è uno dei punti cruciali sui quali gli enti locali possono e devono far molto per assicurare soluzioni concrete".

Sulla conferenza Water for Life and Peace ha fatto il punto Guido Pollice, Presidente di Green Cross.
"Il forum di settembre - ha affermato Pollice - è un'iniziativa che vede riuniti i veri attori protagonisti della gestione delle risorse idriche. A questi sarà chiesto di trovare le soluzioni e le indicazioni pratiche, per evitare che le tensioni dovute all'acqua si trasformino in conflitti e che in un futuro prossimo ci si trovi di fronte a trasmigrazioni di natura epocale, che farebbero impallidire quelle a cui siamo abituati oggi".

Sollecitare le organizzazioni internazionali dando il know how proprio della dimensione locale. Questa la ricetta che l'amministrazione di Reggio Emilia intende adottare.
"Partecipazione concreta e tramite con istituzioni istituzionali questi sono gli ingredienti di una formula che stiamo sperimentando, - ha affermato Antonella Spaggiari, Sindaco di Reggio Emilia - in Mozambico come ente locale. Metodologie pratiche, fondi internazionali e fondi locali possono, se opportunamente valorizzati ed indirizzati, essere un volano di sviluppo. Ed è sull'acqua che si devono concentrare le attenzioni. Ignorare, o sottovalutare, i problemi idrici è, infatti, scorretto sia dal punto di vista etico, sia sotto quello politico".

Sulla dimensione etica ha concluso Marina Silva.
"Guardo con attenzione al modello europeo, che fa dell'etica uno dei punti cardine della sua azione - ha affermato il Ministro brasiliano - perché l'Europa ha la possibilità di esportare pratiche di sviluppo strutturali ed endogene, che, superando nei fatti, l'approccio caritatevole, sono le uniche veramente efficaci per uno sviluppo concerto, duraturo e sostenibile".

Sergio Ferraris



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